12 Febbraio 2020, 11:33
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Al via l’aula del Senato che esaminerà la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Gregoretti. All’ex ministro dell’Interno il tribunale del ministri contesta l’ipotesi di sequestro di persona per i 131 migranti, rimasti per 4 giorni sulla nave militare prima dello sbarco ad Augusta il 31 luglio 2019. Il voto del Senato – palese e a maggioranza assoluta dei componenti del Senato – sarà definitivo e dovrebbe arrivare prima di pranzo. L’esito finale sarà però ufficializzato in serata perché le urne resteranno aperte fino alle 19 circa per lasciare il tempo a tutti di esprimersi. “Pronto per intervenire in Senato, a testa alta e con la coscienza pulita di chi ha difeso la sua terra e la sua gente.
“Se un uomo non è disposto a lottare per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui'”. Lo scrive su twitter il leader della Lega Matteo Salvini, citando una frase del poeta Ezra Pound. Il caso Gregoretti è al rush finale e il verdetto pare scontato: Matteo Salvini dovrebbe andare a processo per presunto sequestro dei migranti fermi per 4 giorni sulla nave militare, prima di sbarcare ad Augusta il 31 luglio scorso. Il Senato chiude la partita sulla richiesta di autorizzazione a procedere per l’ex ministro dell’Interno.Si è aperta la seduta in Senato che si esprimerà votando l’ordine del giorno che Forza Italia e Fratelli d’Italia presenteranno per ‘salvare’ l’alleato dai giudici. Per passare però serve la maggioranza assoluta dei senatori, cioè 161 contrari al processo.
Ma a Palazzo Madama il centrodestra si ferma a 139. Da qui l’esito che per molti è scontato sul sì al processo. Del resto Salvini è pronto. Anzi, sfida la maggioranza: “Voteranno per mandarmi a processo ma non mi opporrò”, sentenzia mentre attraversa i canali di Venezia in diretta Facebook. E nel pomeriggio in una riunione sofferta, insiste chiedendo ai ‘suoi’ di fare altrettanto in Aula. Ma i senatori leghisti probabilmente si asterranno o usciranno dall’emiciclo. Ancora una volta il ‘capitano’ chiede ai suoi parlamentari di non sottrarlo al tribunale. Una conclusione che condiziona ora il round in Aula, nel senso che a quel punto, secondo il regolamento del Senato, l’assemblea dovrebbe limitarsi a prendere atto della decisione della Giunta, favorevole al processo. A meno che almeno 20 senatori, contrari a quel verdetto, non chiedano espressamente (ed è pronto un documento comune di FI e FdI) un nuovo voto. Una mossa in realtà destinata al flop perchè il centrodestra non avrebbe i numeri sufficienti. Nei corridoi parlamentari corrono i sospetti su un possibile appoggio di Italia viva, in nome del garantismo.
A smentirlo è Matteo Renzi: “Salvini ha chiesto di essere processato, lo accontenteremo”, annuncia al Tg5. Ma precisa: “Secondo me ha sbagliato politicamente, anche se fatico a vedere un reato, ma lo decideranno i magistrati. Poi comunque Salvini andrà battuto politicamente”. A meno di sorprese, all’ex vicepremier preme di più andare avanti, verso l’ignoto di un processo. E portarsi a casa comunque un voto certificato del Senato che, secondo alcuni, potrebbe essere utile nella strategia difensiva davanti a un eventuale giudice sulla Gregoretti. Erika Stefani, la relatrice della Lega, riepilogherà quanto avvenuto nella Giunta, come e perché si è arrivati a quel voto. Dopo la discussione, una volta presentato l’ordine del giorno, presumibilmente in tarda mattinata si apriranno le urne. Il voto è palese e potrà essere espresso fino a sera. Solo allora sarà annunciato l’esito.
“Appartengo ad un partito che ha subito per vent’anni una persecuzione giudiziaria e il tentativo maldestro e mai andato a buon fine della sinistra di utilizzare la giustizia per far fuori un avversario politico. Contro Salvini rivedo lo stesso metodo. Un metodo fallimentare per chi lo mette in pratica”. Lo ha detto Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, intervenendo a “Start”, su SkyTg24. “Sulla vicenda Gregoretti Salvini fa prevalere l’orgoglio e dice: ‘processatemi’. Non condivido neanche questa posizione, perché il leader della Lega ha agito da ministro degli Interni. Chi – Conte e Di Maio in testa – vuole far credere che il governo di allora non fosse a conoscenza delle azioni di Salvini racconta una balla colossale, che fa perdere credibilità alle nostre istituzioni. Mi auguro che oggi, anche se l’esito rischia di essere scontato, ci sia un sussulto di ragionevolezza da parte di tutti. Mandare a processo Salvini per un atto politico è un precedente pericolosissimo, profondamente sbagliato e che viola i principi della Costituzione”. (ANSA).
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12 Febbraio 2020, 11:33