27 Settembre 2011, 22:22
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Per due mesi e mezzo s’era parlato di pregiudiziale, numero legale e voto segreto. Alla fine, la mozione contro Massimo Russo è stata votata. A voto palese. E in Aula nella quale nessuno ha chiesto la verifica del numero legale. Ha votato solo l’opposizione. Al loro posto sono rimasti i deputati Udc e tre deputati del Pd.
Eppure, due minuti, non di più, servono per percorrere gli spazi tra la sala stampa e sala d’Ercole. Sufficienti per consentire a cinque deputati della maggioranza, di fiondarsi verso gli scranni e chiedere ufficialmente la verifica del numero dei presenti in Aula. Non è accaduto. E per qualcuno, pochi minuti dopo la votazione della mozione di Pdl, Pid e Fds che ha sancito la “censura” all’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo, non è stato un caso.
Così come non sarebbe un caso un’altra assenza, quella del presidente della Regione Raffaele Lombardo, impegnato a Roma per importanti incontri sulla vertenza Fiat. “Non so – ha detto ad esempio il deputato del Pid Toto Cordaro – se oggi ci sono ‘mandanti’ sulla censura a Russo. Certamente, gli assenti di oggi, compreso il presidente Lombardo, erano tanti”.
Così, resta l’immagine di un Massimo Russo “accerchiato” dalle opposizioni, in un Aula svuotatasi dei deputati di Pd, Mpa, Fli e Aps. Non dell’Udc. Che ha confermato invece la linea seguita nei giorni scorsi. Rincarando, però, la dose, dopo le dichiarazioni “a caldo” dell’assessore Russo. “Le critiche in democrazia – ha detto il capogruppo Giulia Adamo – non sono un atto di lesa maestà. Ci sorprendono quindi le dichiarazioni dell’assessore alla Salute Massimo Russo che ha definito il dibattito in aula squallido, basato su falsità e su toni bassi. La nuova Udc – ha proseguito Adamo – ha chiesto e continuerà a chiedere un effettivo cambiamento di rotta perché vuole essere lontana tanto da Villa Santa Teresa quanto da Giammarinaro. Il parlamento siciliano – ha concluso – ha una dignità che non può essere calpestata da espedienti politici per impedire il dibattito su un tema sentito come quello della Sanità”.
E la votazione della censura è stata salutata come una vittoria da Pdl, Pid e Forza del Sud che l’avevano presentata, e avevano insistito, anche nelle scorse settimane, di fronte agli ostacoli “regolamentari” incontrati per strada. “Russo – fa sapere in una nota il gruppo Pdl ha pubblicato un libro bianco pieno di menzogne. L’Aula le ha denunciate. Cade uno degli assi portanti della folle propaganda di regime lombardiana”. E le conseguenze dell’esito di oggi, secondo il capogruppo Innocenzo Leontini non possono che essere “le dimissioni dell’assessore Russo. Si tratta di un tecnico che non ha più una maggioranza che lo sostiene. Che ci sta a fare ancora lì?”. Il presidente della commissione Attività produttive, Salvino Caputo è andato oltre: “Lombardo aveva detto che l’approvazione della mozione di censura avrebbe investito l’intero governo. E siccome riconosciamo al presidente la qualità della coerenza, ci aspettiamo che rassegni subito le dimissioni”. “La sfiducia a Russo votata dal parlamento, che ricordiamo rappresenta i siciliani – ha aggiunto i coordinatori del Pdl Giuseppe Castiglione e Domenico Nania – non è solo all’assessore Russo, ma è una netta e inconfutabile sfiducia alla politica sanitaria portata avanti dal governo Lombardo”.
Dello stesso tenore le dichiarazioni del capogruppo del Pid Rudy Maira, che precisa: “Russo dovrebbe dimettersi, a maggior ragione, perché non è un deputato eletto, perché non è stato nominato dal parlamento e perché, invece, è stato semplicemente nominato. Nella vita ci vuole anche dignità nel rispettare le istituzioni”. Mentre Titti Bufardeci di Forza del Sud, già in Aula aveva sottolineato come “l’assenza della maggioranza dimostra il fallimento di questo governo. Oggi i partiti che sostengono l’esecutivo non hanno avuto nemmeno la forza né i numeri per contrastare la nostra mozione”.
Di idea contraria è invece il presidente della Regione Lombardo, che ha dichiarato: “L’opposizione ha fallito il suo obiettivo. Pdl e Pid ci hanno tenuto dimostrare che all’Assemblea regionale siciliana, il radicale cambiamento portato avanti dal governo regionale, impegnato a riqualificare un sistema sanitario malato, è ostacolato da meno di un terzo dei suoi componenti, per capirci neanche trenta deputati. Dal voto di oggi, l’assessore Massimo Russo esce rafforzato, e continuerà il suo lavoro con maggiore vigore e con maggiore rigore”.
Numeri ottimistici, per la verità, quelli snocciolati dal governatore. Perché oggi l’assessore Russo è stato oggetto ancora di aspre critiche provenienti dall’Udc, ma non solo. Il Pd, infatti, s’è spaccato. Tre deputati (Faraone, Ammatuna e Mattarella) sono rimasti in Aula, non senza polemiche. “La sanità – ha detto Davide Faraone in Sicilia è ancora a servizio dei politici e non dei cittadini”. E attacchi a Russo sono giunti anche da chi ha assicurato la “fedeltà” al governo e al proprio gruppo, ma che non ha potuto sottrarsi alle critiche: “La conduzione della sanità da parte di Russo – ha detto l’esponente del Pd Roberto De Benedictis – ha avuto grandi meriti ma ha perso credibilità sul punto cruciale: tenerne fuori la politica ed il clientelismo. Sono uscito dall’aula contro l’ipocrisia del centrodestra e per rispetto del mio gruppo, nonostante una strategia
parlamentare che non ho condiviso”.
Persino Fli, che ha condiviso la “strategia” con il “grosso” della maggioranza, attraverso le parole del capogruppo Livio Marrocco ha spiegato come “la scelta di fare politica possa inficiare l’azione di Massimo Russo. Senza dimenticare che noi abbiamo deciso di appoggiare un governo tecnico…”. Nonostante queste voci discordanti, Pd, Mpa e Aps hanno deciso di minimizzare il voto di oggi: “Il valore politico di questo voto – ha detto il capogruppo Pd Antonello Cracolici – è pari a zero, la minoranza ‘se l’è cantata e se l’è suonata’. Finalmente – ha aggiunto – abbiamo completato questa farsa, portata avanti con la complicità della presidenza dell’Ars: adesso il parlamento può tornare a lavorare sulle cose serie”. Parole confermate dal capogruppo di Aps Nunzio Cappadona.
Dall’Mpa arrivano rinnovati attestati di stima a Russo, che “continua nonostante i successi ad avere l’opposizione di quanti si rifiutano ancora di sostenere un cambiamento reale e preferiscono, al lavoro quotidiano e concreto per la sanità siciliana, l’elaborazione di documenti di sfiducia privi di alcuna efficacia politica”. Insomma, dopo due mesi e mezzo di liti su pregiudiziale, numero legale e voto segreto, sembra che questa mozione non avesse alcun significato politico. Chissà perché, in due mesi e mezzo, la maggioranza ha fatto di tutto perché non si votasse.
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