29 Agosto 2017, 17:59
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PALERMO – Più che un furto è la profanazione di un luogo della memoria. Qualche visitatore ha rubato degli oggetti negli uffici del Palazzo di giustizia che negli anni ’80 ospitarono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Per motivi di sicurezza, quando Falcone istruiva il cosiddetto processo Spatola, atto d’accusa al re del contrabbando, Borsellino indagava sull’omicidio del capitano Basile e la mafia uccideva il giudice Rocco Chinnici, i due magistrati vennero trasferiti in un’ala blindata del palazzo che venne chiamata “bunkerino”. Oggi le stanze ospitano un museo.
Giovanni Paparcuri, che della memoria è il custode, fa l’elenco di ciò che manca: “La relazione a firma del giudice Rocco Chinnici, la scheda comandi del wordstar che si trovava nell’ufficio del giudice Giovanni Falcone, la confezione azzurra e grigia della Olivetti con all’interno diversi flop disc”.
Oggetti che non hanno alcun valore materiale, ma che qualcuno ha pensato di portare via come souvenir. Paparcuri lancia una sorta di appello: “Chiunque sia stato è pregato di riportarli. Non mi rivolgo ai visitatori onestissimi e che non c’entrano nulla e con cui mi scuso, ma a quei disonesti che hanno approfittato della mia fiducia. Sperate soltanto che dalle video registrazioni non si veda nulla”.
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29 Agosto 2017, 17:59