Salvini sfonda anche in Sicilia |I leghisti: “Messaggio a Musumeci”

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06 Marzo 2018, 20:22

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PALERMO – Chissà chi ci avrebbe creduto se tre o quattro anni fa gli avessero detto che la Lega in Sicilia avrebbe superato il cinque per cento. Il grande successo dl partito di Salvini diventato nazionale si deve anche a questo. Alla possibilità di sfondare fuori dal Nord, intercettando voti anche nel Mezzogiorno. In Sicilia sono tre i parlamentari nazionali leghisti eletti, due vecchie conoscenze della politica, l’ex lombardiano Carmelo Lo Monte e l’ex forzista Alessandro Pagano, e una novità, l’avvocato Giulia Bongiorno.

Difficile immaginarselo solo pochi anni fa. Chi ci ha creduto prima degli altri è Angelo Attaguile, che da un pezzo è il riferimento di Salvini in Sicilia. E che a questo giro però non è stato eletto, “ma solo per le promesse del reddito di cittadinanza dei grillini, che hanno fatto andare tutti a votare”, dice lui. “Il mio progetto è quello di unire l’Italia da Nord a Sud e invece l’Italia si è divisa con il Regno delle due Sicilia che ha scelto Di Maio”, commenta Attaguile guardando la cartina tutta gialla 5 Stelle al Sud. Deluso per la mancata elezione ma contento per il risultato del partito: “Io sono felicissimo del successo avuto dalla Lega. Abbiamo dimostrato di avere più del 5 per cento, quasi il sei. A Taormina addirittura abbiamo il 23 per cento. Da cinque anni sto lavorando a questo progetto. Venerdì vedrò Matteo Salvini e continueremo insieme in vista dei prossimi appuntamenti elettorali”.

Chi torma in Parlamento invece è Alessandro Pagano. Il politico nisseno, dopo l’esperienza del Nuovo centrodestra alfaniano, ha scelto Salvini, lavorando in quest’anno e mezzo all’organizzazione del partito nella Sicilia occidentale. “Il risultato in Sicilia dimostra che la valenza del progetto è nazionale, con ideali, valori, principi, che riguardano la persona, con un programma che mette al centro l’uomo. Quello che le ideologie si ostinano a tenere fuori”.

Insomma, per Pagano c’è un umanesimo leghista che va oltre la protesta e il voto di pancia: “Questo non è un partito solo di slogan, è un soggetto a fortissima valenza antropologica perché mette al centro la persona. E ci si ritrovano, infatti, persone dalla Sicilia al Trentino Alto Adige. Questo non è un partito di quelli che sbraitano e abbiamo fatto un lavoro di un anno e mezzo per farlo capire. Qualche tempo fa i sondaggi ci davano allo 0,6 in Sicilia e da lì piano piano siamo cresciuti”. Un’ascesa che Salvini ha costruito anche con le sue sempre più frequenti visite in Sicilia. E proprio in un’intervista a Livesicilia, il leader del Carroccio annunciò che dal simbolo sarebbe uscita la parola “Nord”.

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La Lega ha ottenuto punte del 6 e del 7 a Messina, dove ce l’ha fatta Lo Monte (allo scorso giro eletto con Tabacci, centrosinistra) e Caltanissetta, la provincia di Pagano. Nettamente vinto il derby sovranista con Fratelli d’Italia, che pur schierando i candidati del movimento di Nello Musumeci, è stato staccato di due punti dal Carroccio nell’Isola. “Un messaggio che arriva anche al presidente Musumeci dopo certe sue scelte”, dice Pagano, accennando all’esclusione della Lega dal governo regionale. Insomma, i siciliani sembrano aver dimenticato le uscite antimeridionaliste e gli insulti di marca leghista di qualche anno fa. “Ho visto nelle ultime settimane un exploit di fake news in questo senso – dice Pagano -, ma sono facilmente smontabili. Basta andare su bufale.net, solo qualche allocco ci casca. Salvini è una delle persone più gentili che io conosca”.

 

 

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06 Marzo 2018, 20:22

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