19 Dicembre 2017, 15:53
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PALERMO – La decisione è stata presa poco prima della fine della legislatura ed è stata completata pochi giorni dopo. Esattamente il 22 novembre scorso, quando non c’era più in carica il vecchio assessore Baldo Gucciardi e non si era ancora insediato il nuovo assessore Ruggero Razza. Con quell’atto, il dirigente generale Rino Giglione ha concluso una mega-transazione tra l’amministrazione regionale e il “Bambin Gesù” che dal 2010 gestisce la cardiochirurgia pediatrica all’ospedale di Taormina.
Una scelta, quella di trasferire il centro da Palermo dopo il “caso Marcelletti” che venne assunta dall’allora assessore Massimo Russo. Ma non sono mancati, in questi anni, i dubbi. Sorti addirittura nel corso di una seduta della commissione salute all’Ars, quando emersero i dettagli di un incontro al Ministero con l’assessore regionale alla Sanità che succederà a Russo, cioè Lucia Borsellino. In quella sede all’assessore vennero richiesti proprio gli atti relativi alle convenzioni stipulate con gli istituti Bambin Gesù di Roma e Rizzoli di Bologna. Atti che “non erano mai stati trasmessi al Ministero”. Le ombre, insomma, si sono allungate fin dall’alba. Fin dall’origine di quel rapporto tra la Regione e alcuni tra i più autorevoli e riconosciuti istituti medici italiani.
Un rapporto nato sette anni fa quindi col governo Lombardo, confermato da quello di Crocetta, fino alla scelta della Regione, nel 2015, di esercitare il proprio diritto di recesso. Già in quei giorni l’assessore Baldo Gucciardi esprimeva qualche dubbio sull’effettiva “convenienza economica per la Regione di quelle convenzioni”. Ma non sarà quella la fine: perché lo stesso governo, in attesa di poter trasferire il centro al Civico di Palermo, ha chiesto comunque all’Asp di Messina di instaurare con l’Istituto romano un nuovo rapporto di collaborazione. Insomma, quello giunto fino ai giorni nostri. Fino alla scelta di chiudere questa parentesi.
Una chiusura però che si tradurrà in un esborso per la Regione pari a 5,6 milioni di euro. Il motivo? Anche qui, altre ombre. Perché tra i punti previsti nella convenzione del 2010, ecco anche la necessità di mettere a norma l’edificio dell’ospedale di Taormina dove è stata collocata la struttura. Interventi operati, appunto, dal Bambin Gesù che aveva il diritto di “acquisire ogni dotazione strumentale utile” e di eseguire gli “interventi strutturali” necessari.
Interventi costati circa 11,7 milioni di euro. I dubbi? Emergono sempre dalle carte di quella seduta all’Ars: “Il Bambin Gesù ha presentato – si legge nel verbale depositato – una richiesta di refusione per circa 10 milioni per acquisti realizzati senza autorizzazione poiché la Città del Vaticano, dove ha sede giuridica l’ospedale, non soggiace alle gare ad evidenza pubblica”. Insomma, l’Istituto non era obbligato a rispettare quelle regole alla base dei trasferimenti e degli appalti nella pubblica amministrazione siciliana. Una cosa assolutamente legittima. Ma che ha allungato nuovi dubbi su quelle spese. Proprio per questo motivo è stata istituita un paio di anni fa una commissione composta da due rappresentanti dell’assessorato e uno del Bambin Gesù. La commissione avrebbe dovuto valutare la congruità e la necessità di quelle spese. Anche perché, come raccontava a Live Sicilia il manager dell’Asp di Messina Gaetano Sirna, “in molti casi, i macchinari acquistati non sono stati nemmeno collaudati”.
E così, ecco che si arriva all’accordo, la cui bozza viene sottoscritta nel luglio del 2017 e sottoposta all’Avvocatura dello Stato nell’ottobre scorso. Il parere favorevole giunge il 25 ottobre, ad appena dieci giorni dalle elezioni regionali. Una transazione necessaria, si legge nel decreto del dirigente generale Salvatore Giglione, per “evitare un defatigante contenzioso”. In pratica, si è concordato un valore relativo all’usura delle apparecchiature, quantificato in 800 mila euro l’anno. Così, nel 2016 la somma da riconoscere al Banbin Gesù era già di 6,9 milioni, poi “scontata” a 6,4 milioni. Passato un altro anno, ecco altri 800 mila euro di taglio per il consumo delle attrezzature. Così si arriva alla cifra finale: la Regione chiuderà il rapporto col Bambin Gesù con una transazione da 5,6 milioni di euro. Per quella convenzione piena di ombre. Un atto che prepara il trasferimento della struttura che cura i piccoli malati di cuore, nel nuovo centro del Civico. Anche se in tanti insistono affinché si traslochi all’Ismett. Una nuova guerra all’orizzonte.
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19 Dicembre 2017, 15:53