13 Dicembre 2014, 11:26
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CATANIA. Nel giorno della passione per i trasporti ieri a Catania, città segnata dalle proteste dei manifestanti, si è trovato il tempo di parlare di “sviluppo integrato dell’aeroporto per accrescere la competitività del territorio sui mercato globali”. Un altro appassionante dibattito del ciclo di seminari “L’isola che decolla”, al quale sono intervenuti come ormai da consuetudine l’amministratore delegato Sac, Gaetano Mancini, il presidente della SAC, Salvatore Bonura ed il sindaco di Catania Enzo Bianco. Il convegno ha visto poi il debutto dell’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, Giovanni Pizzo. Molti altri ospiti erano attesi, ma fisicamente impossibilitati a partecipare per via dello sciopero. E ironia della sorte tra gli assenti, l’attuale Ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, il quale proprio ad una manciata di ore prima dell’inizio della mobilitazione nazionale aveva revocato l’ordinanza di precettazione dei ferrovieri, al fine di garantire comunque il diritto allo sciopero, pur non approvandolo.
Un ciclo di eventi, inaugurato proprio un anno fa, fortemente voluto dalla società dell’aeroporto al fine rendere trasparente il rapporto tra i cittadini e per consentire a tutti di conoscerne le logiche, caratteristiche e soprattutto criticità. “L’aeroporto è come una come una casa di vetro – ha ribadito Gaetano Mancini, Ad Sac – è un tentativo il nostro di dotare tutti dei giusti strumenti conoscitivi affinché non si polemizzi solo per il gusto di farlo senza essere poi realmente poi informati sui fatti”. Ma al centro del dibattito il sistema integrato degli aeroporti Catania-Comiso, un sistema peraltro partito nella sua fase di sturtup è cresciuto ad oggi significativamente, “ anche in barba – ha detto Mancini – a congetture secondo le quali l’uno avrebbe tolto all’altro per una logica di concorrenza poi rivelatasi infondata. I fatti dimostrano che c’è perfetta e fattiva sinergia tra le due infrastrutture”.
E molti i dati e numeri alla mano evidenziati da Mancini. “Il sistema dei due aeroporti Fontanarossa-‘Pio La Torre’ serve sette provincie su nove, cioè circa il 70% della popolazione. Quest’ anno abbiamo registrato una crescita significativa, con un incremento del 15% rispetto all’anno scorso e dall’altro lato Comiso è cresciuto di 300mila passeggeri. Continuando così, nel 2022 a Catania avremo una soglia di circa 10 milioni di passeggeri l’anno, frutto anche degli investimenti effettuati. Basti pensare che nel periodo 2012-2014 la Sac ha fatto investimenti in autofinanziamento per 33 milioni di euro e altri 27 sono in programma. E abbiamo già messo in atto politiche mirate a tal proposito, agevolando tramite incentivi compagnie aeree le cui rotte risultano più redditive per lo scalo”.
L’aeroporto di Catania ha poi una sua indubbia specificità che lo contraddistingue da molte altre realtà italiane , essendo l’aerostazione situata a sud del centro urbano. “E’ un City Airport – evidenzia ancora Mancini – un valore quest’ultimo da non dimenticare. Non è scontato, infatti, che una città abbia uno scalo raggiungibile in pochi minuti, che serve 7milioni di passeggeri”. Tuttavia, negli anni l’attività dell’aeroporto si è principalmente radicata nel segmento nazionale, ma il trend attuale evidenzia un importante cambiamento. “Tra i prossimi obiettivi – spiega ancora Mancini – c’è quello di attrarre più possibile turismo internazionale, un mercato questo che indubbiamente paga di più. Cosa che può avvenire anche nel segno dello sviluppo del distretto Sud-Est”.
Ma tra i problemi da risolvere quanto prima per consentire al City Airport di crescere ulteriormente, specie in ambito delle reti europee, c’è quello legato agli attuali limiti nella movimentazione oraria del traffico aereo. “Occorre un potenziamento del Radar di Sigonella, – afferma Mancini – al momento la sua capacità è già sfruttata al massimo. Ecco perché l’aeroporto è oggettivamente in una condizione di sofferenza”. Il radar, infatti era stato prevalentemente concepito per servire la base di aviazione militare americana di Sigonella. Adesso per consentire una maggiore volume di traffico in totale sicurezza occorrerebbe potenziare i software e hardware connessi al radar, un investimento economico quest’ultimo che non spetterebbe all’aeroporto, ma allo Stato.
Ma le criticità da ovviare non finiscono qui, un altro punto sul quale più volte ci si è soffermati riguarda la realizzazione di una seconda pista. “E’ necessario – ha spiegato il sindaco Enzo Bianco – interrare un pezzo di ferrovia per poter realizzare un’altra pista e consentire l’intermodalità. Stasera era davvero indispensabile che il ministro Lupi fosse qui, per questo lo inviteremo subito dopo le feste. E’ importante informare su quello che l’aeroporto di Catania rappresenta oggi in ambito internazionale. Lo stesso Matteo Renzi, nella sua visita di pochi giorni fa a Catania, rimase stupefatto nell’apprendere che l’aeroporto di Catania fosse il più grande aeroporto del Mezzogiorno. Questo accade perché purtroppo siamo bravissimi a parlare delle cose brutte, ma non ci preoccupiamo abbastanza di parlare delle cose buone. Tra i grandi aeroporti italiani è quello che sta crescendo di più”. Bianco, unitamente a Mancini, smentisce una eventuale ritrosia a proposito di un futuro coinvolgimento di capitali privati per lo sviluppo dello scalo. “ Possono esserci buone gestioni – dice Bianco –sia da parti di privati che pubblici. Quando una aeroporto inizia toccare certi livelli, come sta accadendo a Catania è naturale prendere in considerazione anche tale idea. Non è di certo questo il problema”. L’ingresso da parte di nuovi soci potrebbe inoltre essere vicino. I vertici della Sac, infatti, come annunciato pochi mesi fa, stanno portando avanti l’iter per quotare la società alla Borsa di Milano. Bianco, infine, annuncia anche l’attivazione a partire dalla prossima settimana di una linea bus diretta all’aeroporto con nuovi servizi.
“Aumentare i collegamenti aerei tra il territorio e il resto del mondo è uno step necessario per determinare lo sviluppo” – ha detto invece il presidente Bonura. L’assessore regionale alle infrastrutture, Giovanni Pizzo, ha fornito, dal canto suo, un quadro critico della situazione ponendo l’attenzione sugli aspetti culturali ed in particolare su una forma mentis da sradicare. “ La nostra generazione – ha detto l’assessore – ha indubbiamente fallito, abbiamo dato risposte individuali a domande collettive. La Sicilia è una grande piattaforma logistica, e noi siamo gli addetti ai lavori, unruolo nel quale spesso non ci riconosciamo. Questa terra è ancora piena di localismi e di stampo quasi feudataria. Ecco perché occorre ripensare al futuro secondo una nuova ottica. Pil e mobilità, a esempio, vanno di pari passo ed è chiaro che un sistema aeroportuale incide moltissimo – ha concluso Pizzo – sulla produttività di un’area”.
La proposta che la Soaco fa al governo è molto chiara: se le cose non dovessero cambiare, si correrebbe il rischio di un arretramento rispetto a quanto fatto finora. “Oltre alla progettata autostrada Catania-Ragusa e al miglioramento della rete ferroviaria Agrigento-Vittoria, per il quale già sono stati stanziati dei fondi, sarebbe auspicabile l’ulteriore progettazione di due bretelle ferroviarie: una di circa tre chilometri dalla stazione di Vittoria all’aeroporto, passando per l’autoporto, l’altra di appena un chilometro da Pozzallo verso il suo porto commerciale. Queste due semplici opere completerebbero bene lo scenario infrastrutturale attorno allo scalo casmeneo” – ha concluso in una nota Taverniti assente al dibattito.
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