24 Ottobre 2014, 18:56
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CATANIA – Phoenix dactylifera. Questo il nome della specie di palma che ieri è precipitata al suolo, uccidendo Patrizia Scalora. É una specie diversa dalle palme nane siciliane e da quelle Canariensis, più comuni anche queste a Catania, anche relativamente al punteruolo rosso. Scende nei dettagli, Salvatore Bonaiuto, agronomo catanese, che spiega perché il punteruolo rosso che attacca questo genere di palma sia più subdolo, assolvendo così gli operai della Multiservizi per i quali sarebbe stato impossibile capire la malattia della pianta senza particolari strumenti.
“Il punteruolo passa su molti esemplari di palme – afferma l’esperto – non solo sulle più comuni. Sulla dactylifera il punteruolo è occulto, perché depone le uova facendo dei piccoli fori, nei quali si sviluppano le larve che entrano dentro i tessuto della palma. Ci vorrebbe una radiografia – continua – per vedere se ci sono cavità all’interno della pianta. Ogni collega è umanamente scagionato se, pulendola, non si è reso conto che la pianta fosse malata, avendo le foglie sane”. “In termini tecnici non bisogna parlare di tronco ma di stipite – prosegue. Le palme non hanno accrescimento secondario, ovvero legno che fa ingrossare il tronco e che negli anni ingrossa. Ma sono molto flessibili e resistono ai venti forti, anche fortissimi. Se sono sane, però”.
Fatalità, dunque. Almeno per quanto riguarda lo stato di salute della palma di piazza Cutelli, difficile da constatare. Il problema, piuttosto, secondo l’agronomo sarebbe da cercare altrove Ed è questo l’altro aspetto su cui insiste Bonajuto: la prevenzione. “A Catania manca un Piano del verde – incalza – manca un regolamento. Nel quale, a mio avviso, le palme andrebbero inserite tra i legni cosiddetti pericolosi, quelli per intenderci a rischio in caso di eventi atmosferici, come per i pini o gli eucalipti. Non sono più da ignorare – aggiunge – perché, a causa del punteruolo, sono diventate piante non più flessibile, che a rischio crollo”.
Un piano del verde e la radiografia di tutte le piante a rischio, dunque, la soluzione prospettata da Bonajuto per verificare la sicurezza degli alberi ed evitare che, come accaduto in piazza Cutelli, questi vengano abbattuti. “Gli esperti sono da tempo a disposizione dell’amministrazione – prosegue Bonajuto – per dare una consulenza al Comune per approntare il miglior piano del verde da adattare a Catania. E sembra che da Palazzo si siano resi conto quanto sia necessario agire. Catania è fra gli ultimi Comuni in Italia a non avere il piano e questo è grave”.
Nel frattempo, secondo l’agronomo spetterebbe alla Protezione civile intervenire in caso di eventi atmosferici particolarmente acuti. “Le palme vanno inserite tra gli alberi a rischio – conclude – e, dove ci sono quelle esistenti, a mio avviso la protezione civile dovrebbe transennare le aree in caso di forte vento e maltempo”.
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24 Ottobre 2014, 18:56