Sac, braccio di ferro per il CdA |La “Guerra fredda” per i nomi

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21 Luglio 2016, 14:09

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CATANIA – “Ore 10 calma piatta”. Anche se, forse, in queste ore alla Sac tutta questa calma non c’è. Il titolo del film con Nicole Kidman e Sam Neill è caso mai l’ossimoro, se così si può dire, di tutto ciò che la trama – del film e della scelta dei nomi per le nuove cariche di gestione dell’Aeroporto di Catania – racconta e che nulla, ma proprio nulla, ha a che vedere con la calma. Ma anzi con un fermento che mette insieme, ancora e sempre, in un nodo le vicende dell’accorpamento della Super Camera del Sud Est con la Sac.

Dalla firma e la pubblicazione del decreto (firmato dall’assessore Mariella Lo Bello il 16 giugno 2016) di assegnazione dei seggi alle associazioni datoriali che concorreranno a costituire il nuovo Consiglio Camerale – e fatto salvo un errore nell’attribuzione di un seggio in più alla cordata di Confindustria (ma la correzione pare che ancora tardi a comparire) – nulla sembra essersi mosso. Nessun nuovo atto è stato pubblicato. Nessuna conferenza stampa è stata organizzata. E soprattutto nessun nuovo esposto alla Procura della Repubblica sembra essere stato presentato. Insomma, sembra di navigare a vele spiegate in un mare calmo e senza vento. È davvero così? Le voci che girano insistenti da qualche giorno di calmo non hanno niente. E le chiamiamo voci sol perché non hanno ancora la firma della certezza che passa dalla penna di Rosario Crocetta.

L’aeroporto al momento è gestito da otto quote che detengono il 100 per cento del capitale: Irsap, Provincia Regionale di Catania (ora Città Metropolitana), Provincia regionale di Siracusa (commissariata), Camera di Commercio di Siracusa (commissariata), Camera di Commercio di Catania (detiene 3 quote, pari al 37,5% ed è anche questa commissariata), Camera di commercio di Ragusa. Subentrerà un nono socio – con un valore approssimativo del 2% – non appena verrà concretizzato il passaggio del campo Goretti, dal Comune di Catania all’aeroporto. Il sindaco Bianco resta in ogni caso socio di un ottavo attraverso la Città Metropolitana (quale ex Provincia regionale). Quindi, il primo cittadino etneo è titolare di un voto e titolare effettivo di una quota.

L’altro soggetto attivo è Giuseppe Giannone, il presidente della Camera di Commercio di Ragusa e poi c’è un terzo soggetto titolare che è l’Irsap, tramite il commissario ad acta Maria Grazia Brandara. Quindi sempre in capo a Crocetta. Le altre cinque quote sono detenute da commissari di nomina governativa e questo vuol dire che Crocetta, da solo, controlla i sei ottavi (nel conto c’è anche l’Irsap) del 100 per cento delle quote. Da qui a poco – si presume a settembre – la situazione muterà profondamente, quando i 5/8 saranno detenuti dalla Super Camera del Sud Est (Catania, Siracusa e Ragusa). Quella per cui la cordata di Confindustria e quella di Confcommercio si fanno la guerra da anni. Eppure, le nomine che dovranno essere fatte entro la prossima settimana, non potranno essere a tempo, lo stesso Crocetta ha dichiarato a LiveSicilia che ciò sarebbe impossibile, ed è fondamentale che la nuova dirigenza riscontri il plauso e il consenso di chi deterrà la maggioranza all’interno della SuperCamera. Ed è ormai noto a tutti che la maggioranza fa capo a Confcommercio e al suo leader regionale Pietro Agen.

Perché l’esigenza di rinnovare adesso le cariche in Sac? Il 30 giugno scorso è scaduto il Consiglio d’amministrazione della Sac SpA anche se negli effetti le cariche sociali scadono con l’approvazione del bilancio d’esercizio, data fissata per lunedì 25 luglio. E solo da quel momento si potrà procedere al rinnovo. Rinnovo che, per forza di cose, dovrà e potrà essere gestito essenzialmente dal governatore Crocetta, ovviamente tramite i suoi commissari. Ed ecco il punto: chi sarà nominato come nuovo presidente e amministratore delegato della Sac in attesa che l’accorpamento diventi realtà?

Al momento chi tira le redini sapendo di poterle tirare – a parte il governatore e per ovvi motivi – sono Enzo Bianco e Giuseppe Giannone (presidente Camera di Commercio di Ragusa) decisamente più vicino ad Agen e a Confcommercio che non a Confindustria. L’ultimo, anzi entrambi, a gestire l’aeroporto vedrebbero bene lo stesso Giannone e Nico Torrisi (Federalberghi), già alla guida della Sac nel 2012. Un’accoppiata che riscontra ampi e motivati consensi, non da poco conto, da buona parte del mondo imprenditoriale, e sembra sposata dal sindaco metropolitano. E tutto ciò anche se una parte della politica storce il naso.

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Dall’altro lato c’è chi propenderebbe per una conferma a metà delle attuali cariche. Via Salvatore Bonura, quindi, per confermare Gaetano Mancini da accoppiare al nome di Antonio Fiumefreddo (Riscossione Sicilia). Sembra strano però, non fosse altro perché entrambi sono in molti modi espressione di quella Confindustria che è uscita come la più penalizzata dalla famosa attribuzione dei seggi firmata dalla Lo Bello. Ma non c’è solo questo: sia Mancini che Fiumefreddo sono sì vicini a Confindustria, ma a quella di Ivan Lo Bello. In poche parole, l’altra Confindustria, quella di Antonello Montante per intenderci, potrebbe non essere d’accordo con queste nomine.

E viene da chiedersi cosa dirà la politica, quella che muove pedine e uomini sapendo di saperlo fare. Cosa direbbe un senatore palermitano ad esempio e molto vicino a Crocetta come Lumia? In ogni caso, ogni organismo detentore di quote Sac SpA ha tempo fino a domani, venerdì 22 luglio, per esprimere i propri nomi. Da martedì si vedrà, ma sembra fondamentale che a gestire l’aeroporto sia un team condiviso dalla futura SuperCamera. Perché, se è vero che non esistono cariche a tempo è anche vero che sarebbe assurdo doverle sfiduciare tra pochi mesi.

Tra le voci, comunque, una notizia certa c’è. Anzi due. Il 17 giugno la Camera di Commercio di Siracusa, con una convocazione straordinaria, aveva votato a maggioranza l’uscita dall’accorpamento della Camera del Sud Est. Proprio ieri il Ministero delle Attività Produttive ha risposto in modo ufficiale a questa revoca specificando che la votazione è priva di effetti.

Il motivo risiede nel fatto che per iniziare il percorso verso l’accorpamento è stato necessario che ogni soggetto – ogni Camera cioè – esprimesse una precisa volontà di unirsi. E così è stato. Adesso, quindi, per procedere con un “divorzio” è necessaria la volontà di tutti e tre i soggetti. In soldoni, l’una Camera non può avere più potere delle altre, svegliarsi una mattina e mandare tutto a carte quarantotto.

Sul fornte giudiziario, la notizia è invece quella dell’archiviazione del procedimento avviato in seguito a denunce e dossier presentati in procura da Confindustria contro Torrisi e contro il presidente dell’Enac Vito Riggio, per presunte pressioni relative alla privatizzazione dell’aeroporto al fine di favorire alcuni grandi gruppi. Indagine aperta e chiusa.

 

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21 Luglio 2016, 14:09

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