31 Gennaio 2016, 10:30
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PALERMO – Bicchiere mezzo pieno, tutto sommato. Perché il Palermo esce ancora una volta imbattuto da uno scontro diretto, tiene a debita distanza la terzultima posizione occupata proprio dal Carpi e riesce a dare continuità di risultati alla vittoria ottenuta domenica scorsa contro l’Udinese. È pur vero che quando assapori i tre punti, cominci a sentirli tuoi, ti rendi conto che gli avversari fanno fatica a sfondare, risulta complicato accettare il verdetto del campo, che parla di un pareggio per 1-1 figlio della decisione presa di concerto dall’addizionale Banti e dall’arbitro Rizzoli: il dibattito è rimasto aperto anche dopo decine di riproposizioni alla moviola, l’episodio è di certo dubbio e lascia spazio a diverse interpretazioni. Tra le altre, per ruolo e funzione, non può essere trascurata quella del patron Maurizio Zamparini che ha parlato di “ennesimo errore contro il Palermo”, chiedendosi successivamente il perché di un accanimento contro la squadra di Barros Schelotto e Tedesco.
Agrodolce, pertanto, il debutto dell’ex centrocampista sulla panchina della sua squadra del cuore. Ma solamente per una questione di risultato. D’altronde l’atteggiamento dei rosa, seppure in modo discontinuo, è apparso propositivo, volto alla costruzione della manovra al cospetto di un avversario che non è riuscito a nascondere i propri limiti tecnici e tattici. Superba la gestione del vantaggio targato Gilardino sino al riposo, di spessore la reazione dopo il rigore trasformato con freddezza da Mancosu. Resta il punto interrogativo sull’atteggiamento rinunciatario palesato dopo il rientro dagli spogliatoi. Una condotta conservativa rivelatasi fatale. La prima metà della ripresa poteva rappresentare l’arco di tempo da capitalizzare per mettere in ghiaccio il risultato, mentre il Carpi faticosamente cercava di studiare soluzioni per arrecare pericoli alla porta di Sorrentino, al “Braglia” nelle inedite vesti di semplice comparsa all’interno di una contesa che solo marginalmente lo ha coinvolto.
Le recriminazioni a gara oramai in archivio, tuttavia, hanno peso specifico relativo. Necessario guardare avanti. Immediatamente. Un’imposizione dettata dal calendario, che avanza spedito verso il penultimo turno infrasettimanale della stagione. Mercoledì sera si torna in campo: al “Barbera” sarà di scena il Milan reduce dal derby della Madonnina contro l’Inter. Al di là di quello che sarà il responso del posticipo, da un punto di vista nervoso la squadra di Mihajlovic potrebbe arrivare scarica al confronto con i rosanero, pertanto chiamati a non vivere da sfavoriti i prossimi giorni di vigilia. Peraltro i rossoneri stentano a trovare un loro equilibrio, limitandosi a vivere perlopiù delle giocate dei singoli. Il Diavolo sarà la prima delle ultime otto avversarie chiamate a far visita al Palermo. Tolto il match sulla carta impari con il Napoli, rimangono Torino, Bologna, Lazio, Atalanta, Sampdoria e Verona. Treni che possono avvicinare al deposito della salvezza. Sarebbe un peccato lasciarli passare.
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31 Gennaio 2016, 10:30