Sal l’americano, l’incontro di agosto| Passato e presente di Cosa Nostra

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08 Agosto 2019, 05:45

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PALERMO – Un anno fa. Il 9 agosto 2018 una Fiat Panda partita da Ciminna, piccolo paesino della provincia, giunge in un parcheggio di via Mogadiscio a Palermo. Mandamento mafioso di Passo di Rigano.

Alla guida c’è un uomo, ma è il passeggero che catapulta i poliziotti della squadra mobile indietro nel tempo, fino agli anni della Pizza Connection. Quando la mafia esportava eroina per un miliardo e mezzo di dollari da Palermo agli Stati Uniti, utilizzando una rete di pizzerie e ristoranti italiani. In Sicilia comandava don Tano Badalamenti, il boss di Cinisi che ammazzò Peppino Impastato. La sua interfaccia americana era quella di Salvatore Sal Catalano.

È lui, Catalano, l’americano, 78 anni, che il 9 agosto 2018 scende dalla Fiat Panda. Ha un appuntamento con gli Inzerillo, gli scappati in America durante la guerra di mafia degli anni Ottanta, rientrati in Sicilia e ora di nuovo in carcere.

Catalano ha scontato una condanna a venticinque in un penitenziario statunitense, nel 2009 è stato espulso dagli Usa e al suo rientro in Italia sottoposto a sorveglianza speciale.

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I movimenti della mattina di agosto di un anno fa sono sfuggenti. Non lontano da via Mogadiscio, in via Castellana c’è la casa di Tommaso Inzerillo, che tutti chiamano Tamì. Quella mattina don Masino viene fotografato con il cugino Francesco, ‘u truttaturi, e con il nipote di quest’ultimo, Giovanni Inzerillo, figlio di Totuccio, fratello di Francesco e tra primi a cadere sotto i colpi dei corleonesi.

Francesco Inzerillo si stacca dal cugino e dal nipote che si allontanano verso via Castellana. Procede a piedi sul lato sinistro del marciapiede. Sal Catalano sul lato destro. La Fiat panda li segue alle spalle. Si incontrano al parcheggio di via Mogadiscio. Passato e presente di Cosa Nostra. Dalla Pizza Connection alla mafia di oggi, con gli Inzerillo di Passo di Rigano rientrati dall’America per comandare a Passo di Rigano.

 

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08 Agosto 2019, 05:45

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