13 Gennaio 2016, 06:04
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CATANIA – Statuto del Comitato per la festa di sant’Agata nella Città di Catania. È stato per lungo tempo l’oggetto del desiderio dei più curiosi, tra devoti e non. Non fosse altro che è passato oltre un anno da quando se n’è cominciato a parlare e finora sono in pochi quanti hanno potuto sbirciarlo. Da quando cioè, nel dicembre del 2014, nella Sala dei Vescovi dell’Arcivescovado monsignor Salvatore Gristina e il sindaco Enzo Bianco hanno annunciato che tra Curia e Comune era in corso una sorta di patto di convivenza. Limitato alla sola gestione della festa, per l’appunto. Ma se si tratta del terzo evento religioso al Mondo, ecco che il fatto diventa a suo modo politico.
Già, perché la festa è fede, sì, ma c’è anche dell’altro, molto altro. Che spesso offusca quanto di più alto riguarda il culto agatino. Si mettano assieme tre fatti di cronaca assai recenti ed ecco che il quadro è completo: il processo sulle presunte infiltrazioni mafiose nella stessa festa, dove nell’appello di luglio scorso sono state confermate le assoluzioni per tutti gli imputati; la morte di Andrea Capuano, causata nel 2010 dai residui di cera votiva sul manto stradale; e il decesso del devoto Roberto Calì, avvenuta durante la tradizionale salita di via Sangiuliano nel 2004.
Secondo ipotesi mai confermate ufficialmente, sarebbero stati gli effetti della sentenza relativa al processo sulla morte di quest’ultimo a costringere Chiesa e Comune a mettersi allo stesso tavolo. A quanto pare, infatti, il maxi risarcimento ricaduto in ampia parte sulle casse curiali avrebbe messo in notevole sofferenza i conti della Diocesi. I frutti di quella intesa ora sono tutti nero su bianco, con tanto di imprimatur dell’assessorato regionale ai Beni culturali. “Il comitato è apolitico e si colloca nella tradizione della devozione verso la patrona della città di Catania”, si legge nell’articolo uno dello Statuto che LiveSicilia è riuscita a procurarsi. Il fine? “Provvedere all’organizzazione annuale ed al relativo reperimento dei fondi dei festeggiamenti in onore della Patrona”. Per farlo si punterà a qualsiasi iniziativa purché “non contraria allo spirito della Festa”.
Insomma, soldi e non solo per un’entità che come ha ribadito più volte Enzo Bianco lavorerà alla stessa stregua di una fondazione. Poco cambia però sul versante religioso: l’organizzazione e la cura degli eventi in onore della santa catanese restano in capo all’Arcidiocesi, che su catechesi, celebrazioni e peregrenatio delle reliquie è sovrana. Tuttavia, sulla nomina del capo vara il raggio d’azione della Chiesa, in discontinuità con la tradizione, è limitato. Ed è qui che entra in gioco il Comitato, che per altro si è dotato di uno specifico regolamento in materia. Il maestro del fercolo deve essere eletto all’unanimità dei suoi componenti. Intanto il giovane Claudio Consoli ha superato la selezione dei membri promotori e per due anni, rinnovabili per altri due mandati, guiderà le processioni.
Tradizioni in fieri e regole, dunque. Lo spirito del Comitato è quello di codificare e regolamentare quanto è consuetudine. E se lo statuto è già scritto, da elaborare c’è un intero pacchetto di regolamenti chiamati a non lasciare nulla al caso e a stemperare possibili polemiche o i titoli della stampa nazionale. Saranno in tutto otto. Quello riguardante la nomina del maestro del fercolo e dei collaboratori, che dovranno essere tutti specchiati sotto il profilo morale e giudiziario, è stato varato in tutta fretta, questo perché altrimenti non si sarebbe potuto procedere alle celebrazioni di quest’anno.
Da qui ai prossimi mesi dovranno uscire tutti gli altri e riguardano: l’andamento delle processioni; fuochi d’artificio; apertura sacello; peregritatio delle reliquie dentro e fuori l’Arcidiocesi; manutenzione e uso del fercolo; candelore e rapporti con le associazioni agatine. Gli ultimi due, potrebbe essere pronti – stando a una tabella di marcia assai fitta – per il 3 febbraio.
Il tutto avverrà sotto la regia politica e giuridica del presidente Francesco Marano, esperto ufficiale del sindaco e molto altro. Democratico di obbedienza liberal, toccherà a lui mettere d’accordo tutti e iniziare quelle consultazioni propedeutiche alla compilazione dei singoli regolamenti. A quanto pare, sarà infatti questo il metodo da adottare. Il suo mandato, come quello degli altri membri, scadrà il 14 settembre 2017, e sarà rinnovabile per un solo biennio. Oneri, onori e qualcos’altro. A Marano tocca inoltre di essere il legale rappresentante del Comitato “anche di fronte a terzi e in giudizio”, questo sperando ovviamente che non ce ne sia di nuovo occasione.
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13 Gennaio 2016, 06:04