08 Febbraio 2017, 19:29
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CATANIA – Il Consiglio comunale di Catania blocca la rottamazione delle cartelle municipali con un atto che sa di incomprensibile: fa mancare il numero legale nella seduta in cui bisognava approvare il regolamento comunale che avrebbe dato applicazione al recepimento della legge nazionale sulla rottamazione. A prescindere da come possa essere interpretato il comportamento del Consiglio, la domanda che ha bisogno di una risposta è se i catanesi potranno accedere alla rottamazione sulle cartelle comunali. E la risposta, fino a oggi, è no.
Anche se un comunicato inviato dal sindaco Bianco nel tardo pomeriggio di lunedì 6 febbraio sembra aver aperto una porta… che forse era già aperta. Ma procediamo con ordine: la legge nazionale sulla rottamazione si applica alle cartelle iscritte a ruolo, da Equitalia o Riscossione Sicilia, dal 2000 al 31 dicembre 2016. Per queste cartelle l’accesso alla rottamazione è automatico, a patto che il contribuente ne faccia richiesta entro il 31 marzo 2017. Cosa diversa è prevista per gli enti locali che hanno scelto di affidare a un’azienda privata la riscossione dei propri tributi. Ed è il caso del Comune di Catania che si è avvalso di Ati Engineering poi denominata Municipia SpA. Per questi Comuni l’adesione alla rottamazione può – e sottolineiamo il “può” – essere una scelta che passa dal recepimento della legge nazionale. I termini per aderire scadevano mercoledì 1° febbraio e a Catania le cose sono andate come sappiamo. Il Consiglio ha lasciato l’aula deserta e il regolamento è diventato carta straccia e con lui la rottamazione.
Torniamo alla nota di lunedì. In quella il sindaco Bianco, in qualità di presidente dell’Anci, dichiara testualmente di voler “presentare al governo – tramite i deputati nazionali catanesi già disponibili – una richiesta di proroga al 31 marzo del termine per la rottamazione delle cartelle esattoriali comunali”. E aggiunge “Moltissimi Comuni italiani, e tra questi Catania, non hanno fatto in tempo a provvedere, ma in ogni caso avremmo optato per l’allineamento con l’ultima data utile per la presentazione dei Bilanci degli enti”.
Caso vuole, però, che il Consiglio dei Ministri aveva già approvato questa misura. Il 2 febbraio, cioè quattro giorni prima, il CdM ha approvato il decreto legge dal titolo “Disposizioni urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017”. All’interno di questo decreto sono stati “prorogati – e non si capisce che ci azzecca con i terremotati – i termini per la deliberazione da parte dei Comuni che si avvalgono di agenti per la riscossione diversi da Equitalia (o Riscossione Sicilia, nda), per l’adesione alla cosiddetta “rottamazione” delle cartelle esattoriali, che consente ai contribuenti di evitare il pagamento d’interessi di mora e sanzioni per le cartelle emesse dal 2000 al 2016”.
Nel decreto viene stabilita la proroga anche se non è precisata una scadenza entro cui i Comuni dovranno recepire la rottamazione. Al momento, però, sembra molto strano che Bianco possa chiedere il 31 marzo come nuovo termine entro cui approvare il regolamento visto che il 31 marzo è, ancora oggi, il termine ultimo entro cui i contribuenti possono inoltrare la richiesta di rottamazione a Equitalia e a Riscossione Sicilia. Vero è che da settimane si parla di prorogare questa data ma, a oggi, non c’è nulla di scritto che lo certifichi.
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08 Febbraio 2017, 19:29