Salvo Chiofalo, morto in autostrada| "Il rally era la sua vita" - Live Sicilia

Salvo Chiofalo, morto in autostrada| “Il rally era la sua vita”

Salvatore Chiofalo nel giorno di una competizione rally

Il 54enne palermitano che ha perso la vita nello schianto avvenuto stanotte, era un appassionato di auto sportive e competizioni. Un amico: "L'avevo sentito al telefono poche ore prima. E' terribile",

La tragedia sull'A20
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PALERMO – Per lavoro si recava spesso in Calabria, quell’autostrada l’aveva percorsa centinaia di volte. Conosceva ogni curva e grazie alla sua passione era ormai un esperto pilota. Salvatore Chiofalo, palermitano di 54 anni morto in un incidente stradale avvenuto sull’autostrada A20, aveva dedicato la sua vita al Rally, ma quello di ieri è stato il suo ultimo viaggio. Era un dipendente della Italgas e si spostava spesso, ma quando poteva partecipava ai raduni per mettersi al volante della sua auto sportiva. Stanotte si trovava su un’auto aziendale, una Fiat Punto che il terribile impatto ha ridotto ad un groviglio di lamiere e in cui Chiofalo ha trovato la morte. Quando i vigili del fuoco l’hanno estratto dal mezzo, il suo cuore aveva già smesso di battere.

Lo schianto si è verificato all’uscita della galleria Capo Calavà, poco prima dello svincolo di Brolo. Lì – in base a quanto ricostruito dalla polizia stradale – l’auto ha iniziato a sbandare e travolta dalla pioggia è uscita fuori strada, ribaltandosi più volte. I soccorritori hanno trovato parti della carrozzeria sulla strada, la macchina era distrutta. Nessuna possibilità di sopravvivere per il 54enne, il cui mezzo è stato poco dopo tamponato da un’altra auto finita contro il guardrail. “Salvo era più che un amico, un fratello per me – dice Ignazio Campione -. Eravamo sempre insieme perché io faccio parte della Fratelli Campione Racing e correvo spesso insieme a lui al rally delle Madonie. L’ho sentito fino a ieri al telefono per un noleggio, una persona speciale, di quelle che nella vita si incontrano difficilmente. Era sempre disponibile ed amato da tutti”. Il rally, come dicono gli amici di Chiofalo, “era la sua vita”.

“Non perdeva mai l’opportunità di partecipare ad un raduno – dice Antonio Rizzo – si dedicava al cento per cento a questa attività non appena aveva del tempo libero. In quelle occasioni non mancavano lo scherzo, la battuta pronta, un sorriso sincero. La sua vita si snodava tra le competizioni ed il suo lavoro. Anche noi amici eravamo fondamentali per lui, bastava chiamarlo per ritrovarselo alla porta pronto a tenderci la mano. Questa tragedia ci priva di un grande uomo”.

 

 


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