09 Giugno 2016, 19:54
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PALERMO – Se, come appare scontato, il Plenum del Csm la prossima settimana ratificherà la sua nomina a procuratore di Caltanissetta non resta che augurare buon lavoro ad Amedeo Bertone. Perché di lavoro ce n’è parecchio in quella che, solo sulla carta, è una procura di provincia. Il caso di Silvana Saguto, l’inchiesta su Antonello Montante e le indagini sulle stragi di mafia: tutto passa da Caltanissetta.
Bertone è un magistrato che di esperienza ne vanta parecchia. A Catania, dove è oggi procuratore aggiunto, ha contribuito alle inchieste più delicate della Direzione distrettuale antimafia. Il procedimento denominato “Orsa Maggiore” contro i clan Santapaola ed Ercolano ha fatto scuola e portava la sua firma. A lui si deve si deve anche la condanna dei responsabili dell’omicidio del giornalista Pippo Fava. Per Bertone quello a Caltanissetta sarebbe un ritorno, visto che vi ha lavorato da procuratore aggiunto nel 2006, occupandosi della nuova stagione dei processi sulle stragi di Capaci e via D’Amelio nata sulle ceneri dei vecchi, costruiti sulle fondamenta dei pentiti fasulli. Ora da capo seguirà la conclusione del processo bis sull’eccidio di Capaci e il Borsellino quater su via D’Amelio.
Quest’ultimo è il processo non solo dei finti pentiti, degli ergastoli ingiusti, ma anche dei non ricordo dei magistrati e dei poliziotti che lavorano alle indagini. E chissà forse ci sarà spazio anche per un Capaci ter se Bertone sarà in linea con il pensiero dell’aggiunto Lia Sava, oggi facente funzioni di procuratore, che nel chiedere cinque ergastoli per i boss di Brancaccio, per anni rimasti fuori dall’inchiesta, ha annunciato: “Continueremo le indagini per cercare la verità sulle stragi. Ne abbiamo un obbligo giuridico e morale perché siamo consapevoli che nel procedimento concluso e in quello ancora aperto non può esserci tutto”. Sava ha indicato i temi da approfondire nel terzo processo da istruire: i mandanti esterni a Cosa nostra, i moventi plurimi delle stragi del 1992-93, le cointeressenze. Nel nuovo procedimento confluiranno le posizioni del superlatitante Matteo Messina Denaro e di altri tre indagati chiamati in causa dal nuovo collaboratore Cosimo D’Amato, il pescatore di Porticello che ha rivelato come l’esplosivo estratto dalle bombe ripescate in mare sia finito alla cosca di Brancaccio per essere utilizzato nella strage di Capaci.
Altra indagine pesante è quella su Antonello Montante, presidente della Confindustria siciliana, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Uno dei promotori della svolta etica di Confindustria costretto a difendersi dalle dichiarazioni di alcuni pentiti e dalle bordate di Marco Venturi, altro storico esponente degli industriali che si è scagliato contro quello che ha definito il “grande inganno della rivoluzione”. Rivoluzione di cui lui stesso fu uno dei protagonisti. Montante ha già ricevuto una proroga di indagini che scadrà a fine mese.
Così come a breve scadrà anche la proroga delle indagini sulle Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Un’intera sezione sotto accusa. Indagati l’ex presidente Silvana Saguto e i componenti del collegio, Fabio Licata e Lorenzo Chiaramonte, assieme all’ex presidente della quarta sezione del Tribunale di Palermo, Tommaso Virga, e agli amministratori giudiziari Walter Virga, che di Tommaso è figlio, e Gaetano Cappellano Seminara. L’inchiesta avrebbe fatto emergere una gestione “clientelare” con incarichi assegnati a parenti e amici in cambio di favori e forse anche di soldi (visto che si indaga per corruzione e autoriciclaggio).
E torniamo all’augurio iniziale di buon lavoro al nuovo procuratore di Caltanissetta che, salvo copi di scena, da mercoledì prossimo sarà Amedeo Bertone.
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09 Giugno 2016, 19:54