23 Settembre 2009, 11:47
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La Roma è un cantiere aperto. In questo momento del campionato più che mai. Il passaggio dalla gestione Spalletti a quella di Ranieri non è stato soft. Né dal punto di vista psicologico né da quello tattico. Inoltre, le tante sfide ravvicinate suggeriranno l’uso del bilancino per gestire le forze dei giocatori. Possibile, quindi, il ricorso al turnover.
Una cosa però è certa: la squadra che aveva incantato per il gioco spumeggiante e imprevedibile, oggi, deve pensare ai punti. Al sodo. E costruire poco per volta. Per questo Ranieri, appena sedutosi sulla panchina giallorossa ha schierato una formazione molto “spallettiana” (con Totti unica punta), per poi passare gradualmente, nella seconda parte di gara col Siena, poi nello sfortunato esordio in Europa League a uno schema molto simile al 4-4-2 preferito dal tecnico.
E così probabilmente i capitolini scenderanno in campo al Barbera. Anche se per ogni reparto il tecnico ex Juve certamente nutre molti dubbi. A cominciare dalla porta, dove si dovranno valutare i progressi di Doni, reduce da un lungo infortunio. Davanti a lui, forse, i problemi maggiori: Mexes e Juan sembrano molto lontani dalla forma migliore. Burdisso oggi è più affidabile, così uno tra il francese e il brasiliano potrebbero lasciargli il posto. Anche se non è escluso l’utilizzo dell’argentino ex Inter sulla fascia. Lì, per la verità, Ranieri può contare sulla freschezza di Motta, mentre dall’altra parte Riise torna utile anche per le conclusioni da lontano. Alle loro spalle, però, Cassetti e Tonetto sono alternative molto credibili.
A metà campo i punti fermi (turn over permettendo) sono De Rossi e Pizarro. Che agiranno o uno a fianco all’altro in un classico 4-4-2, o disposti verticalmente, costituendo vertici alti e bassi di un rombo. Proprio la scelta della disposizione della mediana condizionerà la scelta degli altri due interpreti. Se i quattro sono in linea, Taddei, Menez, Perrotta e il giovane Guberti si gocano due maglie. In caso di “rombo” entrerebbe in gioco anche Brighi.
Infine l’attacco. Totti, incitato dal tecnico a “cambiare qualcosa” nel proprio gioco, difficilmente siederà in panchina. La Roma, oggi, non può permetterselo. Il suo utilizzo come prima punta non ha convinto. Resta da scegliere la spalla da affiancargli. Il tecnico finora ha preferito il brasiliano Juilio Baptista, che non ha ricambiato la fiducia. Facendo così salire le quotazione di Vucinic. Grande tecnica, e tante pause. Ma il montenegrino, nel ruolo finalmente di punta e non d’attaccante esterno come era utilizzato con Spalletti, potrebbe finalmente fare la differenza.
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23 Settembre 2009, 11:47