19 Gennaio 2017, 13:32
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PALERMO – Nicola Salerno torna in Sicilia, questa volta per lavorare tra le fila del Palermo. Il nuovo direttore sportivo rosanero è stato presentato a Boccadifalco, e ha fatto capire subito di essere molto gratificato all’idea di lavorare forse nella piazza siciliana più importante: “È un ritorno in Sicilia per me, adesso sono a Palermo ed è un onore per me lavorare in una piazza che ho sempre apprezzato. Sono contento di essere venuto qua perchè ho sempre avuto una grossa considerazione del Palermo, anche essendo stato avversario tante volte. Viviamo una situazione di difficoltà, ma secondo me è ancora affrontabile. Non è nel mio DNA affrontare situazioni facili. Ho accettato per due motivi: in passato non ho potuto accettare per altri impegni precedenti, come ad esempio al Leeds con Cellino che mi aveva chiesto una mano. In Inghilterra avevo provato ad affrontare il futuro in maniera diversa, ma la chiamata di Zamparini, considerando anche la situazione apparentemente difficile, non ho potuto rifiutarla. Spero che questa collaborazione sia proficua e utile alla squadra”.
Il mercato è ovviamente il punto attorno al quale gira tutta la conferenza di Salerno. Ci si chiede sia se sarà possibile operare con un buon margine di manovra per costruire una rosa più forte, sia se si potrà convivere con la corrente serba che lavora da almeno un anno alla corte di Zamparini: “Dobbiamo cercare di fare qualcosa, i margini di manovra sono quelli di una squadra di serie A che deve affrontare un certo campionato. A volte anche con meno margine di manovra si riescono a fare operazioni che migliorano di molto una squadra. Al di là del miglioramento individuale, qui ci vuole un tipo di miglioramento alla ricerca della compattezza. Fino a metà febbraio si decide gran parte del nostro destino, facendo 2-3 risultati importanti si sente l’odore dell’impresa, la squadra si gasa e magari la gente si avvicinerà ancor di più alla squadra. Dobbiamo cercare di prendere giocatori pronti, che conoscano il campionato italiano e che diano personalità e sicurezza a questa squadra. Ci vuole questa gente, che aiuti anche nello spogliatoio. Mi sono confrontato con il presidente e con l’allenatore, anche per capire come muovermi perchè ho seguito poco la serie A ultimamente. Hiljemark? C’è una trattativa ben avviata, è in uscita. Altre uscite? È possibile che qualcun altro possa andare via, anche per far uscire un po’ di negatività dallo spogliatoio, ma i giorni passano velocemente. Dipende anche dalle possibilità e dalle occasioni che ci saranno”.
La conferma di Eugenio Corini è stato il primo gesto in cui si è visto chiaramente lo zampino di Nicola Salerno. Il dirigente materano ha fatto capire quanto fosse importante dare stabilità, sul piano della guida tecnica: “In questo momento ho pensato che non fosse il caso di dare un altro scossone, sarebbe diventato un problema. Mi auguro che il Palermo faccia risultato ed Eugenio possa andare avanti a Palermo. Sappiamo delle difficoltà in un momento del genere, con le aspettative della proprietà e la pressione della piazza, ma io mi auguro che ci sia anche quel pizzico di fortuna che non può mancare. Ci vorrebbe subito un altro risultato positivo, il resto viene da solo. La squadra non è scarsa, ha qualità che possono venire fuori e che mi aspettavo si palesassero dopo Marassi”.
Ci si chiede se in casa Palermo ci sia un problema di credibilità, soprattutto dal punto di vista di giocatori e procuratori che rifiutano o meno la piazza palermitana: “Non penso che manchi credibilità, giochiamo pur sempre in serie A. Palermo è una grande piazza, non credo che esista gente che rifiuti la serie A, anche perchè si sa che possiamo ancora giocarci le nostre carte”. Si parla anche dell’eventualità di costruire una squadra in vista di una retrocessione in serie B: “È chiaro che i giocatori che prendi devono essere buoni, non penso che a sei mesi dalla fine si possano già porre le basi su un campionato da affrontare in B, cerchiamo di pensare all’immediato, poi vedremo cosa accadrà in futuro. Ma di certo ce la giocheremo fino in fondo”.
Salerno risponde anche alle domande relative alla sua convivenza con la corrente serba, che ha dato vita all’acquisto di Sunjic che sembrava bloccato proprio dal nuovo ds: “Voglio fare chiarezza su questo punto, perchè anche gli altri giocatori non li ho scelti io. Sono pronto ad affrontare queste situazioni nel migliore dei modi, uno come Sunjic lo dobbiamo valutare e accogliere, anche perchè non viene dall’Interregionale. Se ci potrà dare una mano, ben venga, ma dobbiamo fare ancora qualcosa, sia in entrata che in uscita. Il margine di autonomia? Sicuramente se Zamparini mi ha chiamato e mi ha fatto un contratto, non lo ha fatto per cortesia. Ci sono margini per lavorare, ho un rapporto tale con il presidente che mi fa pensare di poter lavorare bene”.
Nicola Salerno è stato il direttore sportivo nel cosiddetto Cagliari dei miracoli. Quello che, per capirci, giro la boa di metà stagione nel 2008 con dieci punti (gli stessi del Palermo di quest’anno) e si salvò. Il ds fa capire cosa serve per ripetere l’impresa: “Possiamo fare bene in base al rapporto con il presidente, da parte mia non c’è l’attaccamento alle cose veniali, c’è dell’affetto e c’è felicità per essere arrivato in questa piazza. Da parte mia darò tutto ciò che posso fare. Rispetto al Cagliari del 2008 ci vuole la svolta, quell’anno perdevamo col Napoli al 90′ e potevamo già pensare alla serie B, invece vincemmo e ci fu la svolta. Sono delle partite che fanno svoltare un campionato. Basta avere 5-6 punti in più per avere maggiore tranquillità e carica”.
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19 Gennaio 2017, 13:32