20 Marzo 2013, 20:48
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PALERMO – “Dall’oggi al domani in almeno 60 ci siamo ritrovati senza lavoro”. A dirlo sono gli ex operatori della Sala Amica dell’aeroporto di Palermo “Falcone e Borsellino” che da giorni protestano per il mancato rinnovo del contratto tra la ditta esterna presso cui erano impiegati e la Gesap, gestore dello scalo. I lavoratori stazionano nella zona di fronte ai banchi dei check-in, trasformata in una specie di “campeggio”. Prima del mancato rinnovo si occupavano dell’imbarco e dello sbarco dei passeggeri a ridotta mobilità e dei minori non accompagnati in arrivo.
Adesso chiedono lumi sul proprio futuro: “Il nostro contratto, scaduto il 28 febbraio, non è stato rinnovato – spiega il loro rappresentante Giovanni Macaluso – e le mansioni che svolgevano prima sono state assegnate al personale della Gh. Che non dovevamo più venire ce lo hanno detto dall’oggi al domani, non sapevamo niente di questa possibilità. Fra di noi c’è chi aveva un contratto con la partita Iva e prendeva circa 550 euro al mese e chi invece era volontario e prendeva intorno ai 350. Ed eravamo sempre vincolati dai turni, se non venivi non ti veniva pagata la giornata, e lo stesso per le ferie o le malattie”.
La Gh è la società di handling aeroportuale controllata al 100% dalla Gesap. “Il personale della Gh ha difficoltà a ricoprire anche le nostre mansioni, sono pochi – continua Macaluso –. Questo periodo è tranquillo, ma i periodi di Pasqua e la stagione estiva si preannunciano difficili”. “Il nostro sit-in andrà avanti a oltranza, finché qualcuno non ci darà qualche risposta. Come deve fare chi ha famiglia? Prendevamo una miseria, ma era comunque qualcosa. Per ora andiamo avanti anche grazie alla solidarietà degli amici, anche i dipendenti della Gh ci danno una mano. Faremo ricorso al Giudice del Lavoro, ci siamo già rivolti a un legale per questo. Vorremmo che la Gesap o la Gh si occupassero di noi – conclude –. Chiediamo un contratto di lavoro sistemato”.
“Ma la Gesap non può occuparsi dei dipendenti di una ditta esterna. Non ci sarà nessun riassorbimento – replica il direttore generale Carmelo Scelta –. Il contratto con la ditta che gestiva la Sala Amica è stato interrotto sulla base di una prescrizione che ci è giunta dall’Assessorato regionale al Lavoro. La prescrizione è causata da una serie di perplessità della Regione sulle modalità di esecuzione. Non è stata una scelta nostra, siamo stati costretti a interrompere. Per ora questi servizi li stiamo gestendo noi, ma stiamo valutando se cercare un’altra ditta”.
“Gli ex operatori della Sala Amica hanno perfettamente ragione, mi metterei a fare il sit-in con loro – aggiunge Scelta –. Era un piccolo sbocco occupazionale che, una volta venuto meno, non ha avuto alternative. Ma io che posso fare? In un mondo normale – conclude – un’occasione di lavoro che si perde viene riassorbita da un’altra offerta, che però non c’è”.
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20 Marzo 2013, 20:48