31 Ottobre 2011, 15:19
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La Procura della Repubblica di Marsala, con un provvedimento a firma del sostituto Bernardo Petralia del 24 ottobre, notificato al Comune il 28 dello stesso mese, ha emesso, sulle base di una serie di relazioni del vigili del fuoco di Trapani, un cosidetto “sequestro preventivo d’urgenza” di alcuni immobili, in parte di privati cittadini, in parte del Comune, ricandenti nel quartiere arabo del Rabato, una delle zone più suggestive del centro storico della città.
“Gli immobili del Comune costituiscono una parte del cosiddetto «Progetto case a 1 euro», e si tratta di vecchie case – si legge in un comunicato – distrutte durante il terremoto del 1968, che l’amministrazione Sgarbi, ha acquisito al patrimonio dell’ente proprio nell’idea di recuperarle, rispettandone le caratteristiche architettoniche originarie, affidandone i lavori di recupero a personalità dell’arte, della cultura, delle istituzioni. Al Comune, fino ad iggi, sono giunte circa 10 mila cosiddette «manifestazioni di disponibilità» da ogni parte del mondo.
Il sequestro ordinato dal magistrato inquirente Bernardo Petralia è motivato dal «pericolo di crolli», e cioè dalla stessa condizione per la quale il Comune ha pensato di recuperarli acquisendoli al proprio patrimonio. «Siamo al paradosso – tuona Sgarbi – in pratica mi accusano di risanare il centro storico. Nel momento in cui tentiamo di recuperarle, ci fermano. Hanno scoperto l’acqua calda dicendo che vi sono pericoli di crolli. Mi chiedo: se ne accorgono adesso che sono pericolanti ? Sono così da 30 anni, mentre io sono arrivato 3 anni fa e ho trovato un cimitero. E mentre le precedenti amministrazioni hanno sostanzialmente dormito, io ho acquisito questi immobili al patrimonio del Comune per recuperarli, e non certo per distruggerli. Perché secondo le bizzarre teorie dei Vigili del Fuoco, che la Procura ha fatto proprie, per loro “mettere in sicurezza” significa demolire. E io non ho intenzione di demolire un bel nulla, semmai di conservare e recuperare».
Il Pm Bernardo Petralia ha contestualmente invitato i proprietari degli immobili (5 identificati, altri ignoti) e per il Comune il Sindaco Vittorio Sgarbi e il Capo del Settore Manutenzioni, l’ingegnere Giuseppe Placenza, a nominare un difensore di fiducia, ravvisando per loro le ipotesi di reato codificate negli articoli 677, comma 1 e 3 (Omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina; la pena prevede l’arresto fno a 6 mesi) e 673 del Codice Penale (Omesso collocamento o rimozione di segnali o ripari; la pena prevede l’arresto fino a 3 mesi). «Non posso negare – commenta Sgarbi – di avere, in questi mesi, in numerose occasioni, pensato di dimettermi da sindaco di Salemi. Inutile pensare di difendere l’attività dell’amministrazione comunale aggredita e indifesa da rappresentanti infedeli di altre istituzioni. Inutile pensare di restituire verità alla politica denunciando ipocrisie e menzogne. Inutile tentare di preservare le aree del centro storico nell’ipotesi di una ricostruzione alternativa alla distruzione, di cui rimangono eloquenti scheletri a denunciare cattive e cieche amministrazioni. Di fronte a tutto questo – osserva Sgarbi – niente di più logico e di opportuno che andarsene. E invece non lo farò. Perché aspetto la mozione di sfiducia che hanno in animo di presentare i consiglieri del Pd cercando alleati-complici in quelli che furono eletti nella maggioranza guidata da Pino Giammarinaro. Espulso come un corpo estraneo da una città cui ho legato il mio nome mostrandone l’antica grandezza. Di quella futura, i veri protagonisti, sono i cospiratori. Con il compiacente sostegno di “corvi” e di capre»”.
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31 Ottobre 2011, 15:19