02 Agosto 2021, 17:54
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PALERMO – La data è ormai semplicemente un dettaglio, perché l’accordo con la Lega è già un fatto. Irrevocabile. La senatrice Valeria Sudano e il deputato Ars Luca Sammartino sono pronti a traslocare da Italia Viva al Carroccio. Non si torna indietro. Manca soltanto l’annuncio ufficiale e l’immancabile conferenza stampa a Palermo con l’ex ministro dell’Interno mandato a processo anche con il voto degli esponenti di Iv. Un incontro che non avverrà domani, nonostante la data del 3 agosto fosse stata già annunciata nei giorni scorsi.
La mancata conferma ha lasciato per tutta la mattinata con il fiato sospeso molti dei militanti e dei dirigenti della Lega siciliana. Da Roma, alla fine, è arrivato il segnale che ha disimpegnato quanti stanno assistendo da giorni a un cambio di casacca che ricorda da vicino – soprattutto nei modi – il colpo di mercato di Gonzalo Higuain dal Napoli alla Juventus.
I bene informati fanno comunque sapere che non si andrà oltre al ferragosto. Le alte temperature estive impongono di fare scendere il mercurio del termometro politico e concedere qualche giorno di compensazione al fine di non scontentare nessuno. Perché, soprattutto in casa Lega, qualche malumore è venuto fuori. E non tanto per la provenienza renziana delle new-entry, ma per quei 32 mila voti che Luca Sammartino ha raccolto alle scorse Regionali. Un bottino ingombrante che ha attirato le attenzioni degli uffici giudiziari e che fa paura a qualunque possibile compagno di viaggio.
Per ora si preferisce prendere tempo. Il motivo ufficiale dello slittamento di domani sta tutto nella necessità di non affollare l’agenda politica di Matteo Salvini proprio quando in parlamento c’è da votare la fiducia posta dal premier Mario Draghi sulla riforma della Giustizia pensata dal ministro Cartabia. L’ampia maggioranza non può tuttavia impedire ai franchi tiratori di mettere in crisi l’esecutivo di unità nazionale che dovrebbe portare l’Italia fuori dal Covid. Per questo Matteo Salvini ha preferito rimanere nella Capitale e presidiare i gruppi parlamentari (soprattutto gli M5s).
Ma quella di Roma potrebbe essere, lontano da Palermo, la sede migliore per limare gli ultimi punti dell’intesa e neutralizzare le ultime tentazioni di mandare ai rotoli l’accordo. Mino Minardo, segretario siciliano della Lega, sarà appunto lì per non far mancare il proprio sostegno a Draghi. Proprio lui che l’accordo con Sammartino e Sudano lo ha più subito che gestito. In prima battuta, almeno, visto che è stato studiato e preparato dal Tevere in su, senza che la componente isolana fosse stata interpellata per tempo.
Nei scorsi giorni, Matteo Salvini e Minardo hanno rilasciato una nota utile a compensare i toni polemici di un segretario regionale costretto a dire “Sammartino? Neanche lo conosco”. Una fuga in avanti rientrata grazie alla promessa che sarebbe stato lui stesso a gestire l’ultima fase dell’innesto ex renziano e rendere meno indigesta l’operazione ai territori.
Perché, oltre a Sammartino e Sudano, secondo le indiscrezioni non soltanto giornalistiche, starebbero per arrivare nella Lega anche Cafeo, Caronia e Pullara. Un affollamento che mette in crisi la recente campagna acquisti dello stesso Minardo nelle province siciliane in vista della prossime scadenze elettorali. Un attivismo, va da sé, che le prime linee siciliane del Carroccio non hanno affatto apprezzato perché non ritenuto in linea con i codici di Pontida.
Operazione politica astuta, a tratti spregiudicata. Ma che lascia ferite anche tra gli ex di Italia Viva. A quanto risulta, sia Sammartino che Sudano avrebbero preferito consumare questo passaggio una volta conclusa l’estate. Una tempistica utile per preparare i propri, ma soprattutto per consumare l’adieu a Matteo Renzi guardandosi negli occhi. In zona Dc, in fondo, i rapporti personali hanno pur sempre un loro valore. Perché ci vuole poco a trasformare un addio in un arrivederci.
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02 Agosto 2021, 17:54