12 Maggio 2011, 14:52
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(R.I.) Si è aperto ieri a Roma il tavolo interministeriale che avrà il compito di elaborare un piano non solo per la Gesip, ma per tutte le società partecipate e in generale per il Comune di Palermo. Un percorso che, secondo alcuni, punterebbe sul turn over fino all’esaurimento del bacino di lavoratori e non più su internalizzazione e prepensionamenti, cosa che sta mettendo in allarme i sindacati preoccupati anche dal mancato arrivo dei 40 milioni promessi dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Timori non condivisi dal capogruppo del Pid a Sala delle Lapidi, Doriana Ribaudo, secondo la quale il Ministero e il Comune faranno di tutto per trovare una soluzione definitiva al problema.
Consigliere Ribaudo, non la preoccupa che il comunicato stampa del sindaco Cammarata non accenni né ai prepensionamenti né all’internalizzazione?
“No, anche perché siamo solo all’inizio. Ieri sono stati calendarizzati altri tavoli tecnici, che si terranno nei prossimi giorni, dove il Comune presenterà un piano generale di riorganizzazione complessiva del personale, e comunque nessuno ha escluso i prepensionamenti o l’internalizzazione. Mi preme sottolineare come finalmente non si parli più di trasferimenti a pioggia, ma di un programma di riorganizzazione generale del Comune che comprenda anche le altre società. Le migliori professionalità dell’amministrazione palermitana e del ministero lavoreranno a questo, è comunque importante che non si stia procedendo soltanto ad affrontare la vicenda Gesip, che è il problema più immediato, ma addirittura si vuol mettere mano a tutti i problemi”.
L’ipotesi del turn over solleva però qualche dubbio. I lavoratori della Gesip svolgono servizi generici, più che altro esecutivi. Sarebbero in grado di sostituire il personale comunale negli uffici?
“Da quello che ho capito, il turn over non riguarderebbe solo gli impiegati comunali ma anche i lavoratori delle partecipate. Alcuni dipendenti della Gesip hanno anche dei precedenti giudiziari che impediscono, per legge, l’assunzione in una pubblica amministrazione, per questo mi sembra normale che l’eventuale turn over riguardi tutte le municipalizzate. Questo consentirebbe, inoltre, di diminuire il contratto di servizio alla Gesip”.
E i 40 milioni? Ancora non arrivano e i sindacati cominciano a nutrire più di un timore.
“Non mi preoccupa il ritardo, perché so per certo che il Ministero farà di tutto perché l’attività della Gesip continui fino all’individuazione di una soluzione definitiva. Come del resto confermato dal comunicato del sindaco, che parla di una norma ad hoc nella manovra finanziaria di giugno”.
Le opposizioni rimproverano al sindaco di essere andato a Roma senza aver prima concertato un piano con il consiglio comunale e le parti sociali. Secondo lei hanno ragione?
“So che le organizzazioni sindacali prenderanno parte al tavolo interministeriale in un secondo momento, così come ha detto Cammarata. Penso comunque che la polemica politica, ora come ora, non sia affatto prioritaria. Una cosa è certa: il capogruppo del Pd, Davide Faraone, ieri rimproverava al sindaco di andare a Roma senza un piano di riorganizzazione, scrivendo addirittura al ministro Tremonti per chiedere di non aiutare Palermo; oggi, che si affronta il problema attraverso la redazione di un piano industriale per una soluzione seria e definitiva, dice che è tempo perso e occorre privatizzare le aziende. Faraone sa benissimo che privatizzare oggi le società, così come sono, vorrebbe dire svenderle ai privati, qualora se ne presenti qualcuno e le gare non vadano deserte. Prima si devono ottimizzare le risorse e rendere efficienti i servizi, così che quando a fine anno venderemo il 40% delle società come ci impone la legge, anche se in alcuni settori i termini sono stari prorogati, come per quello dei trasporti nel 2015 o quello del gas nel 2013, venderemo dei gioielli e non dei carrozzoni”.
Ieri il sindaco Cammarata ha scritto una lettera al suo vice, Marianna Caronia del Pid, per sollecitare una soluzione al problema relativo al servizio di rimozione delle carcasse delle auto. Una modalità, quella epistolare, un po’ singolare che ha fatto ipotizzare qualche frizione fra i due.
“No, nessuna frizione. Ho sentito il vicesindaco fino a stamattina e non credo ci siano stati problemi. So che la Caronia sta affrontando il problema delle carcasse delle auto sollecitando gli uffici a redigere il bando, perché certamente non può farlo lei. Se ne sta occupando personalmente con i suoi uffici. Non mi sembra strana la modalità epistolare, non è la prima volta e fa parte dei rapporti fisiologici del sindaco con la sua giunta”.
Passiamo al consiglio comunale, che negli ultimi mesi ha prodotto veramente poco a parte la mini-proroga per Gesip. Cosa non funziona a Sala delle Lapidi?
“Ho letto in questi giorni le interviste che state facendo agli altri capigruppo, e devo dire che concordo con il collega Giulio Tantillo (del Pdl, ndr) sull’esistenza di una difficoltà legata al regolamento del Consiglio. E’ sufficiente che un consigliere si metta di traverso per mandare in fumo il lavoro della conferenza dei capigruppo. Il regolamento consente infatti il prelievo di altri punti dell’ordine del giorno anche se non concordati nella capigruppo, permette che si possa bloccare la trattazione di una delibera e in generale di fare ostruzionismo. Non è questione di numeri. Il nostro regolamento non è come quello dell’Ars, anche un gruppo di tre consiglieri può paralizzare l’intera seduta del Consiglio. C’è chi fa questo strumentalmente, e mi duole dirlo è all’opposizione, e c’è chi lo fa perché pensa siano altre le priorità e quindi rientra nella normale attività politica”.
Ci può fare l’ esempio di qualche delibera bloccata in Consiglio?
“Ho visto tanti citare i Prusst (Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio, ndr), il piano regolatore del porto o il Peep (Piano di edilizia economica e popolare, ndr), credo anche io siano le priorità specie in un Comune in cui non ci sono risorse economiche. Sarebbero un ottimo strumento per creare sviluppo in sinergia con i privati. Il problema è che poi in conferenza di capigruppo questi temi non sono la priorità, si litiga su cosa fare prima. Siamo arrivati al punto, come Pid, di raccogliere le dieci firme necessarie per le auto-convocazioni del consiglio su punti specifici dell’ordine del giorno, e il presidente è obbligato entro 20 giorni a convocarle. Ci si può confrontare, fra maggioranza e opposizione, ma l’importante è che non ci vadano di mezzo i privati. Sui Prusst ho scritto una lettera a tutti i gruppi e per conoscenza anche al sindaco, perché in altri territori sono già pervenute le lettere da Roma con cui il ministero chiede conto e ragione dei Prusst approvati, dal momento che la loro approvazione consente di avere finanziamenti pubblici. Se le opere private non vengono realizzate, a Palermo dovremo restituire qualcosa come tre milioni di euro e la responsabilità sarà unicamente del consiglio. Ho letto che alcuni progetti presenterebbero dei rischi di infiltrazione o sarebbero delle varianti camuffate: bene, emendiamoli e approviamo quelli che invece non presentano criticità. Non approvarne nessuno non serve a nulla”.
Passiamo all’Amat, guidata da Mario Bellavista, uomo indicato proprio dal Pid. Il consiglio comunale è intenzionato a bocciare il budget di Amat perché in passivo e Bellavista ha minacciato un decreto ingiuntivo al comune per ottenere 140 milioni. Qualche consigliere di maggioranza si è lamentato del comportamento di Bellavista. Lei cosa ne pensa?
“Il presidente Bellavista non ha minacciato nessuno. Le commissioni Aziende e Bilancio si sono confrontate sul badget di Amat e lo hanno rimandato agli uffici, non lo hanno bocciato. E comunque tutte le decisioni vengono prese all’unanimità dal consiglio di amministrazione, in cui son presenti due uomini del Pdl su tre. Le commissioni ha messo per iscritto alcuni suggerimenti, il problema è che l’Amat ha inviato più volte agli uffici comunali delle proposte che non hanno ricevuto alcuna risposta. Per esempio non si capisce perché la gestione delle strisce blu dell’Amat sia diversa da quelle dell’Apcoa; Amat ha anche presentato delle proposte sul personale per conseguire dei risparmi ma anche qui non ha ricevuto risposta. Poi ci sarebbe il nuovo piano rete, che in realtà non è un risparmio economico ma un miglioramento dell’efficienza del servizio che potrebbe essere ulteriormente migliorato con l’acquisto di nuovi mezzi, ma il consiglio non l’ha ancora valutato. Amat ha proposto anche una revisione degli abbonamenti circa due anni fa, per la riduzione delle tariffe, seguendo un ragionamento molto semplice: meno costano gli abbonamenti, più se ne vendono, quindi c’è un maggiore incasso. La proposta è rimasta per un anno e mezzo negli uffici ed è arrivata in Consiglio solo sette mesi fa. Il c.d.a. dell’Amat deve prendere atto della situazione di difficoltà in cui versa il Comune, ma ci deve essere anche una maggiore collaborazione da parte dell’amministrazione. Come commissione abbiamo favorito un confronto fra le parti, ma il direttore generale Lo Cicero non si è nemmeno presentato. So comunque che sia il sindaco sia il suo capo di gabinetto, Pollicita, sono in costante contatto con Bellavista per risolvere il problema della liquidità”.
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