Sanità, nomine in Asp e ospedali | Guerra sulla conferma dei manager

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27 Giugno 2017, 06:04

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PALERMO – Non saranno più direttori generali, ma “commissari”. Saranno comunque loro a gestire, a ridosso delle elezioni regionali, i concorsi e quindi le assunzioni nella Sanità siciliana. E così, è guerra attorno alla conferma dei manager di Asp e ospedali siciliani. Gli incarichi di nove di loro scadranno tra tre giorni. E il governo regionale sembra intenzionato a confermarli tutti o quasi, sebbene con un ruolo diverso. Si tratta di Lucio Ficarra all’Asp di Agrigento, di Giovanni Migliore al Civico di Palermo e sempre nel capoluogo di Gervasio Venuti che dirige Villa Sofia-Cervello, del manager dell’Asp di Palermo Antonio Candela, di Giulio Santonocito manager dell’ospedale Garibaldi di Catania, di Michele Vullo alla guida del “Papardo” di Messina, di Michele Sirna direttore generale dell’Asp di Messina, di Maurizio Aricò alla guida dell’Asp di Ragusa e di Salvatore Brugaletta direttore generale dell’Asp di Siracusa.

Un recente parere del Cga ha fatto recentemente chiarezza: nonostante l’impugnativa sul cosiddetto “bloccanomine” nella Sanità approvato dall’Ars pochi mesi fa, quella norma rimane in vigore. E così, il governo non potrà nominare nuovi direttori generali, ma commissari, pur dovendo seguire i criteri e i procedimenti previsti per i manager.

Ma da Agrigento a Messina, passando per Ragusa, Palermo e Catania non mancano tensioni. A volte sotterranee, altre volte palesi. È il caso proprio dell’Asp agrigentina, guidata da Lucio Ficarra. Contro il manager ha preso posizione esplicitamente il Partito democratico che ha chiesto una “svolta nella Sanità agrigentina”. La probabile conferma di Ficarra, infatti, sia per i dem che per la “Rete dei circoli agrigentini per la cittadinanza e la partecipazione” è preoccupante. “In questi anni – la protesta della segreteria provinciale del Pd e dei circoli – abbiamo segnalato in più occasioni, scelte poco oculate e soprattutto rappresentato i numerosi disagi dei cittadini che non hanno visto alcun miglioramento dei servizi sanitari della provincia. Valutiamo la gestione del dottor Ficarra in questi anni non positiva e auspichiamo che nella scelta del commissario si tenga conto della realtà e non di fantomatici traguardi raggiunti che pochi hanno visto. Auspichiamo che il Presidente della Regione Rosario Crocetta e l’assessore alla Sanità Baldo Gucciardi, prima di scelte di continuità fallimentari, – proseguono – sentano il bisogno di fare le dovute verifiche sulla situazione dei servizi sanitari di questa provincia e individuino una figura competente in grado di promuovere un vero progetto che metta al cento il diritto alla salute dei cittadini”.

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E verifiche sull’operato dei manager vengono richieste anche da Catania. “Ho espressamente chiesto – conferma il capogruppo all’Ars dei Centristi, Marco Forzese – che l’Agenas, l’agenzia che si occupa della valutazione dei manager, renda pubblici i punteggi relativi al raggiungimento degli obiettivi che i direttori generali sono chiamati a centrare. Sarebbe scandaloso – insiste il deputato regionale – se manager che non hanno ottenuto risultati positivi fossero confermati al loro posto. Lo stesso ministro Lorenzin – ricorda Forzese – ha parlato di manager non all’altezza. Non credo sia pazza. Temo che questi problemi siano presenti anche nella mia provincia”. A Catania, come detto, dove l’unico incarico in scadenza è proprio quello di Santonocito che starebbe anche “subendo” il pressing dei renziani catanesi che auspicano un cambio al “Garibaldi”.

Nubi anche a Ragusa, dove Maurizio Aricò è finito nel “mirino” delle polemiche di una parte del Partito democratico. In particolare del presidente della Commissione Sanità all’Ars, il ragusano (non a caso) Pippo Digiacomo: “Nulla di personale nei confronti del manager, ma ritengo che siano stati disastrosi gli esiti dei suoi rapporti istituzionali. Sono in tanti – aggiunge il deputato Pd – a lamentarsi a Ragusa di questa gestione”. Lamentele sono giunte anche nei confronti delle gestioni di Giovanni Migliore e Gervasio Venuti, ma queste ultime rientrano un po’ nella “fisiologia” dei rapporti tutti interni tra manager, dipendenti e sindacati.

Dovunque ti giri, insomma, trovi polemiche. Nonostante ciò, forte di una norma che prevede una sorta di “priorità” per i manager in carica, il governo sembra pronto a confermare tutti gli attuali direttori generali. O quasi. In realtà trapela dall’assessorato alla Salute la volontà di sostituire il direttore generale del “Papardo-Piemonte” di Messina, Michele Vullo. Il motivo sarebbe anche da ricercare nei rapporti non proprio sereni con la burocrazia regionale. E ci sarebbe già pronto un sostituto: proprio una dirigente della Regione, assai gradita ai piani alti di Palazzo d’Orleans: Letizia Diliberti. La guerra dei manager che diventeranno commissari, a pochi mesi dalle elezioni, però, è solo iniziata.

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27 Giugno 2017, 06:04

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