23 Settembre 2013, 10:58
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CATANIA – Era inarrestabile, ieri sera, l’assessore regionale alla sanità Lucia Borsellino. Elegante e determinata, è intervenuta in occasione del penultimo dibattito in programma, per la giornata conclusiva della festa del movimento politico del presidente Crocetta. Con fare dolce e garbato, ha preso parola dopo avere ascoltato tutti, sollecitata dalle tante domande, e dagli interventi che, appunto, l’hanno preceduta. “Queste giornate – ha affermato– sono nate proprio con lo scopo di avere un confronto diretto con le istituzioni e con i rappresentanti del governo sul territorio, ma anche per orientare la programmazione e le scelte. Ho l’onore qui di rappresentare il governo – prosegue – e per un ramo di amministrazione tra i più delicati, non solo perché incide sul bilancio, ma anche perché la salute è tra i diritti più esigibili da parte dei cittadini. Per questo il mio sogno è quello che le opere incompiute volgano velocemente al termine. Sia perché all’interno di queste, ci stanno strutture che una volta finite saranno un fiore all’occhiello della nostra sanità, ma anche perchè – ha precisato – insieme andranno a concorrere nella percezione della qualità assistenziale che, al momento, non tutto il sistema sanitario offre in tutte le sue componenti” .
Ospedali in rete, e programmazione congiunta tra gli strumenti per il rilancio del settore, dunque. Ed infine, alla domanda sulla riorganizzazione degli ospedali (relativamente, per esempio, l’imminente chiusura del punto nascite a Paternò), ha risposto: “Certe decisioni sono prese dietro profonde riflessioni, e nell’interesse generale di garantire la qualità dei servizi. Laddove ci troviamo di fronte a distanze inferiori ai dieci kilometri io credo, appunto, sia più importante tenere in vita una mamma con un bambino, che far nascere – conclude – nel proprio territorio”.
Complessivamente, il dibattito è servito a tracciare un bilancio sul tema, che però in qualche punto non sembrava proprio conforme alla realtà, specie durante l’intervento del Commissario dell’Asp 2 di Caltanissetta, Vittorio Virgillito. Il medico , infatti, ha riportato dati a dir poco “lusinghieri” sul tema sanità in Sicilia, quasi come se fossimo tutti lì a lamentarci per poco, insomma. “Non siamo assolutamente messi così male, rispetto al Nord o al resto del mondo – spiega il medico. Molte cose sono cambiate, e ormai al pronto soccorso non si verificano più attese di quattro ore”. Ma in particolare, il commissario, sottolinea che, in realtà, gli ospedali del Sud non avrebbero motivo alcuno per temere un confronto con le formidabili strutture ospedaliere degli Stati Uniti, “ Il posto più pericoloso – continua Virgillito – negli Usa sono proprio gli ospedali, sono moltissimi i morti a causa d’infezioni, per esempio. Nel nostro territorio un malato ci costa circa 1270€, a fronte dei 12 mila dollari degli Stati Uniti. Non siamo messi poi così male rispetto agli altri”. Dichiarazioni che hanno davvero scatenato lei ire (insieme a qualche risata) dei molti presenti al seminario. “ Vive in un altro pianeta”, hanno borbottato infastiditi alcuni sostenitori del movimento del governatore.
Ma di spirito decisamente più realistico erano, invece, gli altri esponenti, ed esperti del settore, che hanno preso parte al dibattito. E a tal proposito, insieme agli altri, ci ha pensato, Antonio Cianci, direttore della clinica ostetrica e ginecologica del Policlinico di Catania, a delineare un quadro più lucido e autentico sul nodo sanità. “ Non sono assolutamente d’ accordo – ha spiegato Cianci – che vada tutto bene, come afferma Virgillito. Il gap fra Nord e Sud per quanto riguarda gli ospedali c’è ancora”. Poi, il direttore, insiste sull’importanza della formazione nei giovani, un obiettivo che può essere raggiunto solo costruendo “ospedali d’insegnamento”, che preparino adeguatamente i giovani, “ per arricchire professionalmente il nostro territorio.
Ed il gettonatissimo argomento sul flusso migratorio di giovani laureati che, purtroppo, lasciano il sud per recarsi altrove non poteva, infatti, mancare. “Non è un caso che io sia qui – ha spiegato Salvo Vitale, coordinatore dell’incontro, nonché ventinovenne medico del Policlinico di Catania – I giovani laureati che vanno via, arricchiranno gli altri Paesi, ma impoveriranno il nostro”. Ed infine, caldeggia, perché l’evento Megaforum, si trasformi in un’occasione di scambio di “spunti costruttivi”, per porre in essere “una sanità sostenibile in un’ottica di razionalizzazione della spesa”.
E di razionalizzazione della spesa, si è anche parlato, naturalmente. Un tema spinoso, sul quale è intervenuto Giovanni D’Avola, medico e consigliere comunale a Catania, il quale si è soffermato, senza indugi, sulla questione della prescrizione dei farmaci, spesso “inappropriata” qui in Sicilia. “ Basti pensare che al sud – spiega D’Avola – siamo i maggiori consumatori di protettori gastrici. Questo succede perché ne facciamo un uso errato, che comporta un esubero nella spesa”, e non aderente al “percorso diagnostico terapeutico”. Ma ecco che con una battuta risponde in maniera ironica Valeria Maglia, moderatrice dell’incontro: “O magari perché qui in Sicilia soffriamo più di gastrite, rispetto alle altre regioni”.
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23 Settembre 2013, 10:58