19 Novembre 2013, 06:00
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PALERMO – Una rotazione, da effettuare entro un mese. La promessa del governatore Crocetta e dell’assessore Borsellino è piombata qualche giorno fa sugli edifici e sui corridoi della Sanità siciliani. Anche tra quelli di piazza Ottavio Ziino, dove ieri si sono svolti i colloqui per la selezione dei manager della Sanità. Ma quegli uffici, salvo sorprese, non dovrebbero essere coinvolti dall’ondata rotatoria del presidente, azionata dopo le polemiche sorte sul “caso Humanitas”.
Un caso, a dire il vero, che nelle prime ore, e di fronte all’imbarazzo di un esecutivo costretto a una plateale “marcia indietro” sembrava aver coinvolto i dirigenti generali dell’assessorato. Salvatore Sammartano e Ignazio Tozzo, insomma, erano finiti nel pieno delle polemiche. Se, infatti, nessuno ha mai voluto mettere in discussione la “buona fede” dell’assessore Borsellino (sebbene in tanti abbiano stigmatizzato leggerezze e ‘approssimazioni’), diverso è stato l’atteggiamento nei confronti dei capi dipartimento.
Tra le parole più “forti” (anche per il chiaro significato politico che le hanno ispirate) quelle del segretario regionale dell’Udc ed ex assessore alla Sanità Giovanni Pistorio: “Crediamo – ha dichiarato nelle ore più calde, quelle in cui il suo partito ha persino messo in discussione la permanenza in giunta – che questa sia l’occasione giusta per intervenire nella struttura dell’assessorato, dove probabilmente non tutti procedono in sintonia con le qualità, la correttezza amministrativa e lo stile dell’assessore”.
Insomma, gli obiettivi sembravano chiari. Anche perché, nel caso ad esempio di Ignazio Tozzo, qualcuno aveva sollevato la questione di presunti legami politici con precisi pezzi della maggioranza: quelli che fanno capo a Lino Leanza e al suo Articolo 4. Lo stesso partito di Luca Sammartino, imparentato con alcuni dirigenti della clinica Humanitas (mamma e zio).
Ma su questo punto, Tozzo replica in maniera molto forte: “Ritengo quei riferimenti – ha detto – ignobili e infamanti. Per questo sto pensando se rivalermi nei confronti di chi ha messo in giro voci del genere. Io sono un dirigente generale e la politica, sia in occasione del caso Humanitas, sia nel resto della mia attività, non mi ha mai sfiorato. Probabilmente – prosegue il dirigente – c’è un dibattito politico sulla vicenda. Ma non appartiene a noi dirigenti”.
Anche perché, dalla parte di Tozzo giocano anche i “tempi”. Lui arriva, proveniente dal Fondo pensioni, al vertice del dipartimento “Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico” solo il 18 giugno. La delibera “dello scandalo” è del 2 luglio. Appena due settimane dopo. Una decisione di quel tipo, evidentemente, necessita di una pianificazione e di colloqui più lunghi. “Credo che sul caso della revoca delle delibera – spiega però Tozzo – non ci sia nessun mistero e niente di strano. Il governo ha voluto approfondire l’applicazione del decreto Balduzzi e ha subordinato l’investimento a questa verifica. E non parliamo di ‘tagli’. Si tratta di una riqualificazione dei posti letto”.
Ma a dire il vero, alla delibera è seguito un accordo, firmato sia dall’assessore che dai vertici della clinica. Anche su questo punto, però, Tozzo non si scompone più di tanto: “Un accordo può trovare attuazione – spiega – se esistono i presupposti per attuarlo”.
Intanto, però, la vicenda Humanitas ha scatenato la reazione del governo. Che ha deciso di puntare i riflettori sul settore, promettendo una “maxi rotazione”. E nel primo momento, in tanti hanno pensato che i primi a essere coinvolti nel valzer fossero proprio Sammartano e Tozzo. “Non credo – dice però il dirigente – che la rotazione possa riguardare me, visto che sono in questo assessorato da appena quattro mesi. Ma non ci sarebbe alcun problema. Io sono alla Regione da vent’anni, e ho cambiato sette assessorati. Per me, il cambiamento è fonte di arricchimento professionale. E devo dire che la rotazione è considerato uno strumento utile anche dalle più recenti norme anticorruzione”.
Ma come detto, le rotazioni annunciate da Crocetta non dovrebbero riguardare, al momento, i dirigenti generali. E probabilmente, nemmeno i dipendenti dell’assessorato. Il presidente, infatti, ha fatto riferimento a persone che lavorano in specifici settori da diversi anni. L’assessorato alla Sanità, invece, è, dal punto di vista della struttura, molto giovane. È stato infatti fortemente rinnovato, in concomitanza col suo arrivo, dall’allora assessore Massimo Russo. Così, i “cambi in vista” riguarderanno i dirigenti e i responsabili dei cosiddetti “provveditorati” delle Aziende sanitarie provinciali. Coloro i quali, insomma, da molti anni ormai gestiscono le forniture, i beni e i servizi. E chi ha i “requisiti” indicati dal governatore è già col fiato sospeso.
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19 Novembre 2013, 06:00