06 Marzo 2013, 19:24
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PALERMO – “La Cisl non è contraria alle rotazioni. È contraria a ‘queste’ rotazioni”. Il sindacato non fa un passo indietro, e ribadisce la rottura delle relazioni sindacali col governo di Rosario Crocetta. Ma apre a una ripresa del dialogo a patto che “alla base dei trasferimenti del personale regionale, siano poste delle regole certe”. Il tema è stato al centro di una affollatissima assemblea organizzata oggi dalla Cisl Funzione pubblica a Palermo. Un incontro al quale hanno preso parte, oltre ai dirigenti sindacali Cisl tra cui Gigi Caracausi, Paolo Montera e Maurizio Bernava, anche l’assessore alla Funzione pubblica Patrizia Valenti, che ha dato appuntamento alle sigle per la prossima settimana, al fine di approfondire i temi riguardanti il personale della Regione.
La Cisl, come detto, conferma l’interruzione delle relazioni sindacali. “Adesso – ha detto il segretario generale della Cisl Funzione pubblica Gigi Caracausi – basta con lo show, col circo. Quelle messe in atto dal governo non sono rotazioni, ma semplici trasferimenti, visto che i posti ‘liberati’ non sono stati riempiti con altro personale. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: uffici vuoti, pratiche ferme e disagi per i cittadini. Quella portata avanti da Crocetta è solo una forma di ‘clientela mediatica’. Basta fare un giro per gli assessorati, dove regna il caos e la paura: i dipendenti non si sentono garantiti, hanno persino timore di aprire bocca”. E nelle parole di Caracausi, ecco una critica nei confronti di uno dei trasferimenti operati da Crocetta: “Qui – affonda Caracausi – abbiamo rasentato l’assurdo. Crocetta renda pubblici i nomi dei dipendenti inquisiti, semmai, invece di mettere alla berlina una persona solo per una sua parentela. Per attuare i principi di legalità basta attenersi alle norme vigenti e a fatti concreti, non certo agli slogan che espongono le persone al pubblico ludibrio”.
E il tema è rilanciato dal segretario generale della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava: “Crocetta deve capire che non è un ‘unto dal signore’. Deve comprendere che la Sicilia non è sua, ma è di tutti i siciliani. Non è possibile che si caccino i “parenti di” , e rimangano al loro posto i rinviati a giudizio. La Cisl al presidente chiede solo una cosa: la normalità. Stiamo attraversando un momento complicatissimo: l’amministrazione pubblica è in uno stato di grave indebitamento, il governo non poggia su una maggioranza politica, come si può pensare di affrontare questi temi senza il coinvolgimento di più soggetti possibili? Purtroppo – prosegue Bernava – Crocetta ha scelto la via della politica-spettacolo. E ai provvedimenti veri ha finora preferito gli slogan. Noi gli chiediamo invece di affrontare questioni serie e reali. E gli abbiamo avanzato le nostre proposte: l’attivazione dell’istituto della mobilità con criteri negoziati certi e oggettivi (al fine di eliminare l’abitudine feudale dell’atto di interpello), l’abolizione di tutti gli sprechi dall’immediato azzeramento di tutte le consulenze, dei contratti esterni e degli appalti attualmente vigenti. Proposte già ricomprese in un dettagliato documento dello scorso 29 dicembre, accolto solo in parte dal governo. Se davvero – conclude Bernava – Crocetta vuole seguire la strada della legalità e del risparmio, inizi da lì. In quel caso, la Cisl è pronta a dare il proprio contributo”.
Toccante l’intervento di un dirigente sindacale, assunto come vittima della mafia, che ha invitato Crocetta a finirla con queste generalizzazioni date in pasto ai media: “Non avrei mai pensato, nelle mie condizioni, – ha detto – di dovermi vergognare del fatto che lavoro in Regione, come se dovessi discolparmi per la tragedia vissuta da me e dai miei familiari”.
All’incontro, come detto, è intervenuto anche l’assessore alla Funzione pubblica Patrizia Valenti. “Sono d’accordo sul fatto che – ha ammesso – in certi casi si è andati incontro ad alcune esagerazioni. Parlare di ‘mafiosità diffusa’ all’interno della Regione, e poi pubblicare o rendere nota la lista di dipendenti trasferiti, fa passare erroneamente il messaggio che quelle persone siano colluse. Ovviamente non è così. E, anzi, – ha aggiunto – invito i dipendenti regionali a vedere i trasferimenti come una opportunità per imparare nuove cose e per dimostrare le proprie capacità manageriali. Non possiamo negare però – ha concluso – che in alcuni uffici le cose non funzionassero bene, e i ritardi ad esempio a concedere i visti ad aziende vincitrici di bandi, ha causato una grossa mole di contenziosi nei confronti dell’amministrazione”.
Sono seguiti numerosi interventi degli iscritti, dai quali è emersa la consapevolezza di dover contribuire al miglioramento dell’efficienza della Pubblica amministrazione, ma anche il rifiuto nei confronti di tutte quelle azioni che concorrono soltanto ad esporre inutilmente alle critiche dell’opinione pubblica i dipendenti della Regione.
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06 Marzo 2013, 19:24