18 Luglio 2013, 15:11
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CATANIA – “Quanto denunciato dall’on.le Di Giacomo, presidente della commissione sanità all’ARS, in materia di gestione di liste d’attesa, a nostro parere ha dell’incredibile. Eppure sul mercato delle telecomunicazioni alle condizioni attuali, esistono sistemi talmente sofisticati da poter rendere minimi i rischi che potrebbero derivare dai trucchi utilizzati dai falsi pazienti, che poi sono gli amici dei primari titolari dei laboratori privati, per intasare i centri unici di prenotazione.
Di Giacomo denuncia che, come per magia, chi si reca in uno studio medico privato del primario “tal dei tali” e versa l’obolo di qualche centinaia di euro, riesce ad ottenere un posto in prima fila nella struttura pubblica sostituendo il paziente virtuale che nel frattempo cancella la propria prenotazione. E tutto ciò sulle spalle di milioni di cittadini che sono costretti a subire il disegno criminale di una piccola cricca di delinquenti e mafiosi che lucrano sui malanni della povera gente.
E però i sistemi per snidare il malaffare e mettere all’angolo la cricca ci sarebbero, eccome. L’anno scorso (2012), tra aprile e maggio, siamo venuti a conoscenza della pubblicazione di una gara indetta dall’ASP 3 di Catania per l’ammodernamento del centro unico prenotazioni e che i requisiti per la partecipazione a tale gara erano rigidi in quanto l’azienda o la RTI aggiudicataria, avrebbe dovuto essere in possesso di strumenti tecnologici adeguati; la gara era rivolta ad aziende di grandi dimensioni e il numero minimo dei lavoratori addetti doveva essere adeguato alle necessità ed alla adeguatezza del servizio.
Come sindacato delle telecomunicazioni guardavamo con interesse a tale servizio, sia per il numero di lavoratori che avrebbero potuto essere occupati, sia per l’adeguatezza del servizio in quanto tra la gente iniziava a serpeggiare il malumore verso i servizi di call center ritenuti, grazie anche ad una pessima letteratura, insoddisfacenti nella gestione dei servizi alla persona. Le lunghe liste di attesa gestite attraverso servizi poco qualificati, in cui sono impiegati un piccolo numero di lavoratori, e permeabili alla cricca naturalmente non sono quello verso cui aspiriamo.
Malauguratamente, e non ci è noto saperne le ragioni, di questa gara non se ne sa più niente. Ci chiediamo infine se tali servizi vengano ancora gestiti attraverso i vecchi sistemi, attraverso quante unità di personale FTE e se chi lo gestisce in quale regime opera e opera in proroga e/o a quali condizioni contrattuali. Su tali questioni ci aspettiamo che qualcuno fornisca le risposte adeguate”.
Giovanni Pistorio, segretario confederale della Cgil di Catania
Davide Foti, segretario generale della SLC Cgil di Catania
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18 Luglio 2013, 15:11