22 Marzo 2017, 06:00
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PALERMO – Una Sanità sospesa tra polemiche e speranze. Questa mattina ospedali e Asp saranno l’oggetto di una seduta in commissione Antimafia all’Ars. Una riunione alla quale sono stati invitati nove sindacati del settore. Sul tavolo, le procedure che hanno portato alla nomina dei manager siciliani Sui quali si aggiungono nuove ombre: “Ci sono seri dubbi sulla nomina del nuovo commissario del Policlinico di Palermo”, la denuncia del sindacato Cimo.
E così, la Sanità sbarca in Antimafia. In particolare, all’attenzione di una sottocommissione coordinata dal deputato regionale del Movimento cinque stelle Stefano Zito. Ma la mafia non c’entra. Quella commissione di vigilanza, infatti, ha il compito anche di “indagare sulle attività dell’amministrazione regionale e degli enti sottoposti al suo controllo, sulla destinazione dei finanziamenti erogati e sugli appalti”.
La seduta scaturisce da un recente fatto di cronaca. Già a gennaio, infatti, l’Antimafia aveva deciso di avviare una istruttoria per la verifica dei titoli del direttore generale del “Papardo di Messina”, Michele Vullo. Una indagine scaturita dalla denuncia dei sindacati Uil Fpl e Anaao Assomed. Le due sigle sindacali avevano chiesto che venisse fatta chiarezza sul curriculum di Vullo, “dopo che il suo nome venne escluso – si legge in una nota del sindacato – dalla lista per la nomina di Direttore Generale delle Aziende Sanitarie Provinciali e Ospedaliere della regione Calabria nel 2011”. Uno stop alla carriera del manager che, secondo quanto riportato dalle due sigle, sarebbe avvenuto per mancanza di requisiti. La storia è stata recentemente rilanciata dal Movimento cinque stelle che ha provato a portare la vicenda all’attenzione del parlamento nazionale. Vullo replicò, allontanando ogni dubbio sui propri requisiti, e protestando anche contro la decisione stessa dell’Antimafia. Una protesta che spinse il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone a precisare che “la Commissione di inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia ha operato nel caso da richiamato, come per tutti gli altri, nell’ambito dei poteri conferiti dalla legge regionale”.
Il caso-Vullo, insomma, trapela dalla commissione, ha spinto i commissari ad accendere i riflettori sui titoli dei manager. E i nove sindacati convocati, tra cui quelli che hanno sollevato la vicenda del manager messinese, hanno anche inviato all’Ars un documento molto duro. Sul quale oggi i deputati chiederanno ulteriori spiegazioni. Nel testo si esprime l’apprezzamento per l’azione compiuta dall’assessore alla Salute Baldo Gucciardi “volta alla verifica dei requisiti degli attuali Direttori Generali,Sanitari ed Amministrativi e della legittimità delle loro nomine”. Una verifica dalla quale non sarebbe emersa alcuna anomalia.
Ma i sindacati insistono. E in quel documento, firmato da nove sigle, puntano il dito, ad esempio, contro quei manager che “hanno dichiarato di avere maturato i prescritti cinque anni di direzione di Struttura complessa mentre in realtà ciò non risponderebbe al reale sviluppo delle carriere professionali”. Il riferimento, spiega Angelo Collodoro del sindacato Cimo, è rivolto alla ipotesi di falso contestata a luglio dalla procura di Palermo nei confronti di Renato Li Donni all’epoca direttore generale del Policlinico di Palermo, il quale certificò che Giovanni Migliore, dal 2002 al 2011 quando era in servizio all’ospedale universitario, era responsabile dell’unità operativa complessa ‘Sistema informativo aziendale’. Una attestazione che consentì al manager di dichiarare il possesso dei titoli idonei a ottenere la nomina di direttore generale dell’Azienda ospedaliera Civico di Palermo. Un caso su cui è tornata anche la politica pochi giorni fa, con l’intervento del deputato regionale Mpa Giovanni Greco: “Chiediamo – ha detto – che sia fatta luce sul fatto che Migliore, all’epoca della sua nomina, avesse effettivamente le carte in regola per ricoprire l’incarico di manager. Allo stato attuale restano molti dubbi riguardo la natura, semplice o complessa, e la durata degli incarichi ricoperti da Migliore”. Ma ancora l’inchiesta non è sfociata in nessun addebito. “Altre recenti inchieste – insiste il Cimo – hanno mostrato uno spaccato inquietante, in cui le nomine dei manager potrebbero essere state in qualche modo influenzate da una ristretta cerchia di persone gradite al governo regionale. Anche su questo – prosegue – chiederemo che la commissione indaghi ulteriormente”.
Ma ecco nuovi dubbi. Che riguardano l’ultima nomina nella Sanità siciliana. “La legge 5 del 2009 – denuncia sempre il Cimo – non consente a un manager di ricoprire contemporaneamente due ruoli”. E il riferimento va alla recente nomina del direttore generale dell’Asp di Trapani, Fabrizio De Nicola, al vertice del Policlinico di Palermo col ruolo di commissario. E i dubbi come detto, sarebbero legati a una norma precisa: il secondo comma dell’articolo 19 di quella legge che recita: “La carica di direttore generale di una Azienda è incompatibile con qualsiasi altro ruolo esercitato in strutture pubbliche del Servizio sanitario regionale, soggette alla competenza dell’Azienda medesima o di altre Aziende del Servizio sanitario regionale”. Al di là della norma, insiste il Cimo, “quella nomina è incomprensibile da un punta vista pratico: come si fa a gestire contemporaneamente, infatti, due aziende così grandi e delicate?”. Dall’assessorato, però, smentiscono questa ricostruzione, ricordano che il nuovo incarico a De Nicola ha una durata temporanea ed è anche gratuito. Inoltre, sempre secondo gli uffici di Piazza Ottavio Ziino, sarebbero stati tanti i precedenti simili.
Ma anche questa vicenda verrà sollevata stamattina in commissione antimafia. Nuove polemiche, in una Sanità da anni al centro di polveroni e inchieste giudiziarie. Ma all’orizzonte, anche qualche buona notizia. Sembra la volta buona, infatti, per la rete ospedaliera siciliana: anche il Ministero dell’Economia e finanze, infatti, avrebbe fatto cadere gli ultimi steccati. E nella prima settimana di aprile potrebbe arrivare la tanto attesa fumata bianca. E l’avvio – stavolta reale – dei concorsi annunciati più di due anni fa.
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22 Marzo 2017, 06:00