Droga, rotte e mappa a Catania |Pistole per “fidelizzare” i clan

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07 Aprile 2014, 13:45

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CATANIA – “Il mare è una delle rotte principali per l’approvvigionamento della droga”. Le parole di Antonio Salvago, dirigente della Mobile di Catania, pronunciate a margine dell’operazione Luna Rossa che hanno portato al maxi sequestro di due tonnellate di marijuana in arrivo dalla Grecia fanno comprendere in modo netto come i trafficanti si stanno organizzando per eludere i controlli. Il mare, dunque, sembra la via scelta per far arrivare lo stupefacente nelle coste siciliane. L’origine in questo ultimo caso  – anche se sono ancora in corso le indagini per verificare – è l’Albania: primo paese fornitore, secondo gli inquirenti, per quanto riguarda la marijuana dei gruppi criminali di Catania. Calabria, Campania e Sud America per quanto riguarda la cocaina, mentre Colombia e Nigeria per l’eroina.

Il mare nel traffico di marijuana non è un elemento nuovo per la Squadra Mobile, già con l’inchiesta Cielo Azzurro del 2011 era affiorato il natante come mezzo di trasporto per lo stupefacente in partenza dall’Albania con scafisti greci o albanesi. Come Luna Rossa, dunque, la connivenza Albania – Grecia e Catania è una rotta che è stata già ben collaudata da diverse organizzazioni. In quel caso serviva a rifornire soprattutto le piazze di spaccio di Librino visto il coinvolgimento di un esponente dei Nizza, storicamente insieme agli Arena, una delle famiglie che gestiscono la vendita di stupefacente nella città satellite. I contatti con gli albanesi per l’approvvigionamento di marijuana e hashish emerge da decine di indagini e anche da una serie di attività di controllo. Il sequestro al Porto di Messina il 9 marzo di oltre 190 kg di droga stipata (fino a scoppiare) in auto è un’ulteriore conferma.  Catania, comunque, è diventata città di riferimento per l’acquisto di “erba” per piccoli pusher ma anche per semplici assuntori che fanno “rifornimento” nel capoluogo etneo. E’ di pochi giorni fa l’arresto di un uomo di Mazzara del Vallo (trapanese) sorpreso con un “carico” di 8 chli di marijuana dagli agenti della Mobile. Lo spaccio di marijuana avviene secondo i metodi appresi dai napoletani: un sistema fatto di vedette, cassieri e pusher. Come ben emerge dai filmati del blitz Colomba condotto dalla narcotici un paio di mesi fa.

La cocaina viaggia su rotte diverse. Se nei porti calabresi arrivano container pieni di cocaina, a Catania i carichi sono più contenuti. Fornitori “fedeli” dei gruppi criminali catanesi, soprattutto del clan Cappello sono i napoletani. Le operazioni Bisonte 1 e 2 hanno dimostrato come era organizzata la rete dell’approvvigionamento con i campani che facevano da intermediari e da corrieri per far arrivare la cocaina in Sicilia proveniente dalla Spagna. E se i gruppi vicini agli Scampia e agli scissionisti sono i narcotrafficanti di cocaina per antonomasia: i canali della droga si sono spostati anche più a sud con personaggi della ‘ndrangheta che hanno intrapreso “joint venture” con la mafia catanese: da cosa nostra ad altre cosche operative nel territorio etneo. Partnership che portavano anche a regali: come pistole e armi per “fidelizzare” il cliente. L’operazione Tulipano del 2009, conclusa con una condanna proprio qualche mese fa, aprì l’asse Olanda – Sicilia per la cocaina.  Si utilizzavano gli autobus. Una rotta che nelle ultime indagini di polizia non si è ripetuta, ma è emersa invece in altre inchieste della Dda. Latino America è il nome dato al blitz con cui la Squadra Mobile scoperchia un’organizzazione che portava cocaina dalla Colombia e dalla Spagna.  Nel traffico di cocaina è ancora fortemente utilizzato il corriere “ovulatore”: si trovano persone disposte a ingerire gli ovuli (pratica pericolosa) per far passare i controlli.

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Una pratica diffusissima anche per l’eroina che sembrava essere completamente scomparsa, ma invece esistono dei focolai ancora attivi sia in città che nell’hinterland. Nell’operazione Cielo Azzurro erano state sequestrate dalla Mobile diverse dosi di eroina che ha come canali d’approvvigionamento soprattutto la Nigeria. La via dell’Oppio si ripropone: anche se si tratta di una diffusione molto marginale rispetto a cocaina e marijuana. Le droghe chimiche sono presenti anche nel mercato di Catania, ma lo spaccio avviene in eventi e nei locali. I pusher frequentano il mondo della notte, si tratta di un modo di smerciare lo stupefacente completamente diverso dalle “droghe” tradizionali, se così si possono chiamare.

Le operazioni di polizia permettono di stilare un listino prezzi (parliamo di costo all’ingrosso): la cocaina è la droga più cara con un prezziario che si aggira sui 45 mila euro al chilo, l’eroina viaggia sui 40 mila al chilo mentre la marijuana è sui mille euro. Al dettaglio, il prezzo va a dose: 10 euro per una stecca di marjuana, 45-50 euro per un quartino di coca, sui 30-40 euro per bussolotto di eroina.

Tirare fuori la criminalità organizzata dallo spaccio di droga a Catania sembra quasi impossibile: ma ci sono realtà di narcotrafficanti completamente indipendenti dalla mafia. E poi ci sono gruppi di pusher che smerciano con il benestare della “famiglia” che opera nel quartiere. Se dovessimo fare una mappa dividendo in zone di spaccio a seconda dello stupefacente e della cosca, la foto aerea che scatteremmo si suddividerebbe più o meno in aree ben delimitate. A Librino, con piazze di cocaina e marijuana, operano i Nizza e gli Arena, ma con angoli di gestione del gruppo di Tudisco vicino ai Cappello-Bonaccorsi. Galermo è la roccaforte dello spaccio di erba, territorio storicamente dei Santapaola. A San Cristoforo i Carateddi hanno preso piede per lo smercio della marijuana. Ma se le “viuzze” strette sono appannaggio delle “stecche”, in via della Concordia (regno dei Santapaola), al Tondicello della Playa e Piazza Caduti del Mare si spaccia cocaina. Altra fiorente piazza della polvere bianca è Corso Indipendenza sotto il controllo dei Cursoti Milanesi. A Picanello il potere è della famiglia dello Zio Nitto. In città, invece, l’eroina è composta dal sottobosco di eroinomani degli anni ’80 e ’90 che continuano a vendere bussolotti in piazza Jolanda, ad esempio. Nella zona del borgo la Squadra Mobile ha scoperto un appartamento trasformato in un vero e proprio “covo” dell’eroina. E’ fuori dai confini cittadini che c’è una più ampio uso di questo stupefacente: Biancavilla e Adrano, sono due paesi etnei che compaiono nei faldoni della Dda inerenti indagini sul traffico di droga, e si parla purtroppo anche di eroina.

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07 Aprile 2014, 13:45

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