Politica

Salva Sicilia, acque agitate nella maggioranza

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22 Dicembre 2022, 12:49

4 min di lettura

PALERMO – Acque agitate nella maggioranza. Il risultato incassato dall’esecutivo regionale con l’emendamento “Salva Sicilia” non solo non placa le tensioni interne ai partiti ma addirittura crea scompiglio nella coalizione. La nota stampa della deputata azzurra Bernadette Grasso è una cartina di tornasole abbastanza eloquente. 

“Con mio grande stupore, leggendo oggi sui quotidiani dell’importante notizia circa la norma Salva Sicilia – approvata in Commissione Bilancio a Montecitorio e che permette alla Regione di superare i rilievi della Corte dei Conti sul bilancio 2020 – sembra che il Presidente Schifani sia stato un semplice spettatore o peggio, un figurante”, dice Grasso. 

E rivendica il ruolo del presidente Schifani nelle serrate trattative con Roma. “Nulla di più falso poiché è l’unico vero protagonista. Se infatti la Regione Siciliana è riuscita a portare a termine un’operazione finanziaria essenziale per le sorti dei conti regionali è soprattutto per il ruolo determinante svolto dal Presidente Schifani, unico autore della norma. Le garanzie che solo la sua credibilità istituzionale potevano offrire sono state fondamentali nel delicato lavoro di mediazione svolto sia con il Ministro Giorgetti che soprattutto con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. È giusto prenderne atto e riconoscerne i meriti”, continua. 

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Tra le righe, la difesa d’ufficio di Grasso è sintomatica di una situazione che rischia di rivelarsi esplosiva. Ma a chi si riferisce la deputata? Le ipotesi, corroborate dalle voci di Palazzo, riguardano in primis l’onorevole Tommaso Calderone che ieri aveva rivendicato la paternità dell’emendamento Salva Sicilia approvato in Commissione Bilancio alla Camera. “Ho sentito forte il dovere di fare qualcosa per risolvere una situazione difficile per la mia Regione che avrebbe avuto pesanti ricadute su tutti in Sicilia. Siamo riusciti, con l’approvazione dell’emendamento cosiddetto Salva Sicilia, a risolvere i pressanti problemi finanziari della Regione. Ringrazio la Commissione Bilancio, con in testa il Presidente Mangialavori e il mio Partito per l’impegno sinergico che ha portato a questo importante risultato”, aveva commentato Calderone. A stretto giro alla voce di Grasso si unisce quella del capogruppo di Forza Italia all’Ars, Stefano Pellegrino. “L’inserimento del Salva Sicilia nella finanziaria nazionale che il Parlamento si appresta a votare è certamente il risultato di un lavoro politico e tessitura di rapporti istituzionali svolto prima di tutto dal Presidente Renato Schifani che fin dal giorno del suo insediamento ha lavorato, per altro unico titolare formale delle competenze e del ruolo amministrativo per farlo, per costruire i necessari rapporti col Governo nazionale”, dice. “E’ indubbio – aggiunge – che vi sia stato un proficuo lavoro di squadra che ha interessato tutti gli attori istituzionali coinvolti, per un risultato che può davvero cambiare la storia non solo di questa legislatura ma dei rapporti fra Stato e Regione per i prossimi anni. Di fronte a questo risultato, spiace vedere che qualcuno tenti di intestarsi un ruolo, per altro impossibile vista la brevissima permanenza al Parlamento nazionale e visto che certamente un provvedimento di questo tipo non può certo essere frutto del lavoro di un singolo. E’ la conferma del fatto che purtroppo alcuni, in netta minoranza in Forza Italia e nel centrodestra, non hanno capacità di lavorare in squadra per il bene della Sicilia, ma guardano solo alle proprie posizioni personali”.

A fare storcere il naso al presidente, con ogni probabilità, c’è anche la nota stampa degli assessori Sammartino e Turano che pur, riconoscendo il lavoro sinergico tra governo nazionale ed esecutivo regionale, loda soprattutto il ruolo svolto dal duo Giorgetti-Salvini. L’approvazione dell’emendamento che consentirà alla Regione di spalmare il disavanzo in dieci anni piuttosto che in tre, è il frutto del grande lavoro portato avanti in piena sintonia tra il governo regionale e quello nazionale e dell’impegno dei parlamentari regionali e nazionali della Lega. Per questo motivo, ringraziamo il ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti e il leader Matteo Salvini”, dichiarano i leghisti.

Infine, l’immancabile ciliegina sulla torta piazzata da Gianfranco Miccichè che oggi su Repubblica si smarca e minimizza la portata del Salva Sicilia considerandolo frutto di un accordo al ribasso. “Ci hanno dato le briciole e cantiamo pure vittoria. Erano partiti da 650 milioni. Ogni volta che faccio una trattativa, vorrei avere davanti quelli della Regione. Duecento milioni sono una cifra ridicola, senza contare che almeno 70 milioni serviranno per rispondere ai richiami della Corte dei conti”, spiega il coordinatore azzurro piazzando l’ennesimo ordigno sotto l’edificio (non esattamente solidissimo) della maggioranza che guida la Regione e che la prossima settimana tornerà in aula per votare il ddl sulle variazioni di Bilancio.

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22 Dicembre 2022, 12:49

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