Sanità, la tregua è finita: non c'è pace per i malati siciliani

Sanità, la tregua è finita: non c’è pace per i malati siciliani

Il settore è in condizioni disperate. Tutti tornano in piazza. La nota M%S.
LE PROTESTE
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(Roberto Puglisi) Non c’è pace per la Sanità siciliana. Non c’è pace per i malati che si scontrano contro la penuria dei servizi. Non c’è pace per i suoi operatori, costretti ad agire in condizioni difficili. E non c’è pace nemmeno per l’assessore alla Salute, Giovanna Volo (nella foto con il presidente Schifani), che, da qui a breve, dovrà affrontare altre proteste di piazza.

Tornano in campo i privati

No, non c’è pace per la povera Sanità siciliana. Il privato convenzionato, dopo una tregua, dissotterra le polemiche.  “Venerdì 31 marzo tutta la specialistica accreditata esterna sarà di nuovo in piazza a Palermo per protestare contro la negazione del diritto alla cura dei siciliani che il Governo regionale continua a mettere in atto. Questa volta manifesteremo davanti al palazzo del Governo in modo che il presidente Schifani si renda conto di quanto siamo indignati da questa situazione”. Ecco la nota belligerante dei coordinatori del CIMEST (Coordinamento Intersindacale di Medicina Specialistica ambulatoriale di territorio), Salvatore Gibiino e Salvatore Calvaruso.

Ma c’è di più: “Alla manifestazione del 31 seguirà a tempo indeterminato e sino a quando non saranno risolte oggettivamente le problematiche evidenziate, la sospensione della erogazione di tutte le prestazioni in convenzione ad eccezione di quelle fornite ai malati con patologia neoplastica, alle donne in gravidanza e, per quanto compete la fisiokinesiterapia le prestazioni per i traumatizzati e per coloro che sono affetti da patologie neurologiche acute”. L’annuncio di nuovi disagi.

La protesta degli ambulatori popolari

Come può esserci pace, se anche la rete degli Ambulatori popolari annuncia l’inizio delle ostilità? La rete, che cura gratis chi non ha i soldi per farsi curare, lancia un’assemblea cittadina per il prossimo 21 marzo. Tra coloro che guidano le rivendicazioni dei malati che non sono tutelati, c’è l’ex commissario Covid di Palermo, il dottore Renato Costa:

Le persone non possono curarsi – dice Costa -. Ci sono malati che restano a casa, peggiorano e muoiono. Questo non è soltanto un fatto disumano, si tratta pure di un problema economico. Non curando, non portando avanti la prevenzione, il sistema deve fronteggiare patologie che diventano gravi e costosissime. La rete degli ambulatori popolari risponde al bisogno di salute di quelli che non accedono al servizio sanitario, soprattutto per ostacoli economici”.

M5S: critiche all’assessore

Nemmeno dal lato della politica può esserci pace. “Stop all’esternalizzazione dei servizi di emergenza/urgenza per colmare la carenza di medici nei pronto soccorso. C’è anche questo nella circolare dell’assessore alla Salute Giovanna Volo e del dirigente generale Salvatore Requirez inviata alle Asp e alle aziende ospedaliere che detta nuove regole per le assunzioni dei medici e che rischia di mandare nel caos le aree di emergenza di tutta la Sicilia”.

C’è chi canta vittoria per le nuove regole. Anche a noi piacerebbe farlo, ma abbiamo più di una perplessità che questo serva a colmare in tempi brevi le lacune negli organici, anche perché quella dei concorsi è stata una strada ampiamente battuta in precedenza con risultati pressoché fallimentari. Ben vengano i concorsi, ma, in attesa che questi diano risultati accettabili, non si può dare il via all’embargo agli esterni perché sarebbe il caos”. Così il grillino Antonio De Luca, componente della commissione Salute dell’Ars e presidente della sottocommissione sui pronto soccorso.

Il grido dei medici

Succede poi che, a un convegno organizzato dall’onorevole Davide Faraone, si levi il grido di dolore dei medici, per bocca del presidente dell’Ordine di Palermo, il dottore Toti Amato: “Sul servizio sanitario nazionale c’è un equivoco di fondo. E’ vero che chi sta molto male può essere curato in ospedale, ma in realtà il sistema non c’è, non funziona. Dobbiamo chiamare l’ospedale ancora azienda? Oppure, perché non lo chiamiamo ospedale che è meglio? Con l’azienda la prima responsabilità è il pareggio di bilancio, non l’obiettivo della salute. Se io sto economicamente bene, posso andare ovunque, altrimenti non posso andare in nessun posto”. 

A quella manifestazione, con il suo cartello, è intervenuto Tonino Frisina, battagliero sindacalista del settore. Anche lui annuncia la sua campagna, al singolare: “Lunedì 20 marzo 2023 dalle ore 17,00 inizio una protesta solitaria davanti la sede dell’Assessorato Regionale alla salute. Nel silenzio più totale sta avvenendo la distruzione della sanità pubblica per introdurre sistemi di assistenza sanitaria sul modello degli Stati Uniti d’America: le assicurazioni private. Sembra non interessare a nessuna forza politica e sindacale organizzare le piazze per difendere la sanità pubblica”. No, non c’è pace per la sanità siciliana.

Tonino Frisina

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