Roma boccia il Piano rifiuti | “Ci sono pure parole inventate”

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03 Aprile 2019, 09:48

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Frasi senza senso, insignificanti, riferimenti errati e persino “termini inesistenti nel vocabolario italiano”. È qualcosa di più di una bocciatura quella del ministero dell’Ambiente per il Piano rifiuti della Regione siciliana. Il documento del governo Musumeci viene fatto letteralmente a pezzi dal governo nazionale.

“Secondo il Ministero, il piano dei rifiuti risulta privo delle analisi tecniche per valutare la sostenibilità ambientale, privo del quadro dei flussi dei rifiuti presenti e futuri, inadeguato ad individuare i successivi scenari e gli obiettivi”, sintetizza il deputato 5 Stelle Giampiero Trizzino, che definisce il piano “ la dichiarazione di fallimento del governo regionale”.

I tecnici del ministero rilevano da subito i deficit del provvedimento varato dalla giunta. “Il documento pubblicato e denominato “Rapporto ambientale” risulta privo delle informazioni e delle analisi tecniche fondamentali per valutare la sostenibilità ambientale del Piano”, scrive il ministero. Diverse le carenze segnalate, tra l’altro “risulterebbe necessario approfondire la definizione dei fabbisogni e la loro copertura, la valutazione della necessità di ulteriori infrastrutture per gli impianti di rifiuti e la capacità dei futuri impianti di smaltimento o grandi impianti di recupero; i criteri per l’individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti nonché per l’individuazione dei luoghi o impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti; la descrizione delle politiche generali di gestione dei rifiuti e la descrizione di tecnologie e metodi di gestione pianificata dei rifiuti”. Non solo: “Destano perplessità le considerazioni in ordine alla qualità e alla veridicità dei dati, tra l’altro non sufficienti, come evidenziato, per costituire una plausibile base di sviluppo del Piano stesso”.

E c’è poi il tasto dolente del come è scritto il piano. “Nel documento di Piano, sovente si leggono frasi di difficile comprensione, che utilizzano terminologie e definizioni che non trovano riscontro nel dettato normativo europeo e nazionale in materia di rifiuti”, si osserva dal ministero, riportando interi passi di difficile comprensione. Un passo è alquanto impietoso: “Si rappresenta, oltretutto, che anche il presente contributo ha risentito della difficoltà di quanti coinvolti (MATTM e ISPRA) nel dover interpretare alcuni passaggi dei documenti posti in consultazione, espressi attraverso frasi incongruenti1 o di difficile comprensibilità, con strutture grammaticali e punteggiature casuali, parole inesistenti nel vocabolario della lingua italiana e riferimenti errati”. In nota, alcuni esempi, come “occhiutamente”, “coevamente”, “satisfattivi”, lemmi che si riscontrano nel piano, insieme a frasi senza verbo e qualche altro scivolone (invece di ministro pro tempore si parla di “ministero pro tempore” e i tecnici di Roma con una punta di pignoleria fanno notare che il ministero non è pro tempore).

Insomma, una bocciatura severissima, anche sulle previsioni della crescita della differenziata e sull’incertezza dei tempi per la realizzazione dei termovalorizzatori. Per il ministero guidato dal grillino Sergio Costa ne servono almeno un paio. Solo ieri l’assessore Alberto Pierobon si era mostrato ottimista sulle sorti del Piano ricordando le “diverse interlocuzioni coi tecnici romani su alcuni passaggi che comunque non toccano l’impianto del piano”.

Pierobon non si scompone: “Le osservazioni del ministero rientrano nel normale iter di approvazione del piano rifiuti. Non c’è nulla di eccezionale, anzi ben vengano. Il piano va integrato col contributo di tutti per avere il miglior risultato possibile. Alcune critiche sono costruttive, altre le valuteremo, ma c’è talmente tanto da fare che ogni aiuto è sempre utile”. Così in una nota l’assessore regionale all’Energia.

All’interno dell’iter per l’approvazione del piano è previsto il rilascio della Vas, la valutazione ambientale strategica, da parte dell’assessorato all’Ambiente. La procedura dà 60 giorni di tempo ai soggetti interessati e competenti in materia ambientale come sindaci, associazioni, lo stesso ministero, per presentare delle osservazioni.

“È la prima volta che la Sicilia decide di dotarsi di un piano rifiuti – prosegue Pierobon – è un lavoro storico, un documento importante di pulizia e trasparenza che il governo sta portando avanti. Anche altre amministrazioni ritenute virtuose hanno ricevuto osservazioni anche più dure, eppure oggi le prendiamo a modello. Le osservazioni del ministero fanno parte del normale iter seguito per migliorare il piano. Si tratta di centinaia di pagine e allegati che vanno integrati con i suggerimenti di tutti, dei territori, delle opposizioni, dei sindaci. Non ci sarà alcun allungamento dei tempi, integreremo il piano e andremo avanti nell’interesse di tutti i siciliani”.

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03 Aprile 2019, 09:48

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