17 Maggio 2020, 19:12
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“Comprendo l’indignazione dei siciliani. Ma capisco perfettamente anche la scelta del presidente Musumeci di far entrare in giunta la Lega. Ora Sicilia? Arriverà anche il nostro momento”. Luigi Genovese guida l’unico gruppo all’Ars della maggioranza che al momento non ha un assessore nella giunta.
Onorevole, siete rimasti fuori solo voi.
“Sì, ma non è un problema al momento. Del resto, anche io nel vertice di maggioranza ho chiesto di evitare un rimpasto che oggi la gente non avrebbe capito. E di limitarci a riempire una casella rimasta tragicamente vuota”.
Ma l’aspirazione a entrare nel governo rimane, mi sembra di capire.
“Certamente. E credo che più in là il rimpasto sarà necessario per fare in modo che l’esecutivo rispecchi la distribuzione delle forze a Sala d’Ercole. E noi vogliamo contribuire all’azione del governo. Ma adesso, davvero, non è il momento. Adesso bisogna pensare alla gente che muore di fame”.
Intanto però entra la Lega. Tra le polemiche. Che ne pensa della nomina di Alberto Samona’?
“Conosco personalmente Alberto Samonà, di cui ho da subito apprezzato il livello di cultura e di conoscenza della nostra regione, anche per le sue note attività di promozione del territorio. Lo ritengo un profilo assolutamente adeguato a guidare questo importante dicastero. Detto ciò, rimane aperta la questione dell’assegnazione di un assessorato così fortemente radicato nella la storia e nell’identità siciliana ad un partito che ancora, nell’immaginario dei meridionali, non si è lasciato alle spalle gli anni di azione politica fortemente imbevuta di nordismo con punte discriminatorie nei confronti del sud. Credo che l’indignazione di parte dei siciliani non debba restare inascoltata, ma vada compresa. Adesso la Lega avrà l’opportunità di dimostrare che i siciliani si sbagliano. Ma solo i fatti potranno convincerli a cambiare idea. Ed è giusto che sia così. Comprendo benissimo le opinioni critiche dei siciliani. Ma vanno comprese anche le esigenze di Musumeci, che sono almeno due”.
Quali?
“Intanto c’è un’esigenza di natura politica: quella di garantire una rappresentanza in giunta al maggiore partito del centrodestra. E poi, credo non sia un mistero che questa scelta sia il segno della volontà di Musumeci e Salvini di compiere un percorso insieme”.
Ritiene felice però l’idea di attribuire alla Lega proprio la delega all’identità siciliana?
“Le ripeto, in questo senso io comprendo le critiche dei siciliani. Io stesso non posso riconoscermi in certe immagini che la Lega nel passato ha dato del Sud. Ma il partito nel frattempo è cambiato. Vede, anche io quando sono stato eletto, ho subito molti pregiudizi che sto a poco a poco tentando di cancellare. Voglio evitare di essere io, oggi, quello che nutre pregiudizi per la Lega e voglio darle fiducia“.
Eppure, appena un anno fa, il senatore Stefano Candiani che oggi è il segretario regionale della Lega, elencando i personaggi politici che avrebbero “rovinato” la Sicilia, ha nominato anche suo padre Francantonio. Non le crea nessun fastidio?
“Quelli erano discorsi da campagna elettorale e vanno presi come tali. Oggi le condizioni sono molto diverse. E del resto, i partiti e gli uomini politici allora criticati da Candiani sono gli stessi con i quali sta per governare la Sicilia. Diciamo che in passato sono stati creati dei mostri per avere un po’ di visibilità politica, parlando di impresentabili… ma anche con me hanno cambiato del tutto atteggiamento. Il tempo mitiga tutto, anche i caratteri. E poi credo che Candiani stia apprendendo molte cose”.
A cosa si riferisce?
“In passato, le sue critiche giungevano ‘da remoto’. Adesso frequenta di più la Sicilia, gestisce la politica regionale e locale spesso in prima persona. E ha capito probabilmente che la realtà è ben diversa da quella che vedeva dal Nord”.
Anche questo: secondo lei è un bene che a occuparsi in Sicilia del partito sia un segretario di Busto Arsizio?
“Io non avrei fatto venire uno del Nord per gestire la Lega qui. Ma comprendo anche la necessità del partito di affidarsi nella prima fase ai ‘soldati originari’, agli uomini di più stretta fiducia. Io credo che gradualmente, la Lega lascerà il partito nelle mani dei siciliani”.
Torniamo al suo movimento. Dove va Ora Sicilia? Non tutti lo hanno compreso.
“Diciamo che se ne sono dette tante. Qualcuno l’ha descritto come una specie di ‘sottogruppo’ di Diventerà Bellissima o come un esperimento frutto della volontà dell’assessore Ruggero Razza. Ma la realtà è assai diversa”.
E come è?
“Il discorso è semplice. Con Razza ho un rapporto personale che definirei di amicizia, di cui vado orgoglioso. È giovane, preparato e sta dimostrando capacità anche in una fase difficile come questa. Ma Ruggero è e rimane una colonna portante di Diventerà Bellissima: i due gruppi restano distinti e separati. Altrimenti a quest’ora saremmo già dentro quel movimento. Abbiamo un obiettivo comune e una alleanza leale”.
Sì, ma non si comprende al momento quale sia la direzione del gruppo, del movimento.
“Diciamo che adesso anche per noi si apre la ‘Fase 2’. Il nostro impegno si deve tradurre in azione politica. E abbiamo le idee molto chiare”.
Ce le spieghi.
“Da tempo sento parlare di aggregazioni centriste e regionaliste che potrebbero nascere in Sicilia. Ho letto anche da voi, l’idea dell’onorevole Pullara, ad esempio. Ecco, una forza centrista e regionalista esiste già: è Ora Sicilia”.
Insomma, se ho capito bene lei lancia una specie di appello: regionalisti uniamoci sotto il vessillo di Ora Sicilia.
“Perché no? Parliamone. Qui le porte sono aperte per chi vuole procedere in questa direzione. Dobbiamo lavorare molto per recuperare l’identità siciliana. E in questo caso, le polemiche sulla Lega, non c’entrano”.
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17 Maggio 2020, 19:12