29 Luglio 2010, 10:08
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Nel toto-assessori del nuovo governo Lombardo, lui non c’è. Inaffondabile. Comunque vada, Massimo Russo resterà alla Sanità, Raffaele regnante. Un predestinato. Un segnato dal destino nelle fattezze, intanto. Massimo Russo ha portato la toga, ma la mascella volitiva e il carisma fanno di lui un perfetto politico da combattimento e da “missione per il popolo”. Potrebbe essere costui, dal pedigree di magistrato impegnato, l’astro nascente del potere siciliano? Se lo chiedono in tanti e qualcuno comincia a guardarlo con sospetto e preoccupazione.
Massimo Russo ci sa fare. E’ bravo nella comunicazione, sa usare la frase giusta al momento opportuno, è figura proprompente quando disegna con mani, parole e sguardo (i suoi tre strumenti espressivi solitamente accordati insieme) la visione di un futuro migliore. E’ biblico nei suoi “scazzi” con la stampa, quando gli sembra di essere stato maltrattato: solo la barba bianca gli manca per incarnare il ritratto del patriarca adirato. Tuttavia, è solitamente disponibile a chiarire, sopire e negare. Perché sa che la comunicazione è fondamentale.
Fossimo nei panni di Raffaele Lombardo cominceremmo a osservare con attenzione le mosse e la direzione dell’uomo nuovo Russo. Siccome in quei panni non ci siamo, solo una grazia abbiamo da chiedere: d’accordo, la Sanità siciliana ha sempre ispirato un ragionevole ribrezzo in termini di prestazioni e non è colpa sua, assessore, anche se molti dubbi nutriamo su diverse azioni da lei compiute. Ma se riuscirà davvero a cambiarla, a renderla umana, saremo i primi a riconoscerlo. Saremo i primi ad iscrivere Massimo Russo nel registro dei siciliani degni della loro terra.
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29 Luglio 2010, 10:08