02 Settembre 2024, 12:16
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PALERMO – “La sanità siciliana è al centro di un continuo ciclone che rimescola le carte del potere, in uno scacchiere in cui il diritto alla salute dei cittadini è l’ultimo dei pensieri dei protagonisti di questa girandola. Quando si comincerà a parlare di piano sanitario e degli interventi necessari per rimettere in sesto la sanità pubblica?”.
Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, a proposito della vicenda delle nomine nella sanità.
“A distanza di mesi – aggiunge Mannino – e nonostante le svariate iniziative di mobilitazione da noi promosse tra cui quella regionale del 20 giugno, si parla solo, spudoratamente, di poltrone e di schemi per l’occupazione del potere. Le parole di Schifani hanno poi il sapore della cambiale a lunga scadenza quando ci sono problemi irrisolti, a partire proprio dalle liste di attesa, che richiedono il fare immediato”.
Mannino rileva che “mentre è il minimo, e pure scontato, prevedere di rimuovere chi non porta avanti i piani della regione, ci piacerebbe sapere di quali piani si tratta. Noi continuiamo a rivendicare un piano sanitario regionale – afferma – incentrato sul riordino della rete ospedaliera, sul rafforzamento della medicina territoriale, dei servizi di emergenza e urgenza, dei consultori”.
“Un piano – insiste – che preveda il rafforzamento degli organici, cominciando col colmare le carenze del personale medico e paramedico. Forse così – sottolinea il segretario della Cgil – il problema delle liste d’attesa può effettivamente andare e soluzione e non, come sta accadendo, costringendo i cittadini a rivolgersi ai privati. Non è così che si accorciano le liste d’attesa”.
“A quasi due anni dall’inizio della legislatura Schifani è inaccettabile che nella sanità siciliana si parli ancora oggi di poltrone da assegnare in base ad accordi politici. Quello cui stiamo assistendo è un gioco al massacro che colpisce il diritto alla salute dei siciliani, che sono costretti a districarsi all’interno di un sistema fallimentare ormai sfuggito di mano al governo regionale”.
Così il vice-presidente del gruppo parlamentare Pd, Mario Giambona, ha commentato il ritardo del governo guidato da Schifani sulle nomine dei manager delle strutture sanitarie regionali.
“Il governo regionale presieduto da Schifani ha commesso il primo errore gestendo in modo dissennato questa situazione lasciando che gli interessi politici si insinuassero all’interno di un sistema così fragile. Basta pensare che dei 18 posti disponibili di direttore generale ben 12, tra rimodulazioni e spostamenti, sono stati confermati – ha concluso Giambona -“. Una scelta ingiustificabile che conferma le posizioni di vertice nelle strutture sanitarie agli stessi soggetti che hanno causato lo sfascio in cui naviga la sanità regionale”.
“Sulle nomine della sanità stiamo assistendo ad uno squallido valzer da parte del governo regionale e del presidente Schifani, mentre la gente fa la coda negli ospedali. Schifani ha la faccia tosta di scaricare le responsabilità sui manager quando invece il principale responsabile è proprio lui”. Lo dice Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars.
“Abbiamo ospedali che non funzionano – aggiunge – pronto soccorso ingolfati, liste d’attesa infinite, ed a cosa pensano Schifani e gli altri del centrista? Alle poltrone, una vera vergogna mentre ogni giorno ai siciliani viene negato il diritto alla salute”.
“Oggi, dopo ripetuti stenti, si completa finalmente il management delle aziende sanitarie della Regione auspichiamo che le nuove direzioni strategiche, si mettano subito a lavoro sulle priorità finora in standby”, così in una nota il segretario generale Uil-fpl Totò Sampino e il segretario regionale con delega alla sanità Pippo Piastra che proseguono.
“Ci sono tante questioni aperte come lo smaltimento delle liste d’attesa e l’eliminazione del precariato con le stabilizzazioni che non possono essere più rinviate. La sanità pubblica – chiosano i due dirigenti sindacali – deve tornare al centro dell’agenda politica regionale al fine di consentire ai siciliani, un efficiente accesso alle prestazioni che troppo spesso si è ridotto al lumicino o peggio ancora, negato“.
“La forza lavoro delle diciotto aziende – osservano – va indubbiamente ampliata, garantendo al tempo stesso welfare e benessere a tutti gli operatori sanitari e agli specialisti che ogni giorno scendono in campo per assicurare cure a chi ne ha bisogno. Sulla scorta di questi input, auguriamo pertanto un proficuo lavoro ai neo direttori sanitari e amministrativi”.
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02 Settembre 2024, 12:16