29 Giugno 2023, 15:41
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Esami rinviati e liste d’attesa interminabili in Sicilia. Ancora una volta il Codacons si impegna nella tutela dei diritti dei cittadini siciliani, e in particolare dei pazienti, che sono costretti a fare i conti con liste d’attesa interminabili per visite e prestazioni presso strutture sanitarie dell’isola.
“Ma da quanto tempo in Sicilia si parla di questo problema e si è detto – i politici lo ripetono continuamente – che mancano i fondi e che si fa il possibile per gestire la sanità al meglio”, domanda il Codacons. “Ebbene, stavolta, però – sottolinea il Codacons – i soldi ci sono, poiché il governo nazionale ha stanziato 40 milioni di euro per recuperare le prestazioni sanitarie saltate durante la pandemia, quindi si sarebbero dovuti risolvere molte criticità.
In special modo, con così tanti soldi, finalmente i siciliani avrebbero potuto vedere azzerate le liste d’attesa. Eppure nulla di tutto questo è successo, anzi si è verificato quello che non ci potevamo immaginare, ossia che la Sicilia spendesse solo il 27,5% di quei fondi che le sono stati elargiti”.
Motivo per cui il Codacons ha presentato un esposto presso la Procura della Corte dei Conti, che dovrà valutare “perché grossa parte dei fondi statali non vengono impiegati, ed ancora in che modo vengono spesi i fondi destinati alla sanità siciliana”.
“Contestualmente – continua il Codacons – si dovranno verificare eventuali Illegittime attribuzione di incarichi di consulenza, o illecite percezione di emolumenti in violazione del principio di esclusività della prestazione lavorativa a favore dell’ente pubblico, o possibili acquisizioni di beni e servizi da parte delle ASP, in violazione delle norme che vietano di suddividere, artificiosamente, i contratti di fornitura di beni e servizi”.
“Queste e altre tipologie di danno potranno essere individuate dalla magistratura contabile, perché i siciliani sono stanchi di vedersi fissare visite mediche ed esami a distanza di svariati mesi, in quanto i ritardi costringono gli utenti e rivolgersi alle strutture private, pagando di tasca propria le prestazioni, o di “migrare” verso altre regioni d’Italia.
L’associazione rivolge, infine, un appello al Governo Meloni, affinché intervenga per salvare i cittadini dell’isola commissariando la sanità siciliana e gestendo il servizio sanitario regionale a livello statale, unica possibilità per ottenere standard più vicini a quelli delle altre regioni italiane”.
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29 Giugno 2023, 15:41