17 Luglio 2014, 10:19
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CATANIA. Di ritorno da Genova, dove si è svolto il campionato nazionale Optimist a squadre di club, organizzato dallo Yacht Club Italiano, abbiamo incontrato Salvo Sciuto (classe 2000), la giovane promessa velica nazionale, capitano della squadra del Circolo nautico NIC di Catania, che quest’anno ha raggiunto un traguardo storico conquistando la medaglia d’argento, secondi dunque soltanto allo storico circolo di Riva del Garda, campioni in carica. La squadra del Nic, composta anche da Lorenzo la Via (anch’egli 14 anni), Ruggero Rainieri (13) e i fratelli Giuseppe (13) e Raffaela Santagati (24), si è distinta aggiudicandosi per la prima volta, il secondo podio nazionale del più prestigioso dei premi della vela juniores italiana.
Salvo, innanzitutto congratulazioni, così giovane già tanti traguardi raggiunti. Qual’è il segreto?
“Essere una squadra unita e dare il massimo, questo sempre. A genica, quando nei primi match la tensione saliva perché non riuscivamo partire bene insieme, era necessario restare uniti, non mollare, non scoraggiarsi, credere nelle nostre forze e nei nostri obiettivi, anche quando i risultati erano a favore degli avversari. Da capitano avevo la responsabilità di non far demoralizzare i miei compagni e di aiutarli dal punto di vista strategico, anche urlando loro gli accorgimenti tattici da approntare”.
Quali sono state le maggiori difficoltà durante la gara?
“All’inizio pensavamo che sarebbe stato impossibile battere i campioni in carica. Il club Fraglia Vela Riva, capitanato da una mia vecchia conoscenza Davide Duchi, vice campione mondiale a squadre, effettivamente ci spaventava. Ma alla fine abbiamo capito che era sono una questione psicologica e che impegandoci la nostra preparazione non era inferiore alla loro e che quindi nulla era insuperabile”.
Allora perché vi hanno battuto?
“Purtroppo a dieci metri dall’arrivo all’ultimo match è arrivata una raffica di vento da sinistra che ha favorito due avversari della loro squadra. Questo evento, insieme a una penalità assegnata a un mio compagno ci ha ribaltato il risultato in gara”.
Come ti senti a tornare Catania da Vice campione nazionale?
“Sono molto soddisfatto. La vela mi trasmette grandi sensazioni di competizione e di libertà. Ovviamente quando vinco è il massimo ma il vero sportivo quando perde non si demoralizza. Ringrazio soprattutto Enrico Tortorici, il nostro grande allenatore. Perché senza di lui nessuno sarebbe riuscito a farci raggiungere questi livelli, specialmente considerando il posto e le condizioni in cui ci alleniamo”.
Perché, in che condizioni vi allenate al Porto di Catania?
“Manca un campo allenamento dentro il porto. Ci alleniamo tra navi, barche e pescherecci. Inoltre quando attraversiamo la strada per raggiungere le barche dobbiamo camminare facendo attenzione a buche varie a terra e ai camion che imperversano dalla parte del molo di levante. Ci sono tante complicazioni a Catania che, sommate anche alla carenza di vento, sicuramente non siamo sul lago di Garda dove soffiano, sempre, venti constanti, ci comportano la necessità di avere una concentrazione e un’intensità di allenamenti davvero difficile”.
Hai solo 14 anni, cosa farai quest’estate?
“Ho finito gli esami di terza media. Penso che mi allenerò in barca. E per una settimana, incontrerò Davide Duchi e ci allenremo insieme. Poi mi iscriverò al Liceo Scientifico Elio Vittorini di Lentini”.
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17 Luglio 2014, 10:19