San Giuseppe Jato, maltrattamenti nell'ospizio delle suore: condannata

San Giuseppe Jato, maltrattamenti nell’ospizio delle suore: condannata

Un anno con la sospensione condizionale della pena

PALERMO – Condannata a due anni di carcere, pena sospesa, per maltrattamenti all’interno di una casa di riposo. Si tratta di Francesca Spica, dipendente della struttura “Boccone del povero” gestita dalle suore a San Giuseppe Jato. L’imputata ha goduto della sospensione condizionale della pena e dello sconto di un terzo così come previsto per chi sceglie il rito abbreviato.

Spica dovrà risarcire le parti civili, assistite dagli avvocati Fabrizio Meli, Vitale Giambruno, Mario e Vincenzo Di Trapani. Il giudice ha invece respinto la richiesta di risarcimento danni avanzata dalla congregazione religiosa.

“Portami a casa, portami a casa… qualche volta mi trovate morta, mi danno legnate”, diceva un’anziana di 76 anni ai figli. Dovevano prendersi cura di lei ed invece sarebbe stata maltrattata. Così hanno ricostruito nel 2019 i carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e dal sostituto Daniela Randolo. Un’altra imputata, Giuseppina Barone, viene processata con il rito ordinario.


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