16 Gennaio 2017, 19:42
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PALERMO – Il Palermo riparte da Nicola Salerno, che ha deciso di accettare la corte di Zamparini. Il dirigente ha firmato un contratto di un anno e mezzo col club di viale del Fante e ha fatto valere subito la propria esperienza, inducendo il patron a confermare sulla panchina rosanero Eugenio Corini. Passa, dunque, la linea della ragionevolezza. Tanta gavetta per il navigato dirigente di Matera, 60 anni, con trascorsi siciliani nel Messina e nel Catania. La piazza che lo ha reso celebre è quella di Cagliari, dove nel 2008 ottenne una salvezza miracolosa dopo aver collezionato appena dieci punti nel girone d’andata, con Ballardini in panchina. Un dato numerico a cui i tifosi si aggrappano per continuare a sognare la permanenza in massima serie, possibilmente con l’aiuto di un mercato di qualità in grado di rinforzare la squadra.
Dunque, spazio all’ennesimo direttore sportivo. Funziona così a Palermo, alla stregua di quanto accade per gli allenatori. La differenza numerica tra le due categorie rimane sostanziale, con i tecnici in netto vantaggio, ma durante la gestione targata Maurizio Zamparini gli uomini mercato chiamati a scegliere calciatori funzionali alla causa (e alle casse) rosanero, con l’obbligo di convincere il patron, sono stati parecchi. Il matrimonio più felice, nonché quello di maggiore durata, con Rino Foschi, fedele compagno d’avventure nei primi anni in Sicilia. Il dirigente romagnolo diede vita all’operazione travaso da Venezia a Palermo, tessendo via via la tela che permise a Zamparini di riportare il club di viale del Fante in serie A dopo oltre 31 anni di assenza. Diversi i colpi messi a segno dall’attuale uomo mercato del Cesena: tra gli altri, Toni, Grosso, Barzagli, Zaccardo, Cavani, Amauri e Miccoli.
Nell’estate del 2008 l’improvvisa rottura. Foschi va via, lasciando la direzione sportiva a Walter Sabatini. E via a un’altra pagina d’oro: alle pendici del monte Pellegrino arrivano Pastore, Hernandez, Munoz e Ilicic: il vessillo rosanero continua a volare ma i rapporti tra l’ex Roma e Lazio e il patron si fanno man mano sempre più tesi sino alle dimissioni rassegnate dal d.s. nel novembre del 2010. Da quel momento inizia una fase tormentata che influirà anche sull’esito delle campagne di rafforzamento condotte dalla società di viale del Fante. Zamparini in alcuni casi ritiene di poter agire in piena autonomia, in altri si affida a personaggi che non reggeranno il confronto col patron o finiranno per essere vittima di licenziamenti e di rotture più o meno burrascose. Non rimane traccia dell’operato di Sean Sogliano, per poche settimane alle dipendenze dell’imprenditore friulano.
Da dimenticare l’esperienza di Luca Cattani, mentre la collaborazione con Christian Panucci, nominato responsabile dell’area tecnica, rimarrà negli annali per la durata: un mese e sei giorni. Con Giorgio Perinetti sarà odio e amore, con in mezzo l’infausta alleanza con Pietro Lo Monaco che terminerà con parole al vetriolo da parte delle due parti in causa, dopodiché la retrocessione in B e l’immediata risalita targata nuovamente Perinetti. Poco più di una comparsata quella di Franco Ceravolo, mentre il rapporto con Dario Baccin, attualmente responsabile del settore giovanile rosanero, per il momento è saldo. Manuel Gerolin operò, di fatto, da d.s. senza portafoglio prima del ritorno di fiamma con Rino Foschi per un amore durato lo spazio di dieci giorni. Faggiano e Simic, quest’ultimo mai ufficialmente nominato direttore sportivo, sono storia recente. Adesso spazio a Salerno.
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16 Gennaio 2017, 19:42