19 Ottobre 2010, 11:57
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A meno di clamorose sorprese, l’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, si appresta a indossare le vesti di cardinale. Domani, Papa Benedetto XVI, alla fine della consueta udienza del mercoledì, darà l’annuncio del concistoro, cioè della creazione di nuovi cardinali – ci spiega Adriano Frinchi, penna preziosa di Livesicilia ed esperto di cose vaticane – che si terrà a Roma il prossimo 20 novembre. Nella lista dei nuovi porporati ci sarà Romeo, se non accadranno fatti nuovi e, al momento, impensabili. Ce lo auguriamo.
E’ una circostanza importante per Palermo e per il suo Pastore. Paolo Romeo merita un riconoscimento che arriva forse in ritardo. Fin qui è stato un attento osservatore della realtà che circonda il cuore della sua missione valorosa di prete. L’arcivescovo ha alzato la voce quando era giusto alzarla. In una città di macerie, con le istituzioni in fuga, l’uomo di Dio Romeo è stato il supplente sconfinato, l’ultimo baluardo della riflessione, dell’amore e della denuncia sociale. Il suo sguardo si è posato su ingiutizie e rovine. Il linguaggio con cui le storture sono state chiamate col loro nome non ha ammesso repliché, né sarebbe stato possibile replicare alcunché.
Per questo riteniamo che il cappello cardinalizio a Paolo Romeo sia al tempo stesso una giusta ricompensa e l’indicazione di una strada per una comunità assetata di speranza. Quella speranza, evocata dal Papa sul prato del Foro Italico, continua a esistere nella buona volontà del suo vescovo e nel coraggio degli uomini di buona volontà. Dunque, auguri al nuovo cardinale e una preghiera laica: nella sua chiesa, nella chiesa palermitana, ci sono – per esperienza di molti fedeli – ancora sacche di privilegio e preti non sempre degni del ruolo missionario. E’ intollerabile che restino al loro posto.
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19 Ottobre 2010, 11:57