Salvini si è rotto... La Lega nel 'manicomio' di Palermo

Salvini si è rotto… La Lega nel ‘manicomio’ di Palermo

Tutti bloccati a un centimetro da qualcosa che non si sa come sarà.
PALERMO 2022
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“La verità è che Salvini si è rotto le scatole, per dirla pulita pulita. Ha capito la carta malapigghiata e ora pensa che non vale la pena di metterci la faccia… Però Berlusconi è in campo e non è che a Silvio si può dire no, come se fosse facile. Silvio ha ancora il suo peso”. L’anima inquieta di centrodestra che chiacchiera del ‘manicomio di Palermo’ (una definizione autoctona) è un militante di molte battaglie. E lui non si capacita, come altri, perché ha il motivato sospetto che, adesso, la vera battaglia sia quella di Palazzo d’Orleans, sul Musumeci bis sì o no. Il resto, Palermo compresa, viene dopo nella strategia di una zona politica in subbuglio. Il malumore salviniano – nelle chiacchiere di tanti – risplende evidente, quasi abbacinante. Berlusconi vuole un vertice? Se la vedano in Sicilia, decidano loro.

Il risultato? Blocco totale. Anche il linguaggio è indecifrabile. Nessuno dice sì, ma nessuno dice, con chiarezza, no. Ecco perché i protagonisti della vicenda rimangono come sospesi e fermi nella pausa di questo ‘un due tre stella!’ elettorale, a un centimetro da qualcosa che nessuno sa come sarà. Francesco Cascio aspetta notizie sull’unità del centrodestra e non si intravvedono messaggeri all’orizzonte. Roberto Lagalla aspetta che Ignazio La Russa conceda un appoggio ventilato, ma non ancora inverato, per Fratelli d’Italia. La candidata di FdI Carolina Varchi continua ad andare in giro e aspetta qualcuno che le dica: fermati o vai avanti. Risponderà: ‘obbedisco’ per spirito di militanza.

Oggi il dottore Cascio ha parlato con LiveSicilia.it in un modo inequivocabile: “Se qualche mese fa, avessi percepito quello che sarebbe successo, forse non mi sarei candidato. Non in un clima del genere. Sono qui perché so di potere contare sull’affetto e sulla vicinanza di tantissime persone”. Gli altri ostentano una fiducia di facciata, smentita dalla clessidra che scorre. Sono tutti per l’unità, ci mancherebbe. Sono tutti bloccati, ognuno nella sua piccola trincea politica che è lontanissima da quella di un altro. E sono tutti arrabbiatissimi con il vicino di coalizione.

(nella foto: Matteo Salvini e il segretario della Lega in Sicilia, Nino Minardo)


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