Sanità, mamme in piazza: |"I nostri figli uccisi dai disservizi" - Live Sicilia

Sanità, mamme in piazza: |”I nostri figli uccisi dai disservizi”

Mamme e papà in piazza nei comuni dell'hinterland etneo per protestare contro i disservizi delle ambulanze. Una lunga lettera è stata inviata al commissario Asp Gaetano Sirna, all'assessore alla Sanità Lucia Borsellino e al presidente della regione Rosario Crocetta. All'interno vengono documentati due gravi disservizi che avrebbero contribuito a causare il decesso di tre giovani durante il 2012.

la denuncia
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CATANIA – “Il cuore dell’hinterland etneo è sprovviso di un adeguato servizio di ambulanze del 118, i nostri figli sono stati uccisi a causa dei disservizi che non possono essere tollerati”.

E’ la denuncia di un gruppo di genitori che, dopo aver protestato a Randazzo, hanno scritto una lunga lettera al presidente della Regione Rosario Crocetta, al commissario dell’Asp Gaetano Sirna e all’assessore alla Sanità Lucia Borsellino. Lo scopo è quello di ricordare il modo in cui, una tragica sera di poco più di un anno addietro, sono morti dopo un incidente stradale avvenuto il 26 febbraio del 2012, Samuele Parasiliti Bellocchi e Samuele Astone. E ancora, il 23 luglio 2012 è scomparso Fabio Russo a causa di alcuni postumi di un incidente domestico.

Sui decessi indaga la magistratura, che ha aperto due inchieste, i genitori non si danno pace.

“La sera del 26 febbraio 2012 -si legge nella lettera- non fu permesso l’invio dell’elicottero del 118 sul luogo dove avvenne un incidente che vide 3 vittime e 3 feriti, ma furono inviate 3 ambulanze di cui solo una rianimativa e con medico a bordo. Chiamate tempestivamente arrivarono sul luogo dell’incidente circa mezz’ora dopo. Non si sa cosa sia successo all’ambulanze che trasportò Samuele Parasiliti all’ospedale di Bronte, che per percorrere circa 20Km impiegò quasi un’ora”.

Assieme a loro, un altro genitore che ha perso un bambino di soli 9 anni, rimasto soffocato da una sciarpa, e che ha atteso a lungo l’arrivo dell’ambulanza.

Fabio Russo, 9 anni, sarebbe “rimasto soffocato da una sciarpa”, mentre “dopo decine di chiamate al 118, chiedendo perché i soccorsi tardassero ad arrivare, fu il padre di Fabio a recarsi con un altro dei figli al Pte, chiedendo un intervento rapido per il figlio che stava per morire a casa”. Quella sera fu necessario attendere 3 ore per il trasferimento del bambino in gravi condizioni, nel reparto specializzato di un ospedale catanese

Tre padri, uniti da un filo tragico, e dalla morte dei loro figli, che ora, scrivono al Presidente della Regione Crocetta, per evitare la stessa sorte ad altri genitori. Il motivo è il trasferimento degli autisti del 118 di Randazzo a Maniace, e la loro sostituzione con personale che viene da Mascali: Nulla contro i lavoratori, per carità, ma le giuste osservazioni, sul fatto che una persona non del luogo ha delle normali difficoltà ad ambientarsi e conoscere la zona, ciò comporterebbe dei ritardi in un servizio essenziale e primario che potrebbero portare a delle conseguenze gravi, loro lo hanno vissuto, lo hanno vissuto sulla loro pelle, amaramente hanno atteso l’arrivo dei soccorsi, in attimi lunghi, interminabili, e che lasciano un genitore impotente e inutile davanti al dolore del figlio. I tre genitori hanno perso i loro tre figli, non cercano colpevoli, non cercano di riparare ad un danno fatto, ma cercano giustizia e il loro sacrosanto diritto a sapere se ci sono stati errori evitabili. Non lo fanno per loro, lo fanno per altri figli, lo fanno affinchè altri genitori non debbano vivere il loro stesso dramma, è difficile dargli torto, la Magistratura sta seguendo il suo naturale corso di indagini per fare luce sull’accaduto, ma questo gesto è un gesto di salvaguardia e di prevenzione per evitare drammi simili ad altre famiglie.

“Ci rivolgiamo al presidente della Regione -concludono i genitori- affinchè personalmente acquisisca le informazioni dovute e ci dia risposta, sia riguardo al funzionamento della struttura del Pte le sere delle nostre vicessitudini e sia per evitare che la gestione del Pte continui a degenerare sempre più”.

 

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