22 Luglio 2021, 20:24
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CATANIA – La Geotrans è diventata uno dei simboli della legalità a Catania. Nel luogo dove Enzo Ercolano, figlio del defunto boss Pippo, fratello del killer Aldo e nipote del padrino Nitto, aveva creato il suo “impero” economico dei trasporti è stata inaugurata la sala conferenza intitolata a Pippo Fava, giornalista ucciso dalla mafia. “Questo sarà uno spazio condiviso e diventerà un bene comune”, ha detto Francesca Andreozzi, della Fondazione Fava, durante la cerimonia di inaugurazione. “Questa non è una sala conferenze della Geotrans – le ha fatto eco Luciano Modica, sin dal sequestro amministratore giudiziario della ditta di logistica – ma è aperta alle associazioni del territorio. Ovviamente a chi condivide i valori di legalità e solidarietà. È un bene pubblico”.
Al microfono si sono susseguiti diversi interventi che hanno scandito e raccontato i passi, difficili, che i lavoratori di Geotrans hanno intrapreso dal sequestro. In un primo momento hanno dovuto condividere gli spazi anche con Ercolano. In quell’ufficio, quando è scattato il blitz Caronte, sono stati appesi al muro le foto di Falcone e Borsellino. Dall’immagine alla sostanza. Perché quando poi è arrivata la confisca definitiva è stato deciso di acquisire Geotrans costituendo una coooperativa. Ma la burocrazia ha allungato i tempi della cessione dei beni da parte dell’Agenzia dei Beni confiscati. E nonostante è arrivato poi il sì definitivo ci sono ancora questioni nel limbo. “La vicenda non è ancora chiusa purtroppo – dice Modica – e sicuramente non vogliamo che durante il passaggio vengano trasferiti debiti che non appartengono a questa gestione”.
Lo stato patrimoniale al momento è attivo. E inoltre i vertici di Geotrans hanno anche chiuso ”un vantaggioso accordo dopo un incontro a Napoli tra Modica e l’ingegnere Eugenio Grimaldi”. Insomma gli sforzi dei lavoratori sembrano avere risposte positive, serve l’ultimo centimetro con la contrattualizzazione dell’Agenzia dei beni confiscati per poter finalmente voltare pagina con il passato.
“Penso che questo sia un luogo che meriti di essere riscattato dalla storia cupa e violenta che ha conosciuto questa città”, ha detto Claudio Fava, presidente della Commissione Antimafia all’Ars. “Io penso che oggi Geotrans sia uno strumento perché ci dice cosa possiamo fare e quale storia di dignità nel lavoro possiamo ricostruire. Una storia costruita qui nel luogo che era il fiore all’occhiello di Cosa nostra per presentarsi alla buona società. Qui – ha aggiunto – è stata vinta una battaglia di legalità grazie anche al coraggio dei lavoratori che hanno deciso di formare un cooperativa”.
Per Fava Geotrans è una storia da raccontare ai giovani per nutrirli di esempi positivi e allontanarli dai falsi miti. “Dobbiamo raccontare la cacciata di Ercolano dal luogo dove avevano costruito il loro piccolo impero economico. Dobbiamo raccontare di una città che si sta liberando dei propri mostri”, conclude.
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22 Luglio 2021, 20:24
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