04 Maggio 2013, 12:38
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PALERMO – Il Palermo si trova già a Torino. Una partenza anticipata per distaccarsi, anche se per un solo giorno, dalla pressione e dall’ambiente. I rosanero stanno già assaggiando l’aria di scudetto che si respira nella Torino bianconera.
Sannino sta mettendo a punto gli ultimi ritocchi, poi sarà sfida contro la Juve. Una partita decisiva, anche se già mercoledì c’è l’infrasettimanale contro l’Udinese. Si è parlato tanto di turnover anche se Sannino predica calma: “Dobbiamo pensare alla Juventus – ha detto in sala stampa il tecnico rosanero – è la cosa più importante. Io voglio fare una cosa alla volta, poi vedremo durante, prima e dopo, cosa fare. Io parto dal presupposto che c’è una gara alla volta, fare turnover e calcoli lascia il tempo che trova. Metterò in campo una formazione che ritengo possa fare bene sin da subito, c’è ancora un giorno”.
Si parla dell’ormai imminente festa bianconera: “È normale che la Juventus sia in fermento. Loro sono la squadra più forte del campionato, domani si assisterà ad una partita in uno stadio stracolmo. I bianconeri faranno una grande partita, ma noi siamo concentrati sul nostro cammino. Un pari accontenterebbe tutti? So che Conte non guarda queste cose – precisa Sannino – non è nel suo carattere. Lui vuole vincere, l’ha dimostrato anche a Siena. La Juventus si affronta con la consapevolezza che si deve soffrire. Ma lo facciamo da sei partite. Entrando in quello stadio qualcosa succederà, i ragazzi lo sanno, li ho avvisati”.
Si parla del Sannino di ieri e di oggi, ma il tecnico ci tiene a spiegare un concetto: Non sono cambiato, io sono lo stesso di luglio e se fossimo partiti adesso sarebbe stata un’altra storia ma non per i punti, ma per l’atmosfera che si è creata. C’è da lavorare, c’è da correre, i ragazzi lo sanno. Ma fa parte della cultura del calcio, non solo del Palermo. I ragazzi hanno capito che c’era una situazione strana”.
Infine sulla lotta salvezza: “Se guardiamo gli altri facciamo fatica a capire dove dobbiamo andare. Prima guardiamo a noi, poi vediamo cosa è successo agli altri. Hernandez? Non è ancora al cento per cento, è sotto gli occhi di tutti. È comunque un grande calciatore. Lui come Ilicic deve capire che il sacrificio è alla base di tutto. L’infortunio lo ha aiutato, ha ottime potenzialità”.
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04 Maggio 2013, 12:38