Sala delle Lapidi, sì alle unioni civili

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08 Novembre 2011, 14:45

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Sala delle Lapidi dice sì alle unioni civili. Nel corso della seduta tenutasi stamane, infatti, l’Aula ha approvato la mozione e gli emendamenti che invitano il sindaco Diego Cammarata ad attivarsi a livello regionale per la discussione e la votazione del ddl regionale in materia, istituiscono il registro delle unioni civili e regolamentano i criteri per l’iscrizione e la cancellazione. Ad approvarlo uno schieramento trasversale ai partiti, che ha visto votare a favore anche numerosi esponenti del centrodestra. Ma il registro, almeno per ora, rimarrà solo sul piano delle intenzioni: senza una normativa regionale o nazionale, infatti, la mozione non potrà avere alcun effetto giuridico. Il ddl, presentato all’Ars nel 2010 e supportato da oltre 400 firme di intellettuali ed esponenti della società civile, sta ancora percorrendo il suo iter.

“Questa è una grande giornata di democrazia per Palermo, che diventa capitale e pioniera dei diritti civili – ha detto Vincenzo Tanania (Pd), tra i promotori dell’atto – adesso tanti ragazzi e ragazze come me potranno usufruire dei loro diritti. Chiederò alla Segreteria generale di istituire il registro, in modo tale che, un minuto dopo l’approvazione del ddl, tutti gli iscritti possano vedere riconosciuto quello che gli spetta”. Un entusiasmo manifestato anche dal capogruppo Idv Fabrizio Ferrandelli (nella foto), primo firmatario dell’atto e coordinatore del comitato ‘I diritti esistono’: “Esprimo grande apprezzamento per tutti i consiglieri presenti in Aula – ha dichiarato Ferrandelli – che hanno consentito la trattazione della mozione. Finalmente oggi la società verrà vista con gli occhi del 2011, un primo importante passo per alleviare la sofferenza di tanti siciliani che vedono negati i loro diritti con miopia”. Secondo Ninni Terminelli (Pd) “si tratta di una pagina storica che rende Palermo più civile e moderna, scritta con un voto trasversale e di coscienza”, mentre per Alberto Mangano, capogruppo del Misto, “la mozione costituisce un atto politico rilevante per Sala delle Lapidi e per l‘intera comunità”.

Per Antonella Monastra (Un’Altra Storia) “è stata una vittoria schiacciante: diciannove sì e tre no. Grazie al mio emendamento sono state disciplinate in modo più puntuale l’iscrizione, la cancellazione e la certificazione delle convivenze basate su vincoli affettivi che si protraggono da almeno un anno presso l’ufficio comunale competente, senza discriminazioni. Ma la battaglia è stata dura, ci sono stati anche momenti tragicamente esilaranti. Il consigliere Sandro Oliveri (vicepresidente dell’Aula in quota Mpa, ndr) ha persino letto una pagina della Genesi, in cui si faceva riferimento agli abitanti di Sodoma: per salvare il loro posteriore (è proprio il caso di dirlo) Lot avrebbe offerto (‘fategli tutto ciò che volete’) le sue figlie illibate. Il consigliere, per preservare, a sua detta, l’istituzione della famiglia, riporta un caso di  esemplare inciviltà, che calpesta il corpo delle donne. Fa una certa impressione ascoltare queste parole ai nostri giorni, tenuto conto della violenza morale e fisica perpetrata quotidianamente su donne ed omosessuali”.

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La maggioranza, come detto, è stata trasversale ai partiti che in molti casi si sono divisi al loro interno. “Quella di oggi – ha detto Gerlando Inzerillo (Fds) – è stata solo un’ulteriore perdita di temo del consiglio comunale davanti alle tante emergenze che avrebbero bisogno di attenzione. E’ stata solo una passerella che non rappresenta la volontà della città e della maggioranza dei cittadini, e che comunque non sortirà alcun effetto fino a quando non ci sarà un legislatore di rilievo nazionale o regionale che ne renderà praticabile il percorso”. Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo del Pid, Doriana Ribaudo: “Abbiamo votato contro perché la mozione, seppur in alcune parti condivisibile, non corrispondeva al nostro modello di società. Siamo convinti che nel rispetto delle leggi vigenti occorra trovare delle tutele, rivedendo magari i già normati ‘contratti di convivenza’. Quello che si è registrato oggi è il tentativo di strumentalizzare, per raccogliere consenso, un tema che deve essere affrontato in altre sedi. Al di là del nostro pensiero, abbiamo ritenuto di dover rimanere in Aula consentendo di procedere con la votazione nonostante più del 50% dei firmatari della richiesta della convocazione fosse assente”.

Si è astenuto, invece, il capogruppo dell’Udc Salvo Italiano, unico rappresentante centrista presente in Aula al momento del voto. “La mia è stata una mediazione – ha spiegato Italiano – fra il principio della famiglia tradizionale, tanto caro al mio partito, e il principio ‘libertas altrum non ledere’ che non può essere ignorato”.

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08 Novembre 2011, 14:45

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