11 Novembre 2014, 05:56
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CATANIA – La polemica è pronta ad esplodere. A margine del caso sollevato da LiveSiciliaCatania relativamente i due reparti dell’ospedale Garibaldi con una sola infermeria, interviene con duro attacco il sindacato regionale degli infermieri. “Con quali criteri – afferma Calogero Coniglio, segretario regionale del Cni-Fsi e delegato regionale della Fsi – il direttore sanitario calcola il fabbisogno del personale infermieristico? I criteri di calcolo del personale per “carichi di lavoro” sono in fase di revisione, e risulterebbero più infermieri rispetto a quelli utilizzati e previsti dal Decreto 13/09/1988 del Ministro Donat Cattin, che ha stabilito dei parametri in base all’intensività delle cure”.
A seguito, infatti, delle lamentele dei familiari dei pazienti “costretti” a fare le notti nel reparto di Neurologia in Area Critica, il sindacato apre una bagarre e rincara la dose: “Certamente un’infermeria – incalza Coniglio – per due reparti comunicanti non va bene, queste devono essere vicine ai pazienti per sentire e vedere cosa succede in corsia: è la direzione che deve immediatamente risolvere la problematica organizzativa e logistica. Anche alla nostra segreteria giungono lamentele e segnalazioni da parte di pazienti e cittadini sulle lunghe attese”. Il sindacato, inoltre, evidenzia le numerose criticità che insisterebbero nell’ambito ospedaliero al centro della controversia. “Ricordo – aggiunge – ai vertici aziendali che al pronto soccorso del Garibaldi servono urgentemente dieci infermieri e sette medici. L’attuale personale in servizio non riesce ad assistere con qualità e lucidità urgenze: mancano dieci Infermieri: due al triage, due in sala chirurgia, quattro in sala medicina e due all’Obi (osservazione breve intensiva)”.
La dirigenza sanitaria ai nostri microfoni aveva, infatti, smentito eventuali carenze di personale infermieristico, ma per Calogero Coniglio invece l’insufficienza di personale ci sarebbe e come. Secondo il sindacato, la normativa vigente in materia, prevedrebbe la definizione del fabbisogno di personale infermieristico sulla base della rilevazione effettiva della “complessità dell’assistenza infermieristica e del relativo carico di lavoro connesso”. In buona sostanza, i reparti più impegnativi di un ospedale quali terapie Intensive e sub-intensive, area critica, compreso la neurochirurgia dovrebbero avere un numero maggiore d’infermieri. Il rapporto sarebbe addirittura di un infermiere ogni posto letto. “Tutto ciò – ribadisce Coniglio – nella nostra regione non avviene applicato; abbiamo più volte chiesto all’Assessore regionale della Salute Lucia Borsellino e al Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta una “reengineering” del SSR relativamente al personale carente di comparto e, soprattutto, di calcolare il reale fabbisogno di infermieri. Lo sfacelo in cui versano gli ospedali della nostra regione è ormai sotto gli occhi di tutti. Tagli scriteriati e strategie ‘ragionieristiche” – affonda – hanno dato il colpo di grazia alla sanità pubblica siciliana. A pagare, ovviamente, sono i cittadini che non trovano ciò di cui avrebbero bisogno”.
Ma il sindacato insiste puntando il dito contro la Regione, la quale a seguito della revisione della precedente rete ospedaliera, avrebbe condotto un calcolo errato relativamente le piante organiche perché sottostimerebbe di fatto il fabbisogno infermieristico nell’isola. “I criteri utilizzati – dice – dal precedente governo regionale per calcolare il numero di infermieri da assegnare alle 17 aziende sanitarie siciliane e le dotazioni organiche sono del tutto errati. Le piante organiche sono calcolate sul numero dei posti letto moltiplicato per i coefficienti massimi e minimi, le 17 aziende sanitarie siciliane per calcolare il numero degli infermieri hanno applicato i coefficienti minimi; hanno calcolato anche il personale di supporto sulla carta, gli Operatori Socio Sanitari che non hanno di fatto mai assunto. Dicevano pure che l’esubero del personale SEUS 118, riqualificandolo in OSS poteva essere “stornato” e utilizzato nelle gli ospedali”.
Insomma, a monte ci sarebbe un deficit strutturale, dimostrabile anche dagli indicatori occupazionali del settore. “ In Sicilia – spiega ancora Coniglio – si assiste ad un fenomeno paradossale: i dati relativi alla domanda e all’offerta del lavoro infermiere insistono contemporaneamente in modo negativo, in quanto da una parte abbiamo una carenza di infermieri nei reparti e un cattivo utilizzo delle competenze, mentre dall’altro lato abbiamo una buona percentuale di professionisti infermieri non occupati. E’ ormai da 4 anni che ci battiamo portando avanti lotte e denunce contro la Regione a proposito della carenza infermieristica e sulle sottodimensionate dotazioni organiche. Ma non abbiamo ancora – conclude il segretario regionale del Cni-Fsi e delegato regionale della Fsi – ottenuto risposte”.
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11 Novembre 2014, 05:56