20 Luglio 2013, 15:35
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CATANIA – La crisi c’è e si sente: rispetto al 2012 si spende dal 20% al 30% in meno. Questi sono i dati rilevati dalla Confesercenti Catania a seguito di un’attenta indagine condotta sull’aziende del settore abbigliamento e calzature. Le attività della città e provincia aderenti alla Fismo (Federazione Italiana Settore Moda) interpellate a tal proposito rivelano che l’inizio delle svendite estive segna una diminuzione della spesa pro-capite. A due settimane dal via ai ribassi, l’associazione dei commercianti si fa portavoce del malcontento e della preoccupazione generale degli utenti.
Meno vendite, meno scontrini. «L’incasso giornaliero di un negozio accessibile si aggira intorno ai 70 euro – dichiara Salvo Politino, direttore Confesercenti Catania –. La crisi, tuttavia, tocca anche i negozi frequentati da una fascia di clienti medio-alta. Se nel 2012 questi esercizi incassavano 1500 euro al giorno, quest’anno nello stesso periodo ne hanno incassati solo 600. Meno della metà. Inoltre, interrogati sulla liberalizzazione dei saldi il 70% dei commercianti ha dichiarato di non essere d’accordo. La nostra città si regge da sempre sulle attività commerciali – prosegue Politino – è in atto una lenta agonia. Non possiamo permetterci che tutto questo venga sottovalutato. Noi continueremo a farci portavoce delle esigenze delle imprese e a chiedere con forza alla classe politica interventi urgenti per mantenere le saracinesche alzate».
«Il dato è realmente preoccupante – dichiara da parte sua il Presidente della Fismo, Giuseppe Cristoforo – tutti ci aspettavamo un’inversione di tendenza nei consumi dei siciliani. I saldi erano un’occasione di rilancio tanto per i commercianti che per i clienti, ma anche stavolta dobbiamo registrare un altro punto a sfavore del commercio».
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20 Luglio 2013, 15:35