31 Agosto 2014, 06:30
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PALERMO – In Procura fioccano le denunce. Siamo già a quota cento. E sembra destinato a crescere il numero dei clienti che sostengono di essere stati truffati da Italiacom e dal suo ex patron Salvo Castagna.
La compagnia telefonica è stata dichiarata fallita nei mesi scorsi e Castagna è finito sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta e illeciti in materia finanziaria e previdenziale. A luglio la guardia di finanza ha sequestrato le società Italiacom, Italiacom.Net e Italiacom.Tv, e alcuni conti correnti. Avrebbe pure voluto sequestrare la Ferrari a bordo della quale Castagna ha viaggiato per un periodo della sua vita. Dell’auto, targata San Marino, però, non c’è traccia sulle strade del territorio nazionale. Castagna l’aveva restituita alla società di leasing, cosa che non avrebbe bloccato il sequestro qualora la macchina fosse stata ritrovata. Le ricerche proseguono.
Sono diverse le ipotesi di reato dell’inchiesta. Si va dall’impiego, tra il 2010 ed il 2013, di 218 lavoratori che risultavano assunti con “contratti di collaborazione autonoma occasionale” e che in realtà avrebbero lavorato a tempo pieno e in maniera continuativa. Castagna avrebbe falsificato le lettere di dimissioni di tutti i lavoratori di Italiacom per riassumerne solo alcuni in Italiacom.Net, usufruendo anche degli sgravi fiscali. Fra tasse non pagate e contributi non versati, Castagna deve allo Stato 732 mila euro. Da qui l’avvio dell’inchiesta nel corso della quale sarebbe venuto a galla l’utilizzo da parte di Castagna dei conti delle società come una riserva personale di denaro, utilizzato per comprare auto e orologi di lusso, pacchetti viaggi e organizzare feste ed eventi per promuovere la sua nuova attività di cantante. Il denaro, secondo il procuratore aggiunto Dino Petralia e il sostituto Claudia Ferrari, sarebbe stato accumulato grazie ad alcune operazioni illecite. Ad esempio, l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti attraverso la creazione di società fittizie con sede a Londra e nel paradiso fiscale americano del Delaware. Uno stratagemma per pagare meno tasse (900 mila euro di fatture false sarebbero servite per abbattere la base imponibile) e gonfiare i bilanci (oltre 5 milioni sarebbero i soldi fatti figurare fittiziamente) da presentare alle banche per ottenere linee di credito.
C’è poi il capitolo della presunta truffa ai clienti della compagnia telefonica. Castagna, attraverso Italiacom e Italiacom.net avrebbe prelevato dalle carte di credito di mille cittadini importi per complessivi 491 euro giustificati con le voci “adeguamento contrattuale” e “mancata restituzione del modem/router”. I prelievi, però, non sarebbero stati sufficienti a ripianare una situazione debitoria che nel 2013-2014 ha superato i dieci milioni di euro. A causare il buco anche la massiccia campagna pubblicitaria sulle reti nazionali (Rai, Sky, Mediaset) che la società non è stata in grado di onorare in fondo.
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31 Agosto 2014, 06:30