San Francesco rooms, la nuova residenza che offre una seconda chance - Live Sicilia

San Francesco rooms, la nuova residenza che offre una seconda chance

Saranno impiegati giovani a rischio di marginalità o in esecuzione penale
PALERMO
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Il progetto di inclusione sociale e promozione umana che da anni ruota attorno a Casa San Francesco, l’ex Convento dei Frati Minori Cappuccini nel quartiere dell’Albergheria di Palermo, si arricchisce di un nuovo tassello che ne farà un luogo di accoglienza per viaggiatori consapevoli e per sviluppare nuova impresa sociale. Lo storico edificio situato a pochi passi dalla Cattedrale del capoluogo siciliano ospiterà un nuovo servizio rivolto alla comunità nell’ottica dell’economia sociale, andando ad aggiungersi alle tante realtà di natura sociale attive nell’ex convento, come il laboratorio di “Cotti in Fragranza” che ha avuto origine all’interno dell’Istituto Penitenziario Malaspina, “Al Fresco”  giardino bistrot che impegna cittadini a rischio di marginalità sociale, l’Agenzia sociale per la Casa, un Polo per l’accoglienza di persone senza dimora, ed altre esperienze di promozione umana ed inclusione.

L’attività di accoglienza di “Casa San Francesco Rooms” (in totale 23 posti letto divisi in 13 camere) è, nello spirito dell’esperienza realizzata da Fondazione Don Calabria per il Sociale ETS e Cooperativa Sociale Rigenerazioni Onlus, improntata ai valori della solidarietà e dell’economia come strumento di inclusione, impiegando giovani a rischio di marginalità o in esecuzione penale e donne vittime di violenza. La fase di startup e la gestione della struttura sono stati affidati a Wonderful Italy, la più grande azienda italiana di ospitalità esperienziale, impegnata nel supporto a imprese sociali e operatori locali.

Ed è proprio al turismo sostenibile ed etico, attento alle culture e alle tradizioni locali e alla relazione con il territorio che le “Rooms” di Casa San Francesco aprono le porte, mostrando, anche dal punto di vista del recupero architettonico, la possibilità di far convivere servizi di qualità e gusto contemporaneo con il rispetto delle strutture d’epoca.

Il progetto è stato sostenuto da Fondazione Con il Sud, Fondazione San Zeno e Fondazione Prosolidar, oltre che da una rete di collaborazioni locali e nazionali ispirate al sociale, fra cui Caritas Diocesana di Palermo, Unicredit, Legacoop, CoopFond, Banca Popolare Etica.

Per Don Ivo Pasa, della Fondazione Don Calabria per il Sociale, “Casa San Francesco è sempre più un polo per la costruzione di percorsi personali di rinascita e fuoriuscita dalla marginalità, in un legame stretto con tutta la comunità del centro storico di Palermo e della città grazie ad un rapporto di collaborazione con diversi soggetti istituzionali e privati che condividono l’impegno per la promozione della persona.”

Roberto Mattina della Cooperativa Sociale Rigenerazioni sottolinea che “questa struttura si inserisce in un progetto molto più ampio di inserimento lavorativo che all’interno di Casa San Francesco ha trovato stabilità. Oggi lavoriamo ad un progetto di ancor più ampio respiro che ha sempre al centro l’incontro fra le persone. Un progetto che crei nuove opportunità di lavoro per giovani fragili del nostro territorio, ma anche un percorso di crescita personale e arricchimento umano come quello che già da anni va avanti con le altre esperienze realizzate a Casa San Francesco.”

Rita Ruffoli, direttrice di Fondazione San Zeno, spiega così il sostegno fornito al progetto. “Crediamo a contesti lavorativi protetti, alla cura, alle seconde possibilità e nella dimensione rieducativa e inclusiva del lavoro, nel come sia importante per immaginare, per sé, una nuova storia. Come persone, prima che come lavoratori”.

“Questo progetto – sottolinea Giancarlo Durante, Presidente di Fondazione Prosolidar – dimostra che è possibile realizzare processi efficaci ed innovativi per affrontare tematiche legate all’inclusione socio-lavorativa, con azioni concrete che incidono sulla qualità della vita e rispondono a esigenze specifiche del territorio, anche in contesti particolarmente difficili.”

A sottolineare ancora una volta il valore sociale e comunitario dell’esperienza è Clara Pangaro, direttrice dell’Istituto Penale Minorile “Malaspina”, secondo la quale “al centro dell’esperienza formativa e lavorativa che vogliamo offrire c’è la valorizzazione delle risorse e potenzialità dei ragazzi, cui diamo una opportunità concreta di inserimento lavorativo. Il pregio di questa iniziativa è quello di aver creato una rete di connessione fra diverse realtà che operano nel sociale, quindi delle relazioni fra il mondo produttivo, il sistema penale e la comunità, nella quale i ragazzi faranno ritorno una volta concluso il loro percorso penale. 


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