19 Marzo 2015, 11:55
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CATANIA – Shocking in my Town, anzi più precisamente in San Berillo. Da poco tempo hanno montato una astronave, precisamente l’enterprise di Star Trek in via delle Finanze. Piazzetta delle Belle è stata affrescata dai murali di Marco Guè e company. Ma lo shock di cui parliamo è quello annunciato dalle pagine social da Luca Prete e Arsinoe Delacroix. Sabato 21 Marzo, in occasione della giornata mondiale della Poesia, sarà organizzata una “processione” artistica intitolata a “San Birillo (decollato da Strike!) che non ha nulla a che fare con il più religioso “San Berillo”. Un corteo artistico voluto da diversi collettivi di artisti catanesi dal Teatro Coppola – Teatro dei cittadini, agli artisti del Museo Reba, da “Res Pubblica temporanea”, della “Galleria Non Illuminata” che vedrà anche tra i partecipanti gli abitanti del quartiere. La processione, unica nel suo genere, porterà a spalla per le strade del borgo un birillo gigante. Giocando infatti sull’assonanza del nome del Santo Berillo, che da il nome al quartiere, Luca Prete ha immaginato di realizzare un birillo gigante da portare in spalla per il lavirinto di vie della zona. Un corteo che, lungi dall’essere blasfemo, manifesta con la semplicità di un’idea, il bisogno di arte che la città merita. Il bisogno di creatività e di voglia di fantasticare, per andare oltre le pesantezze sociali alle quali siamo soggiogati e perche no, auspicare un grande strike (per utilizzare un termine da bowling) in grado di sgombrare il campo alle mediocrità dell’ignoranza, della presunzione, dell’arroganza che troppo spesso si insinua nei gangli della burocrazia, della politica e del malaffare. Abbiamo incontrato Luca Prete, per conoscere come nasce un progetto simile e capire meglio il suo estro creativo.
Dove nasce l’idea di San “Birillo”?
Qualche tempo fa ho posato un birillo in una delle tante teche votive del quartiere. L’idea ha fatto sorridere molti. In quei sorrisi c’era una riflessione, un pensiero e forse un’ispirazione. Questa è l’arte che mi piace fare e da quel giorno, insieme con altri artisti abbiamo iniziato a pensare all’idea di fare una processione, portando a spalla un mega Birillo, simbolo dell’arte e della necessità di fare strike contro le incrostrazioni mentali della nostra città. Sembra che tu sia in grado di trasformare ciò che incontri nel quotidiano con gli occhi del fanciullino e dargli nuova vita.
Come avviene questa magia?
“è la magia della Street Art. Arte che nasce in strada. Le mie installazioni nascono da un istinto, da un’ispirazione spontanea. A volte c’è una forma che trovi in strada e ti richiama qualcos’altro, come nel caso di San Berillo. Tutti almeno una volta hanno notato l’assonanza con il birillo quindi ho semplicemente realizzato quello che molti avevano in testa ponendo un birillo dentro un altarino. È un modo di trasformare la città, non soltanto abbellendola ma facendo anche attivismo in questo senso, dove ci sono cose che non vanno vado intervengo e dico la mia anche giocando sull’alterazione semiotica dei simboli e delle cose. A volte infatti mi capita anche di seguire una un’ispirazione personale e “imporre” la mia visione su ciò che si trova in strada. Cosa che è tipico della street Art”
È quello che fai con la tua produzione “Invisible”
Si. In questo progetto, di ricerca e interazione con l’ambiente urbano, tendo a reinterpretare le segnaletiche e costruire delle città. Voglio suggerire una nuova letture dei simboli cittadini. Simboli che vincolano, che adeguano, che uniformano a determinati comportamenti. Siamo cosi intrisi di segni e simboli che ci indicano cosa fare che automaticamente ci comportiamo di conseguenza. Ovviamente rispettare i simboli, del codice della strada ad esempio, è segno di una civiltà ben organizzata e rispettosa delle libertà e delle cose comuni. Però mi piace anche andare oltre, e solleticare la mente altrui suggerendo significati diversi da quelli comunemente accettati. Ecco che un divieto diventa città o una passerella per disabili diventa la conchiglia per una venere botticelliana.
La Street Art usa dunque la strada come palcoscenico, si pone a metà tra arte e comunicazione di massa ma non è rischioso?
“Ho iniziato nel 1996 in strada facendo il Writer. Poi ho smesso proprio perché mi hanno creato dei problemi. Di fatto usare gli spray in strada senza autorizzazione è un reato. Ma la strada è la nostra tela e noi non lo facciamo per soldi anzi, lo facciamo solo per difendere le nostre idee, per denunciare o per abbellire. Di fatto la nostra arte è impegnata per difendere la libertà d’espressione, la libertà sessuale e di coscienza e combattere il conformismo e le brutalità. Per un periodo ho dovuto smettere ma dopo cinque anni di pausa non ho resistito e sono tornato in strada. Adesso faccio installazioni, sono molto meno invasive e mantengono l’effetto artistico e di alta comunicazione sociale. In laboratorio prepariamo dei prelavorati, in modo tale che si possono eliminare o smontare facilmente. Res Pubblica temporanea per esempio ha firmato la stella di Natale negli archi della marina o le installazioni nella statua in via Dusmet. Opere che sono state realizzate ma poi smontate in rispetto con le normative vigenti”.
La Processione artistica di San Birillo, partirà sabato alle ore 16.00 da Piazza Duca di Genova, al corteo si uniranno anche i poeti di Poetarum Circus si muoveranno con noi per le strade di Catania fino a raggiungere il museo ReBa, in un allegro corteo scandito dai versi in poesia di Paolo Gulfi.
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19 Marzo 2015, 11:55