Rosario Basile e il caso Ksm | La sentenza: “Quel figlio è suo”

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07 Febbraio 2017, 15:57

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PALERMO – “Il figlio è di Rosario Basile”. La sentenza del Tribunale civile risolve la delicata questione su cui si è innestata un’inchiesta penale. La donna con cui il patron di Ksm aveva avuto una relazione ha ottenuto il riconoscimento della paternità del bambino. Basile dovrà anche pagare 28 mila euro di risarcimento danni (contro una richiesta di 200 mila euro).

Secondo il pm Siro De Flammineis, che coordina l’indagine penale, l’avvocato Basile avrebbe cercato prima di non fare nascere il bambino e poi di non riconoscerlo. Quando fu chiaro non solo che la donna non avrebbe abortito, ma che il figlio che portava in grembo era di Basile (una consulenza sul Dna, allegata al processo civile, stabiliva una compatibilità del 99,9 per cento) sarebbe scattata la ritorsione dell’imprenditore che avrebbe licenziato la dipendente e fatto “carte false” per screditarla. Nel corso di un interrogatorio davanti al gip, alla fine, Basile aveva respinto l’accusa di avere ordito un piano contro la donna, ma si era detto pronto ad assumersi le proprie responsabilità. Ora il Tribunale, le responsabilità, le mette nero su bianco.

L’inchiesta penale è giunta al giro di boa dell’avviso di conclusione delle indagini, preludio della richiesta di rinvio a giudizio. Agli atti c’è quello che gli investigatori hanno definito “un dossier” zeppo di fatti e nomi. Basile lo consegnò ai pm per sostenere di essere stato vittima di una tentata estorsione da parte della donna. Dentro vi sono notizie acquisite direttamente o apprese da altri. La “licenziosa condotta sessuale” della donna, così la definiva, lo spinse a non credere che il figlio fosse suo. Con la mamma del bimbo aveva avuto rapporti sempre protetti e alla luce dei suoi 74 anni nutriva più di un dubbio.

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I carabinieri hanno lavorato per riscontrate le informazioni raccolte nel memorandum dall’imprenditore. Basile aveva raccontato di avere saputo dalla donna dei suoi precedenti fidanzamenti con un politico siciliano e con il figlio di un capomafia. Circostanze confermate dai diretti interessati. Ad un certo punto, secondo il pm, Basile avrebbe cercato di fare modificare da un esperto informatico, oggi reo confesso, la perizia sul Dna sui cui si è basata la decisione del giudice sul riconoscimento della paternità.

 

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07 Febbraio 2017, 15:57

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