20 Dicembre 2021, 12:54
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PALERMO – Torna la danza finalmente in presenza sul palcoscenico del Teatro Massimo di Palermo con Romeo e Giulietta (dal 19 al 23 dicembre 2021), sulle celebri musiche di Sergej Prokofiev e la coreografia di Davide Bombana. Bella, corretta e affollata la prima, anche in diretta streaming, in un teatro colmo fino all’ultimo posto di autentici appassionati di tutte le età.
Nessuna scenografia nella versione del coreografo milanese, lo spazio in sé si muove e comunica, i danzatori vi ballano con creatività, il palco denudato per immergere lo spettatore dentro un mondo patetico e tenebroso (quello delle famiglie Montecchi e Capuleti ) quasi a premonizzare la tragedia imminente. Il talento del cast dei protagonisti (Romina Leone e Andrea Mocciardini) e il corpo di ballo del teatro Massimo dalle grandi performance, sono stati tra i maggiori punti di forza di questa intramontabile storia senza tempo, che traduce in musica l’eterno amore tra i due giovani, Romeo e Giulietta, malgrado la profonda rivalità tra le loro famiglie, Montecchi e Capuleti.
Un allestimento composto da uno spazio scenico buio e spiragli di luce, che lasciano trapelare, significativi momenti di speranza della tragedia shakesperiana, per poi richiudersi nell’oscurità. Da Shakespeare (1564-1616) alla tragedia dei Balcani, lo spettacolo già presentato lo scorso anno solo in streaming nei giorni più critici del lockdown, vincitore del Premio Danza&Danza come migliore produzione italiana nel 2015, viene nuovamente proposto nel riadattamento drammaturgico di Bombana, un’eccellenza nel panorama della danza internazionale.
Ripercorrendo in chiave moderna l’opera del commediografo inglese, Davide Bombana sensibile e dal linguaggio coreutico contemporaneo, prende spunto dalla storia vera e drammatica di due giovani fidanzati, Bosko e Admira, uccisi dai cecchini a Sarajevo nel 1993 durante la guerra dei Balcani mentre tentano di fuggire dalla città devastata dal conflitto etnico-confessionale. Un fatto realmente accaduto che fa riflettere sul tema dell’intolleranza, della discriminazione nei confronti della diverse Etnie, ancora causa di conflitti in ogni parte del mondo.
La versione coreografica di Davide Bombana, direttore del corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo, abbandona le atmosfere rinascimentali e attualizza il dramma esaltandone la faziosità, il disprezzo e le ostilità che caratterizza le due famiglie attraverso movimenti coreografici contrapposti. Quelli dei Montecchi più irritabili e aggressivi mentre quelli dei Capuleti, più tranquilli e più affini alla danza contemporanea.
Con il Corpo di ballo del Teatro Massimo, e un corpus d’orchestra diretto dal Maestro israeliano, Ido Arad, l’esaltazione del più nobile dei sentimenti torna a essere il vero contenuto intorno al quale si compie il balletto. Impeccabile la performance della palermitana Romina Leone, classe ‘81, nel ruolo di Giulietta, che incarna perfettamente le caratteristiche di un personaggio che va dall’integrità alla più autorevole delle ribellioni per difendere i propri sentimenti. Altrettanto adeguato, anzi del tutto perfetto nel ruolo di Romeo, Andrea Mocciardini, classe ‘92, pura poesia del palcoscenico, dal portamento perfetto, assoluta leggerezza nei salti e pathos non scontato.
La fantasia non è il solo ingrediente di un allestimento che, verosimilmente, prevede molta azione fisica da parte degli attori, che danno vita allo spettacolo attraverso la loro mimica e il proprio corpo. Il balletto resta fedele sulla rivalità fra due famiglie, lui serbo, lei musulmana. Romeo e la sua famiglia sono sempre presentati in giacca e cravatta(con i costumi di Santi Rinciari), abito simbolo della civiltà occidentale che sembra inasprirsi dalle proprie convenzioni, da un status a cui non vuole rinunciare. Giulietta, da musulmana, dovrebbe indossare il velo così, come sua madre, e dovrebbe sposare un uomo non scelto da lei. Una decisione che mai accetterà.
Nella lettura di Bombana, i due ragazzi decidono di scappare dalla città in guerra, Sarajevo, e nella fuga verso la libertà purtroppo trovano la morte. Giulietta sofferente riesce strisciando a terra, a raggiungere Romeo per accasciarsi sul corpo dell’amato. Ed è con l’immagine dei due giovani amanti addossati l’una sull’altro, che si apre e chiude il balletto come a formare un cerchio. L’inconfondibile leitmotiv di questo momento è dunque l’assoluta celebrazione dell’amore che vuole sopravvivere al di là della morte. All’altezza si è rivelato il disegno di luci di Carlo Cerri, in generale incisivo e perfino avvolgente all’interno della scena. Audace il cast dei giovani ballerini, che ha saputo aggirare anche gli aspetti più insidiosi della tragedia per eccellenza, trasformandola con naturalezza in una favola.
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20 Dicembre 2021, 12:54